Non è mai troppo tardi per diventare un genitore (papà) migliore. Ripetere come un mantra questa frase fino a interiorizzarla potrebbe non bastare a renderla vera.
Più utili, invece, per provare a mettere in pratica il proposito, possono rivelarsi alcune letture estive di vario genere e di vario spessore. Da fare o da evitare.
Buone notizie: in Italia il mestiere di padre comincia a essere preso sul serio. Lo dimostra il fatto che un libro inutile e sciocchino come “Keep calm per papà” (Feltrinelli) – raccolta di frasi, consigli e aforismi di altri papà più famosi (“Il lavoro più duro al mondo non è essere il presidente. È essere genitore” Bill Clinton) – che nel Regno Unito e negli States è rimasto mesi in classifica e ha stravenduto (250mila copie), da noi non se l’è filato quasi nessuno.
Brutte notizie: in Italia il mestiere di padre comincia a essere preso troppo sul serio. Così dopo il bestseller “Cosa resta del padre” (Raffaello Cortina, 2013) di Massimo Recalcati a finire il lavoro – ovvero demolire quello che appunto restava del padre – è toccato quest’anno a Vittorino Andreoli con il definitivo “L’educazione (im)possibile” (Rizzoli). Ci fossero dubbi su dove si va a parare, il sottotitolo è esplicativo, forse perfino programmatico: “Orientarsi in una società senza padri”. Un uno-due che vale una iniezione di sfiducia per la categoria pater. Così la pars destruens è completata.
Per fortuna c’è pure una pars construens. Al riguardo vale la pena cambiare genere: leggerezza, umorismo e autoironia sono mattoni che sorreggono la nuova figura paterna. Parte bene, vale a dire con l’esperienza pratica poi tradotta in diario della quotidianità, Angelo Raffaele Pisani (metà del due comico Pali & Dispari) con “Conto fino a tre… Parola di papà” (Kowalski). Altro esempio virtuoso (titolo a parte) è “Non esiste solo la cinghia” (De Agostini), manuale tragicomico di pedagogia. “Questo libro è fatto di carta è questa e l’unica cosa che ha in comune con i veri manuali di psicopedagogia” e “Nessun padre e stato maltrattato per scrivere questo libro” scrivono nella premessa il comico Stefano Manca e il giornalista David De Filippi.
In chiave propositiva è una lettura “obbligatoria” per le vacanze “Lasciateli giocare con gli orsi” (Fabbri) di Peter Brown Hoffmeister. Padre di due bambini, spiega come scoprire e far scoprire ai piccoli il bello della natura. Esempio: dietro una semplice passeggiata in montagna c’è il valore di una esperienza condivisa, di un cammino fatto assieme. È scritto con due occhi di riguardo: uno per i bambini, che gradiranno la vitamina D (“Dirt, sporco”) ovvero la regola secondo cui in natura sporcandosi si impara. L’altro occhio di riguardo è per i papà, almeno quelli che non sono perfettamente “ecocompatibili” come Brown Hoffmeister: climber, insegnante di rafting e maestro di arrampicata…
Non è il caso di allarmarsi: l’imperfezione della coppia genitoriale era nota – “Gli imperfetti genitori” (Bur) di Marcello Bernardi –. Quella del genitore singolo una variante imprevedibile e molto probabile.