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Cannabis sul terrazzo: la coltiva mio figlio. Cosa devo fare?

scritto da Lorena Croatto

Cannabis sul terrazzo: è il problema che sta affrontando un padre con suo figlio. Riceviamo e volentieri pubblichiamo.

Gentile avvocato,

sono un padre vedovo di un figlio adolescente (17 anni) che vive la sua fase di ricerca e ribellione. Io sono comprensivo e tengo sempre a mente com’ero io alla sua età: un ragazzino con tanta voglia di esplorare e provocare, ma anche tanti timori e incertezze. La mia capacità di comprensione però si è arrestata quando ho scoperto che sul terrazzo ha piantato una piantina di marjuana, senza dirmi nulla e facendola passare come la cosa più normale del mondo “perché la legge lo permette” mi ha detto sfidandomi. A parte tutte le altre considerazioni di tipo educativo vorrei che mi chiarisse l’aspetto legale in proposito. Stefano T.

Gentile Stefano,

ecco che cosa dice la legge.

Dal marzo 2014 è in vigore la “nuova” disciplina sugli stupefacenti:” per chi coltiva, produce, fabbrica, estrae, raffina, vende, offre o mette in vendita, cede o riceve, a qualsiasi titolo, distribuisce, commercia, acquista, trasporta, esporta, importa, procura ad altri, invia, passa o spedisce in transito, consegna per qualunque scopo o comunque la detiene illecitamente.”

La disciplina sanzionatoria è più severa per le droghe pesanti (eroina, cocaina) e prevede la pena minima a 8 anni di reclusione, mentre per le droghe leggere (hashish, marijuana) prevede una pena minima a 2 anni. E’ previsto in forma autonoma anche il fatto cd. lieve, se l’azione illecita è modesta con riguardo a mezzi, modalità e circostanze. Viene infine stabilita l’ irrilevanza penale dell’uso personale delle sostanze stupefacenti, senza rilievo diretto al quantitativo detenuto che, però, in concreto può assumere rilevanza a fini probatori per desumere la destinazione a fine personale;

Cosa può succedere se qualcuno coltiva sul suo terrazzo una piantina di Cannabis?

Preliminarmente va detto che la coltivazione di Marijuana in Italia è proibita e sanzionata penalmente dall’art. 73 del d.p.r. 309/90, però secondo alcune sentenze della Corte di Cassazione, la coltivazione casalinga non sarebbe punibile se limitata ad una piantina contenente principio attivo in quantità modiche, perché costituirebbe una condotta inoffensiva.
In tal senso vi sono state anche delle pronunce di merito (Trib. Bologna sent. 144/12) in cui si sostiene che la coltivazione domestica di una piantina di canapa indiana posta in un piccolo vaso sul terrazzo di casa, costituisce condotta inoffensiva.
In pratica la coltivazione domestica rudimentale finalizzata all’uso personale di modesta e minima quantità di stupefacente costituirebbe attività estranea al concetto di coltivazione tecnicamente definito dagli artt. 26 e 28 d.p.r. 309/90 e art. 73.
Per completezza si segnala anche la sentenza delle Sezioni Unite d n. 28605/08 nella cui massima si può leggere: “Ai fini della punibilità della coltivazione non autorizzata di piante dalle quali sono estraibili sostanze stupefacenti, spetta al giudice verificare in concreto l’offensività della condotta ovvero l’idoneità della sostanza ricavata a produrre un effetto drogante rilevabile.”
Quindi sarà necessario analizzare caso per caso le piantine per rilevarne il peso dell’infiorescenza e il principio attivo presente, laddove questo risulti inferiore alla dose media giornaliera si potrà eccepire in giudizio l’insussistenza dell’offensività.
Secondo il prospetto riepilogativo per le principali sostanze stupefacenti, per la Cannabis – THC la dose media singola è stabilita in 25 mg di principio attivo, che può essere soggetta ad un moltiplicatore di 20 portando la quantità massima detenibile o dose media giornaliera a 500 mg.
Il THC (delta-9-tetraidrocannabinolo, tetraidrocannabinolo) è il principale principio attivo della Cannabis e si trova nelle infiorescenze femminili (che da secche costituiscono la Marijuana).
molti studiosi oggi ritengono che la Cannabis sia una specie che varia il proprio fenotipo e genotipo a seconda delle aree dove cresce, altitudine, eccetera.
Conseguentemente variano anche le percentuali di THC.
Quindi in caso di un processo che tratti di coltivazione domestica sarà necessario eseguire una perizia sulla sostanza, poiché ad esempio, esistono semi di razze differenti di Cannabis, legali anche in Italia in quanto non contenenti THC.
Va sottolineato che l’ex ministro della salute, l’oncologo Veronesi, ha affermato che la marijuana non è dannosa e che l’O.M.S. ha invitato i governi a depenalizzarne l’uso personale.
Comunque sia, è bene ricordare che tutt’ora la coltivazione anche se domestica è proibita.

E questi due ultimi ultimi fatti possono essere un punto importante nella discussione con suo figlio.

autore

Lorena Croatto

Avvocato penalista in Milano faccio parte della rete dei servizi convenzionati con l’associazione Smallfamilies®. Collaboro al sito scrivendo post/risposte su questioni penali relative alle famiglie a geometria variabile.

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