STORIE

Che cos’è per me una famiglia

scritto da SF storie

Alessandra De Vizzi,  traduttrice, scrittrice, amica di Smallfamilies aps, autrice, tra gli altri, del libro Mamma single con orgoglio, Sperling 2005, ha pubblicato sul suo profilo social questo scritto che a noi piace molto. Ringraziamo di cuore l’autrice per averci autorizzato a condividerlo anche nel nostro sito.

 

Di essere una mamma single non me ne ricordo quasi mai. Così come non mi ricordo decisamente mai di tagliare il cordone ombelicale dal mio lato: mio figlio ha cominciato a rosicchiarlo dal suo a quattro anni scarsi, quando mi ha chiesto per la prima volta quando avrebbe potuto uscire da solo senza di me. Prima o poi ce la farò, e riuscirò a diminuire il numero dei messaggi a raffica che gli mando (o che mando alla sua adorata compagna se lui sta troppo senza rispondermi)…  nessuno è perfetto, figuriamoci io.

Trent’anni fa, quando tutto è cominciato, la mia era una categoria presa di mira da bigotti, impiccioni e scassamaroni in ordine sparso. Oggi la pietra dello scandalo sono le famiglie arcobaleno, che agiscono da  parafulmini in questa orrida società dove gente dalla vita pubblica e privata a dir poco discutibile si permette di intromettersi nell’esistenza di persone guidate (al contrario di loro) dall’amore sincero.

Una mamma per me è una mamma e stop, casomai le differenze ci sono fra mamme sceme dentro che trasmettono ai figli il nulla cosmico, la mancanza di valori, il culto dell’avere e dell’apparire, il razzismo e l’omofobia che le anima,  e mamme che avendoli partoriti o meno crescono nel migliore dei modi altri esseri umani. Per esempio, ho amiche meravigliose che non hanno partorito figli che si possano dire biologicamente loro ma invece di svacanzare in posti fighetti quando hanno le ferie se ne vanno in remoti villaggi africani a prendersi cura di bambini che muoiono letteralmente di fame o per la mancanza di cure mediche basilari:  sono super mamme, tornano quando possono dai loro piccoli e li seguono e assistono anche da lontano, spinte da un istinto materno all’ennesima potenza. Ci sono anche mamme che crescono i figli del partner,  prendono bambini in affido o li adottano: tutte loro non hanno bisogno di etichette o definizioni per riversare  amore e cure sulle creature che il destino ha messo sul loro cammino, o che sono andate a cercarsi sfidando le paludi della burocrazia e delle convenzioni.

Una famiglia per me è un nido sicuro, che ci siano una mamma sola, una mamma e un papà, due mamme, un papà solo o due papà,  l’importante è che l’amore e il rispetto reciproco siano la molla che dà a tutti la forza e la voglia di andare avanti.

Trent’anni fa a ogni ricorrenza  comandata, dal Natale alla festa della mamma, mi nascondevo da qualche parte a piangere perché quello sfoggio di pubblicità televisive dei  regali per le mammine radiose mi faceva schioppare il cuore; adesso mi feriscono molto di più gli show dedicati ai montascale per anziani sgarrupati e alle macchine meravigliose che eliminano i dolori dell’artrosi. Questo, e l’ossessione finto religiosa di tanti finti cristiani per le famiglie con un genitore solo o due genitori dello stesso sesso mi sembrano gli unici cambiamenti che riscontro rispetto ad allora.

In compenso il rischio povertà è aumentato e le madri single sono tra le  più esposte. Si sta meglio in coppia che da single, almeno dal punto di vista economico. Lo dimostrano in numeri, che indicano come nel 2024 tra i nuclei monoparentali il rischio di povertà o esclusione sociale ha raggiunto il 32,1%, contro il 21,2% delle coppie con figli. La situazione peggiora se il genitore single è donna. Tra le famiglie monoparentali con figli sotto i 16 anni di età, ad esempio, il rischio di povertà o esclusione sociale sempre nel 2024 era pari al 39,1%, contro il 27,2% delle coppie, ma saliva al 41,3% nel caso di madri sole, contro il 27,6% dei padri single. Questo dato evidenzia la situazione di particolare fragilità economica in cui versano le donne sole con figli minori. D’altra parte basta prendere in considerazione i dati sull’occupazione per spiegare il fenomeno: nella fascia di età tra i 25 e i 34 anni, solo una madre single su due ha un impiego. Lo dice Il Sole 24 ore, che offre anche un pallido raggio di speranza.

Soluzioni alternative:

Nuove realtà spingono a nuove soluzioni sociali. È il caso delle Mommunes. Il nome nasce dalla fusione dei termini “mom” (mamma) e “commune” (comunità) e indica la scelta di madri single di vivere con un’amica e i suoi figli in modo da condividere spese, responsabilità, faccende domestiche. É una sorta di mutuo soccorso che si sta diffondendo in tutto il mondo e che consente alle donne di fronteggiare insieme i problemi quotidiani. Una soluzione nata negli Stati Uniti, dove esistono piattaforme online che fanno incontrare le mamme single come CoAbode, ma che sta arrivando anche in Europa con soluzioni abitative nuove, anche in città dove i condomini si organizzano per mettere in comune alcuni servizi, soprattutto di assistenza alla persona come babysitter e badanti, per alleggerire i carichi familiari senza spese eccessive.

Troppe mamme, single e non, ancora oggi devono scegliere tra prole e lavoro: da questo punto di vista io sono stata super fortunata, non ho dovuto scegliere,  e grazie alla comune creata con mia madre ho potuto scrivere e tradurre letteralmente giorno e notte mentre lei si occupava della casa – peccato che ancora oggi quando vuole attaccar briga mio figlio mi rinfacci  che non ho mai cucinato per lui, e che senza sua nonna  non sarebbe sopravvissuto allo svezzamento. Ho avuto amiche speciali, alcune sparite nei meandri del tempo ma sempre nel mio cuore, altre presentissime ancora oggi e come allora fonte per me di ossigeno, risate, cure e pace mentale.

Ecco, tutta sta sbrodolata per dire che il tempo passa ma le mamme single tengono duro, magari hanno la schiena fuori uso ma il cuore è sempre pieno d’amore, anche nelle giornate più difficili e complicate. Il tempo dedicato ai rimpianti e alle malinconie per fortuna è come sempre limitato, forse per pura scaramanzia, di sicuro perché lamentarsi troppo porta sfiga. E aver tanto faticato in tutti i sensi non ci ha per nulla inacidite, anzi, giorno dopo giorno ci ricorda  quanto sia importante insegnare alla nostra prole che amore e rispetto sono i valori fondamentali della vita.

autore

SF storie

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