Sono Franca madre single di un ragazzo che ha compiuto 13 anni a fine 2019, quindi appena fuori dal limite dei 12 anni stabilito per richiedere il Bonus babysitter. Non importa poi se è un minore e come tale non può essere lasciato da solo di giorno mentre si è fuori casa per lavoro.
In realtà questo mio problema è stato superato dagli eventi perché non lavoro da inizio marzo. Sono un architetto iscritto alla Cassa previdenziale degli architetti ed ingegneri (INARCASSA) e secondo loro non ho diritto a nessun bonus perché si presume sia una ricca professionista. Il bonus di 600 euro stanziato da INARCASSA, infatti, non riguarda tutti gli iscritti ma solo chi rientra in determinati parametri: reddito 2018 inferiore a 35.000 euro (e grazie a Dio nel 2018 ho avuto un lavoro che mi ha permesso di guadagnare e che però mi ha fatto superare, anche se di poco, la fatidica soglia dei 35.000 euro).
Indipendentemente dal reddito 2019 (ricordo che siamo obbligati alla fatturazione elettronica quindi il calcolo del fatturato 2019 è subito fatto anche senza aspettare la compilazione della dichiarazione del reddito) ed anche indipendentemente dalla mia situazione familiare!
Ora, il nuovo decreto emanato dal Consiglio dei Ministri prevede aiuti ai lavoratori autonomi ma taglia di nuovo fuori i liberi professionisti iscritti alle diverse casse previdenziali.
Ad oggi quindi non ho diritto a nulla.
Fortunatamente per noi sono una risparmiatrice di natura e quindi ho un piccolo salvadanaio che ci sta aiutando.
Ma è giusto arrivare a questa situazione non tenendo conto di tutti i fattori in gioco? È giusto ignorare chi come me mantiene di fatto quasi del tutto la propria famiglia?
Mio figlio vive con me e vede il padre, che contribuisce solo in minima parte al suo mantenimento, un week end ogni quindici giorni. Mai vanno insieme in vacanza (le spese delle vacanze sono da sempre totalmente a mio carico) e in questo periodo non si sono visti neppure una volta, e neppure una volta il padre ha provato a chiedere a nostro figlio di andare da lui.
Non voglio fare polemica, non è nel mio carattere, e sono una persona che si è sempre data da fare, cosa che sto facendo ora e che farò in futuro.
Ho mandato la mia storia a Smallfamilies perché credo che le cose debbano cambiare. Perché so che sono molte le storie di genitori single simili alla mia: madri e padri che non possono contare sull’aiuto e presenza dell’altro genitore; che sono dei professionisti sempre più in difficoltà economica, senza seconde case in proprietà (spesso neppure la prima di casa), auto di lusso, possibilità di viaggi e di una vita agiata; che magari vivono pure in aeree depresse del nostro Paese.
L’invisibilità di certe categorie e il mancato rispetto delle reali condizioni personali e familiari di vita non può più continuare.
Siamo persone, non numeri.
NOTA:
l’opera che accompagna questo post è un acquerello dell’artista Silvia Faini dal titolo “Solitudini”, per gentile concessione.