Il parere della nostra Avvocata Maria Garofalo sul disegno di legge n°49 approvato dalla Regione Lombardia a sostegno dei genitori separati.
Il disegno di legge regionale approvato dalla Regione Lombardia lo scorso 19 giugno riconosce ai genitori con figli minori a carico interventi agevolati, punteggi maggiori nelle graduatorie per avere alloggi pubblici; forme di locazione agevolate, oltre interventi di concessione temporanea di contributi e di misure di credito […]finalizzati a supportare i genitori nella definizione del loro ruolo, tanto nella fase della separazione, quanto nella fase successiva e sostenerli economicamente, garantendo così i diritti del minore ad una crescita serena.
Il disegno di legge è diretto a coloro che risiedono da almeno cinque anni in Lombardia; siano separati da non più di tre anni e abbiano un reddito Isee non superiore a 12mila euro. Il provvedimento prevede anche che la Giunta presenti annualmente una relazione al Consiglio regionale.
Questo provvedimento esclude le coppie separate non coniugate e i loro figli nonostante queste aumentino esponenzialmente ogni anno (ancor più delle separazioni e divorzi).
Un intervento legislativo così concepito rimanda ad una concezione arcaica della famiglia, che poco ha a che fare con la geografia sociale e familiare moderna.
A nulla sembrano essere servite le spinte innovative che hanno costretto, con enorme ritardo, il legislatore nazionale a promulgare la Legge n. 219 del dicembre 2012 , equiparando figli naturali e legittimi e ponendo così fine ad una disparità anacronistica. Proprio in base ad una legge dello Stato, il matrimonio per la prima volta è diventato automaticamente non più necessario per l’instaurazione di un rapporto familiare, in conformità all’art. 30 della Costituzione (“È dovere e diritto dei genitori mantenere, istruire ed educare i figli, anche se nati fuori del matrimonio.“) e agli articoli 8 e 14 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo che vietano le discriminazioni in base alla nascita e la distinzione fra famiglia legittima e illegittima. Ora, il disegno di legge regionale pone in dubbio gli stessi principi ispiratori di una legge dello Stato, cancellando sic et simpliciter i diritti di quei minori che non hanno genitori coniugati.
In Regione hanno più volte precisato che lo scopo del disegno di legge è tutelare la famiglia, così come riconosciuta dalla Costituzione, e venire incontro a quei genitori che in seguito alla separazione siano a rischio povertà in un momento di particolare fragilità. Quindi sostegno ai genitori e non ai figli.
Ci chiediamo, quale famiglia e quali genitori? Quelli che stanno ponendo fine al loro rapporto?
La Costituzione, all’art. 3 dispone che Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.
È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana” .
È davvero un paradosso: questo disegno di legge ha come obiettivo la tutela di una famiglia che con la separazione si sta disgregando e viola la dignità di tutti quei genitori single che, al pari dei separati, versano in condizioni di fragilità e sono a rischio povertà.
Auspichiamo che il Consiglio Regionale possa, a breve, rimuovere tutti quegli ostacoli che impediscono ad alcuni genitori di essere uguali agli altri, mediante un intervento migliorativo, atto a includere tra i beneficiari tutti i genitori anche i non coniugati.