Di un progetto di nonni sociali abbiamo già parlato riferendoci a quella promossa da Auser Lombardia. Sulla stessa scia si colloca il progetto ideato dal centro sociale polivalente per Anziani del Comune di Bari, gestito dalla Cooperativa Gea, in collaborazione con l’assessorato al Welfare.
Si tratta della creazione di una rete di “nonni sociali” a Bari disposti a mettere a disposizione della comunità e a sostegno dei genitori in difficoltà la propria esperienza e il proprio tempo.
Saranno messi in rete dunque anziani che abbiano voglia e tempo da dedicare ai più piccoli e nuclei familiari in difficoltà come ad esempio famiglie che non abbiano una rete di riferimento, adulti che lavorano e che hanno poco tempo per occuparsi dei propri figli, famiglie in difficoltà temporanea.
La cooperativa Gea gestisce due Comunità per l’accoglienza di mamme con figli ed inoltre spesso si trova quindi a cercare soluzioni pratiche che possano consentire alle mamme di ritrovare i loro spazi di autonomia sociale e lavorativa e ai bambini di essere accuditi anche fuori dalla Comunità.
È proprio in questo quadro che il progetto “nonni sociali” è stato concepito e progettato.
Francesca Bottalico, assessora al Welfare del Comune di Bari, così racconta il progetto:
Sappiamo bene che nella nostra città ci sono tanti anziani soli, ancora molto attivi, che hanno voglia di rendersi utili e di sentirsi vivi, e moltissimi nuclei familiari in affanno, genitori single che lavorano o anche coppie con figli che, per le ragioni più disparate, non riescono a dedicarsi a quell’impegno di cura che crescere dei bambini comporta inevitabilmente. Nasce da qui l’idea dei “nonni sociali”, una sorta di circolo virtuoso in cui ciascuno mette in gioco i propri bisogni e la propria esperienza di vita per essere d’aiuto e generare nuove possibilità. L’incontro intergenerazionale è una dimensione che può riservare grandi sorprese e creare legami significativi che vanno anche oltre le finalità del singolo progetto. Credo che esistano le condizioni e la sensibilità perché la rete dei “nonni sociali” possa prendere corpo“.
Entro fine novembre sarà presentato il programma, in via di definizione, a cura di psicologi, legali ed educatori sociali.
Foto di Nikon-2110 da Pixabay
Immagine di apertura tratta dal sito bimbisaniebelli