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La separazione non è naturale

scritto da Paola Dora

La separazione, intesa come separarsi dopo un matrimonio o una convivenza, non sarebbe nella nostra natura. La società e le nostre personalità ci spingono al conflitto e rendono una separazione purtroppo inevitabile ma la nostra natura, in uno stato di benessere, sarebbe la condivisione.

In libertà e coscienza potremmo vivere collegati, senza bisogno di confliggere, di difenderci, di marcare il territorio e di vendicarci delle ferite emotive. In libertà non ricorreremmo a nessuna separazione.

Una donna un giorno mi dice: ma perché ci si separa così frequentemente se è così doloroso e faticoso?

Lo stress, l’attaccamento alle cose, al denaro, alle abitudini ci rendono poco coraggiosi e poco accoglienti. Così spesso invece di imparare ad Amare – il partner e noi stessi – con calma e pazienza, siamo frettolosi, eterni adolescenti, attacchiamo o fuggiamo e la separazione appare risolutiva.

Nel conflitto non ci sono però vincitori e vinti, forti e deboli ma solo feriti. Siamo spaventati. Spesso non sappiamo chiedere aiuto in tempo…

Vittima e Carnefice non penso siano i ruoli dei due partner ma parti di noi stessi, parti che coesistono dentro di noi.

Non e’ troppo semplice pensare che in una coppia ci sia sempre un colpevole e uno che subisce?
Che non ci sono più le donne di una volta o che gli uomini sono tutti superficiali?
La separazione, la gestione dei figli in giorni diversi della settimana, il bisogno di detestarsi è la conseguenza del nostro malessere emotivo, della poca consapevolezza, delle abitudini ordinarie, dell’isolamento sociale, dei giochi di coppia al ribasso e di una società che non ci insegna ad appassionarci, a godere e a coltivare le cose nel tempo… bensì a consumare velocemente, voracemente…

Siamo più educati al dolore che al piacere, fino a doverci separare pur di non stare terribilmente male.

Spesso non cerchiamo la felicità, non abbiamo voglia di impegnarci per crescere e scoprire noi stessi ma cediamo, crolliamo, scappiamo, speriamo magari di trovare qualcuno di meglio.

Quando ci separiamo dal partner ci separiamo anche da una parte di noi stessi, dal pezzettino di noi che ha attirato quella persona.
Una separazione pacifica appare utopistica ma così non dovrebbe essere… Se un’esperienza si e’ davvero conclusa, il conflitto perché dovrebbe continuare a esistere? Per mantenerci ancora in relazione? Per non ammettere che le cose si fanno insieme e che non avvengono per caso?
Spesso i pazienti, quando recuperano un senso di benessere interiore, raggiungono con impegno una maggiore consapevolezza di sé, diventano protagonisti della propria vita, recuperano anche un rapporto inaspettatamente pacifico e funzionale con l’ex.
L’altro è una parte di noi, se la detestiamo come possiamo amarci?

autore

Paola Dora

Psicologa, formatrice e counselor. Oltre al mio studio privato, ho lavorato 10 anni nelle scuole e poi 10 anni in ospedale. Mi occupo di Relazioni, Risorse umane e Comunicazione, Psicologia del Lavoro, Psicologia della Famiglia, Psicologia della Salute (anche in ambito ginecologico, ostetrico, post-natale e di Procreazione Medicalmente Assistita). Da molti anni offro supporto psicologico, alla persona o alla coppia o all’azienda, con colloqui di counseling psicologico anche on line. Amo scrivere e sono appassionata di Neuroscienze.

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