Il catalogo contiene una selezione di fotografie presenti nella mostra Ritratti di famiglie, che si è tenuta presso il Liceo Artistico Caravaggio di Milano (4–7 giugno 2025), e rappresenta, insieme all’esperienza di scrittura autobiografica da cui è nato il libro Famiglia a modo nostro. 44 racconti di giovani figlie e figli (Cinquesensi editore, maggio 2025), un altro tassello del progetto Piccola antologia di oggetti familiari, un laboratorio creativo e multidisciplinare che racconta la famiglia che cambia, ideato da Smallfamilies aps in collaborazione con il Liceo Artistico Statale Caravaggio di Milano e realizzato nel corso dell’anno scolastico 2024–25.
Gli studenti e le studentesse delle classi terze e quarte dell’Indirizzo Audiovisivo e Multimediale, con l’aiuto di esperti e docenti, sono stati invitati a mettere in scena le loro famiglie, rappresentandole a partire da un oggetto dal valore simbolico e affettivo – non economico – legato alla propria storia personale, e a contribuire all’ideazione e all’allestimento della mostra da cui è nato il catalogo.
Fotografia Sarah Anna Petrera, senza titolo
Riportiamo qui di seguito alcuni brani tratti dal catalogo della mostra:
“Gli oggetti sono stati, di fatto, un pretesto: una sorta di grimaldello per aprire finestre su mondi familiari tra i più disparati, sebbene talvolta si siano quasi dissolti nella loro rappresentazione visiva. Ne è emerso un percorso articolato tra narrazione autobiografica individuale e collettiva ed esercizio concettuale. Una sorta di viaggio per immagini e suoni che ha portato – e ciò è una novità – lo sguardo delle giovani generazioni su un argomento così poco indagato, quasi fosse un tabù.
Le classi terze hanno lavorato, chi in gruppo e chi individualmente, fotografando i propri nuclei familiari o quelli dei compagni, mentre le classi quarte hanno preferito descrivere in forma astratta la loro percezione di famiglia, creando per la mostra un collage di paesaggi sonori ispirati o tratti dalla vita domestica: un mixaggio di suoni quotidiani, come il rumore della chiave nella serratura o quello dei piatti, mescolati alle voci della cena.
Con l’intento di valorizzare l’intero processo creativo sviluppato nel corso dell’anno scolastico e offrire un’esperienza di progettazione condivisa e partecipata, la mostra è stata preceduta da un workshop di co-progettazione coordinato dagli architetti Gisella Bassanini e Maurizio Splendore, tenutosi tra marzo e aprile 2025 e articolato in tre incontri. (…) Questo catalogo è il risultato di un lavoro corale e partecipato, che ha dato forma a visioni intime, sincere e a tratti inaspettate della famiglia contemporanea. Un’occasione preziosa per ascoltare e vedere come le nuove generazioni raccontano il proprio mondo, a partire da ciò che hanno di più vicino: casa, oggetti, suoni, affetti”.
(Maurizio Splendore, architetto e membro del Direttivo Smallfamilies aps)
Fotografia Francis Pascual, senza titolo
“Le immagini raccolte in questo libro nascono dal tentativo di non dire cos’è la famiglia ma dove si trova, dove si è trovata. Ci sono ritratti veri e propri: volti, pose, intimità catturate con pudore. Altre fotografie sono quasi astratte, come se il soggetto fosse sparito all’ultimo momento lasciando solo il campo, un gatto, un oggetto, il letto disfatto. La fotografia di famiglia, nel suo uso più comune, è legata a momenti simbolici, a riti di passaggio, a celebrazioni. Queste immagini, spesso tecnicamente “imperfette”, acquistano valore affettivo proprio grazie alla loro immediatezza e spontaneità.
