STORIE

Cristina • Momo&Mami: piccoli trucchi

Piscina da mamma single, giardinetti da mamma single, mal di pancia da mamma single…quasi tutti voi mi avete già capita.

Ho dimenticato le sigarette, il pupetto dorme e, siccome non ho deciso di smettere, soffro: mi è capitato di chiedere all’omino egiziano della pizza se gentilmente passava a comprarmele, già che c’era e quello, impietosito, me le ha regalate!

Vorrei dormire un santissimo sabato mattina, ma non ho alternative a me stessa, e allora al posto dei turni con l’altro genitore per spupazzarmi il piccolo mattiniero ho insegnato a mio figlio a scaldarsi il latte nel microonde (deve solo schiacciare un tasto, il biberon lo aspetta lì dalla sera prima) e a tornare nel lettone, da dove lo sorveglio con un occhio già chiuso (e l’altro attentissimo, e però sto al caldo).

Vorrei guardare un film qualche sera, ma il pupo non dorme mai all’ora giusta di raiMovie o laEffe, e Sky con il tasto pausa è una rapina, però ci sono i torrent (si può dire o è un segreto?).

Vorrei andare in un bagno pubblico, mi scappa proprio! ma bisogna che sia grande abbastanza per tutti e due e che lui non metta le mani ovunque – però se gli do il compito di prendermi la carta igienica lo distraggo quel tanto che basta.

Ho amici a cena, vado a mettere a letto il ragazzino, e se mi addormento? Poveri amici…

Primo viaggio in aereo, bagaglio a mano (mai più!): se il pupo di due anni e mezzo si addormenta (ed è ormai troppo grande per la fascia e troppo piccolo per stare sveglio se gli vien sonno) come faccio ad andare a fare pipì o a prendere una bottiglia d’acqua? E come faccio per andare dal gate dove mi è crollato in braccio, all’aereo? Lascio giù il bagaglio o torno più tardi a prendere il bambino?
A volte si deve sperare che una signora seduta a fianco a te si muova a compassione e ti porti il bagaglio durante l’ennesimo controllo passaporti, giù per le scale del finger, attraverso metri di pista sotto la pioggerella, su per la scaletta e dentro l’aereo fino al tuo posto.

Altre volte è meglio mettere il bagaglio in stiva e avere le mani pronte a sorreggere una piccola nanna.

In ogni caso quello dei viaggi è un argomento spinoso: secondo viaggio, hai spedito il bagaglio per tre giorni a Bruxelles e ok, ma devi comunque avere pronti: cambio vestiti in caso di incidenti pipì, giochino (e anche giochino di scorta nel caso il primo non sia di suo gradimento), cane azzurro di pezza senza il quale non si va da nessuna parte (consiglio spassionato: non comprategli i giganteschi peluche Ikea! Che se diventano l’amico preferito poi sono fatti vostri!), bottiglietta d’acqua e salviettine, e-reader della speranza (che se si addormenta al momento giusto, si sa mai che ci stia anche un minuto di assoluto godimento privato) e poi portafogli, carte di identità, biglietti e – estote parati – certificato di nascita del bambino e sentenza di separazione che ti dà l’affido, che se ti fermano in frontiera (dato che l’aeroporto di Zavantem, accordi o meno, è sempre una frontiera, giuro!) devi sempre dimostrare che quello lì e proprio tue e non l’hai rapito – oltrettutto il mio è pure beige! Mi fermano sempre.

E devo ancora trovare la borsa giusta che contenga tutto e ti faccia anche sentire sufficientemente elegante da non sembrare la mamma di pasta frolla che perde i pezzi che in realtà sei.

Non è mica detto che basta abituarli, i bambini sono bambini fanno i capricci, ti sfiniscono, sono irragionevoli come devono essere i bambini (e io invece una volta, semidisperata gli ho pure detto “ti prego, fai il bambino grande” !!) e se esci una sera e te li porti dietro, non è detto che tu riesca a capire chi era presente alla cena o a fare addirittura due chiacchiere tranquille con amici che vedi (per forza!) una volta ogni tre mesi, non è scontato.

Poi ci sono le volte che il tuo angelo decide che ha voglia di andare a trovare la vicina di casa, stessa età, e la mamma della vicina di casa è libera e te lo tiene – e tu hai mezz’ora per cucinare la cena senza un “coso” che ti si infila tra le gambe nel più che onorevole tentativo di aiutarti ad apparecchiare, rischiando di mandare all’ospedale lui e te; mezz’ora in cui la schiena si rilassa, i muscoli della pancia si distendono, le orecchie si fanno meno tese e chissà com’è la ratatouille ti riesce davvero deliziosa!

Oppure quando la nonna si districa dai suoi innumerevoli impegni e se lo prende a dormire una notte, e la tua serata sushi-Bakeoff Italia ti rilassa come una settimana alla Spa e la mattina dopo ti svegli con cinque anni di meno sulla faccia.

E ci sono, sempre più spesso man mano che cresce, le volte che vi mettete il sabato pomeriggio sul lettone a leggere, lui il suo e tu il tuo, e la vita sembra che finalmente abbia preso la direzione perfetta; le volte che camminate fianco a fianco senza nessuno che trascina nessuno, e lui ti dice “mamma, chiacchieriamo”; le volte che si va al parco a far andare la nuova macchina da corsa radiocomandata e riesci a divertirti anche tu; le volte che vai a fare un pic nic e lui si fa prendere dagli altri bambini e tu puoi stenderti sulla coperta e recuperare qualche attimo con le amichette tue.

Queste volte non ripagano esattamente delle altre, ma la vita da mamma single non è sempre sempre un inferno, e quando lo è, qualche trucco si trova sempre.

Ecco, ci tenevo a dirlo!

Illustrazione di Ghila Valabrega (fonte sito Viva la mamma)

autore

Cristina Sebastiani

Consulente per l’immigrazione e le coppie miste, madre di un bambino, collaboro al sito con interventi mirati sul tema. Ho scritto anche uno dei racconti dell’antologia smALLholidays, secondo titolo della collana smALLbooks per Smallfamilies® (Cinquesensi Editore) e firmo post nella sezione “Diario d’Autori”. Faccio parte della rete dei servizi convenzionati con l’associazione.

lascia un commento