Gli orfani di mamme uccise tra il 2000 e il 2015 n Italia, secondo uno studio recente, sono circa 1.600 tra bambini/bambine e gli/le adolescenti. In molti casi per loro non c’è più neanche il papà, in carcere o morto suicida, e si trovano pertanto costretti ad andare a vivere con i nonni e gli zii, quando ci sono, oppure ad essere affidati a un’altra famiglia o ad entrare in una comunità. Sono numeri importanti e preoccupanti.
Nella direzione di un riconoscimento dei diritti fondamentali di questi minori si inserisce il disegno di legge a tutela degli orfani di crimini domestici, approvato all’unanimità dalla Camera dei deputati e che al Senato ha subito recentemente un brusco arresto.
Il provvedimento, che dovrebbe trasformare in legge le norme a favore degli orfani delle vittime di femminicidio e violenza domestica, prevede una serie di misure: il gratuito patrocinio per gli orfani; la facoltà per il giudice di liquidare una parte del risarcimento in sede penale a titolo di provvisionale; la sospensione della capacità del presunto colpevole a succedere alla vittima; il sequestro conservativo sui beni dello stesso; la sospensione dall’erogazione della pensione di reversibilità in favore del presunto colpevole e la sua devoluzione in favore degli orfani; l’assistenza di carattere psicologico per tutto il tempo necessario.
Qualcuno ha scritto che sono orfani tre volte: della vittima (quasi sempre la mamma), dell’assassino (suicida o in galera) e dello Stato che li abbandona a un destino gramo. Ci voleva una legge. Ma questa ora è sepolta sotto gli alti steccati dell’ideologia, sempre più lontani dal mondo reale.
Su tema ci piace citare il Caffè di Gramellini del 17 luglio 2016
un articolo di Andrea Catizone del 10 luglio 2017
Foto di Emilian Robert Vicol da Pixabay