Abitare CULTURE E SOCIETÀ

Una casa a misura di famiglie a geometria variabile

scritto da Valia Galdi

Una casa a misura di famiglie a geometria variabile è il sogno di noi smallfamilies. E anche un colosso come Ikea, del quale abbiamo parlato, ci ha pensato. Questo è quello che ho fatto io, a casa mia. E ci sono anche spunti che arrivano da amiche.

La nostra casa di Genova era una casa piccola, in centro storico, il risultato di un frazionamento, quei 55 metri quadri erano un lungo passaggio di stanze largo due metri e tutte affacciate su un terrazzo, più che una casa era un giardino d’inverno. Ogni stanza era larga due metri, il lato interno era una parete attrezzata quello esterno era una serie di finestrone ottocentesche in pitch pine. Io e Alice dormivamo in una stanza soppalcata, l’unico spazio grande era la sala e avevamo deciso di lasciarla così per poterla vivere meglio.

Se non ci fossimo spostate in campagna, senz’altro con Alice più cresciuta avrei dovuto pensare a un altro soppalco.

Le soluzioni delle case, anch’esse a geometria variabile, in cui mi è capitato di vivere o di visitare quando ci vivevano gli amici non erano case al ribasso, anzi.

Penso che riorganizzare uno spazio e caratterizzarlo sia l’occasione per metterci qualcosa che fino a quel momento non avevamo potuto esprimere, qualcosa in cui ci riconosciamo o ci faccia piacere tenerci sotto il naso. Alcune soluzioni e arredi, anche partendo da soluzioni a catalogo, possono essere personalizzate. Alice ha giocato finendo per staccarli uno per volta i fiori uno specchio da bagno che avevamo rivisitato in una cornice, plasticosi, kitch pure, ma in quel bagno che avevamo rintonacato con suo papà ci stavano fin bene. Suddivisioni di spazi verso l’alto o diaframmati con mobili, librerie, spazi rivisitati con elementi in legno, plexiglass, tessuti, possono portare a soluzioni gradevoli e in cui ci sentiamo bene.

L’economia circolare e i molti esempi che troviamo anche in rete, ci possono suggerire soluzioni per reinventarsi oggetti, arredi, riusarli, modificarli, cambiandone il rivestimento, ricomponendoli.

Qui ho esplorato alcune soluzioni in cui lo spazio del letto si organizza in soppalchi, suddivisioni, o nel caso che ha adottato un’amica, un letto ribaltabile che ha tenuto per anni nella libreria del salotto, lasciando alla figlia la camera (per me soluzione troppo ardita).

Io penso che, quando è possibile, l’importante sia sistemarsi in modo da non vivere la nuova casa come sacrificio, come la copia rimediata della casa di origine, ma come lo spazio in cui poter esprimere qualcosa di noi stessi, la configurazione migliore possibile nelle condizioni in cui ci troviamo.

App 3 come proposto dall’agenzia

App_3

App 3 progetto 1

È la soluzione più complessa che prevede lo spostamento dell’angolo cottura in modo da suddividere la zona giorno in maniera più appropriata ( ad esempio secondo un approccio attento al rapporto yin yang, tra zone più raccolte e zone più esposte per attività e quindi presenza di luce, di movimento e di aria).

Nella casa inoltre viene creata una nuova apertura e la camera ri-suddivisa attraverso un elemento separatore (parete cartongesso ad esempio) a cui sono addossati l’armadio della camera genitoriale e la testiera attrezzata della camera del/dei figli.

App_3_prog_I

App 3 progetto 2

È la soluzione più semplice in cui l’angolo cottura viene lasciato dov’è, si apre una nuova porta nella parete divisoria e si costruisce un elemento separatore per ricavare le zone notte distinte, in parte translucido, come con i blocchi di vetro o con l’impiego di telai e tamponamenti in parte translucidi (formelle di vetro o plexiglass) oppure con l’inserimento di oggetti vetrosi (fiaschi, bicchieri, elementi che colorano lo spazio) in una parete ad esempio di gasbeton oppure in materiale ecologico (pannelli in canapa e terracruda), ecc…

In questa soluzione alcuni armadi trovano spazio nella zona giorno.

App_3_prog_2

App G come proposto dall’agenzia

App_G

Nelle varie soluzioni di progetto la camera del figlio/a/figli trova spazio al posto della camera prevista dall’agenzia, con alcune varianti:

App G progetto 1

L’angolo cottura viene spostato al centro e la porta d’ingresso si apre sul salotto, il letto viene protetto alla vista da un mobile passante (ad esempio alto 120)

App_G_I

App G progetto 2

Se la casa lo permette per l’altezza dei soffitti, lo spazio del letto viene ricavato su un soppalco mobile, realizzato in legno (es. pilastri con pannelli autoportanti) è sufficiente che vi sia un metro e ottanta sotto e sopra dipende dalle sensibilità personali, dormivo un metro e quaranta sopra, e prima di me il proprietario precedente che era molto più alto …

App_G_II

App G progetto 3

È la soluzione che adottò una mia amica con il letto ribaltabile in un mobile alto e a tutta parete, libreria / armadio.

App_G-III

L’immagine di apertura: Foto di Piyapong Saydaung da Pixabay

le immagini nel testo sono dell’autrice

autore

Valia Galdi

Architetta, disabile, madre di una figlia, redigo progetti di architettura naturale e bioclimatica, di accessibilità degli spazi, di arte del Feng Shui, in sintesi di benessere ambientale. Impegnata su questi temi dal 1992, alterno attività professionale e attività di ricerca e didattica all’interno di Enti e Associazioni. Sono socia CERPA (Centro Europeo di Ricerca e Promozione dell’Accessibilità), partecipo a progetti europei sui temi del turismo inclusivo, faccio parte del progetto Plain Green di rete per l’architettura ecologica, ho collaborato con Anidra Università Popolare. Sono velista paralimpica della Classe Hansa 303 e referente dell’Associazione Italiana Classe Hansa per la Liguria. Sono nella rete dei servizi convenzionati con l’associazione Smallfamilies. Per il sito scrivo in merito a queste tematiche. Sono anche autrice di un racconto dell’antologia smALLholidays, secondo titolo della collana smALLbooks per Smallfamilies aps (Cinquesensi Editore).

lascia un commento