I figli fantasmini di un papà-fantasma single, un elfo adottato da una coppia di orchi, due fratellini figli di due avventurose piratesse, il piccolo Mostrino figlio di una mamma single super lavoratrice nella sua Incubi Notturni spa, una principessa-maga con i genitori divorziati, una diavoletta che vive con la nonna e la mamma ventenne a Castelnuovo Inferno etc etc
Sul catalogo Einaudi si legge:
«Allargate, monoparentali, arcobaleno, multietniche, adottive. Con genitori separati, mamme adolescenti… Dove c’è amore, là c’è una famiglia. E, tradizionali o non, tutte le famiglie sono magiche! Per accorciare la distanza tra il mondo delle fiabe e la società in cui viviamo oggi. Per dare a ogni bambino una fiaba in cui possa riconoscere sé stesso e la sua famiglia. ……..»
Sono 10 storie. Avvincenti, ben scritte, zeppe di riferimenti a consuetudini, personaggi, denominazioni e parole attuali, in cui i bambini sicuramente si possono ritrovare facilmente. L’obiettivo è esplicito e molto condivisibile. Non si può che esserne contenti e non si può che considerarla una buona proposta e una buona notizia.
Con un solo ma. Il titolo.
Il titolo non mi convince: Fiabe straordinarie per famiglie non ordinarie.
Le fiabe sono straordinarie per natura, narrano sempre di eventi e luoghi fantastici quindi definirle straordinarie potrebbe lasciar intuire un intento esattamente opposto rispetto alle intenzioni degli autori.
Per: nel senso che sono storie che narrano vicende di famiglie fuori dall’ordinario perché di fantasia? Fuori dall’ordinario rispetto ai tipi di famiglia tradizionalmente trattato nelle fiabe? Oppure per nel senso di indirizzate a? Destinate a un pubblico di famiglie cosiddette non ordinarie?
In entrambi i casi la domanda sorge spontanea. Perché (ancora) la necessità di definire? Di riferirsi a uno schema?
Quali famiglie sono definibili ordinarie e quali non ordinarie?
Se tale è la necessità significa che siamo (ancora) solo a metà strada, forse a un terzo.
Mettersi in pari con l’evoluzione della società in cui viviamo secondo me richiede un’attenzione maggiore alle parole, uno sforzo maggiore. Lo sforzo di cercare di non definire. Cercare di uscire dallo schema secondo cui c’è (ancora) un modello di riferimento (ordinario).
Ogni famiglia è ordinaria o straordinaria soltanto in ragione della sua storia, delle sue vicende, soltanto secondo come la si vive al suo interno.
Una margherita può essere il fiore più ordinario o straordinario che esista secondo il momento, la circostanza etc
Per la margherita possiamo trovare molti attributi: bella, bianca, piccola, esile… Ogni margherita è simile alle altre, ma ogni margherita è unica. Come le famiglie.
Cerchiamo attributi e non definizioni.
In ogni caso grazie agli autori per le belle storie e per le migliori intenzioni che hanno avuto nello scrivere questo libro.