Diritti e Doveri Policy

Orfani di crimini domestici. Legge bloccata in Senato

scritto da Gisella Bassanini

Gli orfani di mamme uccise tra il 2000 e il 2015 n Italia, secondo uno studio recente, sono circa 1.600 tra bambini/bambine e gli/le adolescenti. In molti casi per loro non c’è più neanche il papà, in carcere o morto suicida, e si trovano pertanto costretti ad andare a vivere con i nonni e gli zii, quando ci sono, oppure ad essere affidati a un’altra famiglia o ad entrare in una comunità. Sono numeri importanti e preoccupanti.

Nella direzione di un riconoscimento dei diritti fondamentali di questi minori si inserisce il ​disegno di legge a tutela ​degli orfani di crimini domestici, approvato all’unanimità​ dalla​ Camera dei deputati e che al Senato ha subito recentemente un brusco arresto.

Il provvedimento, che dovrebbe trasformare in legge le norme a favore degli orfani delle vittime di femminicidio e violenza domestica, prevede una serie di misure: il gratuito patrocinio per gli orfani; l​a facoltà per il giudice di liquidare una parte del risarcimento in sede penale a titolo di provvisionale; la sospensione della capacità del presunto colpevole a succedere alla vittima; il sequestro conservativo sui beni dello stesso; la sospensione dall’erogazione della pensione di reversibilità in favore del presunto colpevole e la sua devoluzione in favore degli orfani; l’assistenza di carattere psicologico per tutto il tempo necessario. ​

Qualcuno ha scritto che sono orfani tre volte: della vittima (quasi sempre la mamma), dell’assassino (suicida o in galera) e dello Stato che li abbandona a un destino gramo. Ci voleva una legge. Ma questa ora è sepolta sotto gli alti steccati dell’ideologia, sempre più lontani dal mondo reale.

Su tema ci piace citare il Caffè di Gramellini del 17 luglio 2016

un articolo di Andrea Catizone del 10 luglio 2017

 

Foto di Emilian Robert Vicol da Pixabay

 

autore

Gisella Bassanini

Docente e ricercatrice, ho una figlia, Matilde Sofia. Coordino le attività di  Smallfamilies aps di cui sono fondatrice e presidente.  Seguo in particolare  l’area  welfare e policy, le questioni legate all’abitare e per il nostro Osservatorio mi occupo dello sviluppo  di  progetti di ricerca sulle famiglie monogenitoriali e più in generale sulle “famiglie a geometria variabile”.

Abito a Milano (città che amo) e, dopo la laurea in architettura al Politecnico di Milano,  ho trascorso molti anni  impegnata  in università (dottorato di ricerca, docenza, scrittura di libri) e nella libera professione (sviluppo di processi partecipativi,  piani dei tempi e degli orari della città, approccio di genere nella progettazione architettonica e nella pianificazione urbana). Ora insegno materie artistiche nella scuola pubblica e continuo nella mia attività di studio e ricerca in modo indipendente. La nascita di mia figlia nel 2001 ha trasformato profondamente (e in meglio) la mia vita, nonostante la fatica di crescerla da sola. Da allora, il desiderio di fare qualcosa per-e-con chi si trova a vivere una condizione analoga è diventato ogni giorno più forte. Da questa voglia di fare e di condividere, e dall’incontro con Michele Giulini ed Erika Freschi, è nata Smallfamilies aps, sintesi ideale della mia storia personale e del mio percorso professionale.

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