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Mai più zitti. La bella storia di K-Lab

scritto da Lilli Bacci

Mai più zitti, mai più zitti è stato il refrain che mi ha accompagnato durante la Milano Design Week, dove non è proprio scontato imbattersi in qualcosa che arriva come una freccia al cuore. Quest’anno è successo, percorrendo gli spazi di Cascina Cuccagna -guardando prima un po’ distrattamente poi con la voglia di approfondire- di fare “l’incontro”: cornici in legno con scritti pensieri bellissimi mi hanno fermato e illuminato.Nubi, io aspiro al sole” oppure “ Solo se fatti di luce possiamo spegnere il buio” … Chi ha scritto queste frasi? Ragazzi. I “Ragazzi Zitti di K-lab. Ragazzi senza parole, ma normalmente intelligenti”.

Non “diversamente abili” ma “diversamente speciali”.

La disabilità è una risorsa, non un ostacolo. E il compito di K-lab, sede a Reggio Emilia, invenzione di una mamma molto speciale con un figlio diversamente speciale, è proprio quello di trasformare in risorse, ricchezza e talento professionale ciò che questi ragazzi hanno capacità di esprimere e di fare.

I “ragazzi zitti” non parlano, a causa di handicap motori o disturbi del comportamento, e arrivano ad esprimersi e raccontarsi solo attraverso la scrittura grazie alla COMUNICAZIONE FACILITATA, una tecnica di Comunicazione Aumentativa Alfabetica del Linguaggio, che permette loro, dopo formazione, lavoro e tanto allenamento, di uscire dal silenzio. E con la collaborazione di educatori, facilitatori e neuro psicomotricisti da una parte e di designer, stilisti, illustratori, grafici dall’altra, K-lab favorisce e sviluppa una rete professionale e creativa di alto profilo da mettere al servizio delle imprese e delle istituzioni.

«Questo progetto restituisce all’economia e all’impresa un’Anima Etica, che nasce dall’idea di lavorare sì per fare business, ma con uno scopo finale che conferisce una forza molto diversa al lavoro.», spiega Annalisa Rabitti (oggi consigliere del comune di Reggio Emilia eletta con un record di preferenze) che insieme a Alessandro Marani ha creato K-lab, e prosegue: «Si condividono con i clienti non solo un progetto lavorativo ma anche un percorso umano di crescita e di valorizzazione. Con la voglia di mostrare al mondo una nuova strada per lavorare, fatta di riconoscimento reciproco, accoglienza, rispetto… Non beneficenza o assistenza, ma investimento economico che si riflette in credibilità, trasparenza e visibilità per tutti. Fare impresa con pienezza – continua Rabitti – senza perdere la competitività sul mercato, cercando per l’intero processo produttivo di lavorare con aziende, associazioni e cooperative impegnate in campo solidale. Creare valore economico e quindi riconoscimento sociale, dare un impiego di livello adeguato ed essere riconosciuti come individui produttivi. Offrire a questi ragazzi un quotidiano pieno, creativo, stimolante ed un futuro luminoso.», conclude Annalisa Rabitti.

Le cornici e gli oggetti di legno sono creati con materiali considerati di scarto, diventati il supporto perfetto per le frasi dei ragazzi K-lab, e sono realizzati dal laboratorio di falegnameria dell’Indaco, dove ragazzi speciali fanno attività pratiche e creative. Le lampade prodotte da Attica Design e la collezione dei piatti distribuiti da Rossana Orlandi sono disegnate da Stefania Vasquez, le buste di carta di Essential, le t-shirt, sono tutte cose prodotte con le frasi e i pensieri dei “ragazzi zitti”. Che non staranno mai più in silenzio.

autore

Lilli Bacci

Lilli Bacci dopo un passato come socioeducatrice, mi sono laureata in Antropologia Sociale con una ricerca sugli spazi abitati, che sono da sempre centro del mio lavoro e del mio interesse. Libera professionista, lavoro da anni come art director e stylist per servizi fotografici, stand, negozi e allestisco mostre ed eventi, portando attenzione e uno sguardo antropologico sull’interno del mondo della “casa”. Collaboro come giornalista freelance con alcune riviste di arredamento e lifestyle. Per il sito Smallfamilies® scrivo intorno all’abitare nelle famiglie a geometria variabile.

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