(…) In un tempo in cui si fotografa tutto, qui la fotografia diventa uno strumento per stare con ciò che si conosce troppo bene per essere visto, uno sguardo di ritorno, un tentativo di vedere di nuovo ciò che è sempre stato lì. In alcuni casi le immagini si soffermano sull’assenza, lo spazio fotografato diventa luogo della mancanza, della trasformazione. Questo ci ricorda che l’identità familiare è sempre in costante ridefinizione in quanto luogo del cambiamento e della trasformazione: chi c’era e non c’è più, chi è cambiato, chi ha smesso di occupare un posto e ha lasciato una traccia. La fotografia ci permette un confronto con ciò che è stato. Altri lavori, invece, indagano la materia dei legami. Una madre che sorride, un fratello annoiato, una sorella che si nasconde, un cane che guarda in camera. La fotografia documenta nella sua semplicità l’essere famiglia, ci mostra ciò che di solito è troppo vicino, troppo semplice per essere notato. Altre immagini ricercano un’idea di famiglia fuori dalle mura domestiche, tra gli amici, tra gli affetti, in quei luoghi in cui possiamo rifugiarci e sentirci a casa. La fotografia è un modo per vivere le cose attraverso il desiderio di vederle di nuovo.
Questi ritratti non nascono dalla volontà di fissare un momento, ma di attraversarlo, di mettersi accanto alle cose, guardarle un po’ più da vicino e sentire se dentro quell’immagine c’è qualcosa che ci riguarda ancora. Le fotografie raccolte in questo volume non intendono fornire una definizione univoca di “famiglia”. Ogni studente ha scelto di raccontare un frammento del proprio mondo e della propria esperienza personale, partendo dal concetto di famiglia per ampliarlo, rielaborarlo e trasformarlo, superando le accezioni più convenzionali. E lo ha fatto attraverso un’immagine intima e pubblica al tempo stesso in un generoso gesto di apertura, di condivisione. Queste immagini fragili acquistano il loro senso più profondo proprio nella loro vulnerabilità, non ricercano una perfezione tecnica ma vogliono restituire la forma di un’emozione. Non stiamo guardando solo ritratti di famiglia, ma immagini che nascono dal desiderio di comprendere, di dire, di vedere. Testimonianze di un’età in cui ogni gesto è una scoperta e ogni immagine un possibile inizio”.
(Alessandro Laita, docente di Discipline audiovisive e multimediali, classe 3E, Liceo Artistico Statale Caravaggio di Milano)
Fotografia Jam, senza titolo
“- ho nelle mani il ritratto di chi è lontano
– quanto è grande il tuo album di famiglia?
– chi porta la macchina fotografica?
– camminare sulle parole
– gestire la relazione con i soggetti fotografati (ricordarsi dei momenti morti-utilizzare la sala del tè)
– montare il set
– andiamo al museo a vedere le fotografie di Thomas Struth
– montare le luci (2 banchi led per ogni gruppo)
– montare macchina e cavalletto
– facciamo brainstorming in movimento
– riconsegnare tutti i materiali in perfette condizioni
– svuotare il set
– chi vuoi essere tu? la mamma, il papà, il figlio, la figlia o il cane?
– fermarsi per un tempo
– …e se l’immagine viaggiasse attraverso dei pixel?
Questa lista delle cose da fare raccoglie una parte delle indicazioni orali e scritte che hanno dato una direzione al lavoro di preparazione, scatto e post produzione portato avanti con la classe 3G.
La logica che ha guidato la progettazione di tutte le attività è stata quella di aprire accessi per lə studentə a immaginari e strutture, lasciando loro quanta più libertà interpretativa possibile.
Dopo una prima fase di brainstorming performativo che ha anticipato anche il lavoro di scrittura che la classe ha portato avanti con la collega di lettere, abbiamo avuto contezza di quanto carico emotivo potesse avere sullə studentə la progettazione di uno scatto fotografico della propria famiglia”.
(Elena Radice e Patrizio Raso, docenti di Discipline audiovisive e multimediali, classe 3G, Liceo Artistico Statale Caravaggio di Milano)
Fotografia Rebecca Poli, sorrisi per pranzo
100 copie del catalogo “Ritratti di famiglie” (Cinquesensi editore, ottobre 2025), sono state donate da Smallfamilies aps al Liceo Artistico Caravaggio di Milano, partner di Progetto, insieme a 250 copie del libro di racconti “Famiglia a modo nostro. 44 racconti di giovani figlie e figli (Cinquesensi, editore, maggio 2025).
Questo Progetto è sostenuto con i fondi 8X1000 della Chiesa Valdese & 5×1000.
Fotografia in apertura: Nadia Podetti, Dissolvenza