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Abitare un’altra età. Insieme

scritto da Lilli Bacci

Abitare diversamente il mondo, i luoghi, la nostra casa, il nostro corpo con l’avanzare dell’età. Che cosa c’entra con le smallfamilies? Molto. Perché il welfare di oggi non tiene conto in modo sufficiente, né democratico, né abbastanza dignitoso, di quei cittadini che pur avendo lavorato, pagato le tasse e magari anche dato lustro al proprio Paese, si ritrovano con pensioni risicate e risicati aiuti sociali. In città come nella provincia. Anche perché è cambiato il rapporto con “i vecchi”. E contro la vecchiaia che si combatte invece di accoglierla. Da qui la necessità di fare “comunità”, di costituire di fatto nuclei con nuove geometrie.

Intorno alla data del mio compleanno – un compleanno difficile o meglio, importante, appena festeggiato – ho letto in contemporanea due libri profondi e bellissimi, che ho sentito intimamente collegati, uniti.

Uno è Al giardino ancora non l’ho detto di Pia Pera (nota scrittrice sul tema, che ha anche creato il blog www.ortidipace.org): meraviglioso diario di una persona che deve fare i conti con una malattia invalidante che stravolge tutto, ma che resta salda a sé stessa cercando di accompagnare con dolcezza, accettazione, attenzione, cura, cultura e bellezza il suo percorso. La fratellanza con un albicocco che sta morendo ma che tutto storto continua a fiorire. Il giardino come accoglienza e unica profonda appagante relazione felice possibile. Cambiando i ritmi, trasformando la casa. Facendosi aiutare. Passeggiando e osservando il giardino invece di immergersi a piantumare, potare, seminare, raccogliere come sempre fatto prima. Abbandonarsi allo stupore per riuscire a vivere. Accogliendo a braccia aperte l’arricchimento interiore che arriva anche nel declino.

copL’altro si intitola Incontrare la vecchiaia: guadagni e perdite (Ledizioni) ed è uno sguardo lieve sul pianeta della vecchiaia, un resoconto sincero sugli incontri di un gruppo di donne della LUD (Libera Università delle Donne) che la sociologa Marina Piazza ha guidato mettendosi in gioco come tutte le altre, e che insieme a Clara Mantica ha voluto raccogliere in questo prezioso libro presentato lo scorso 10 maggio alla Casa delle donne di Milano

La vecchiaia, invecchiare. Un tema-tabù di cui oggi si accorge a livello sociale (il fenomeno si sa è in crescita e il mondo si sta trasformando in un mondo di vecchi: ogni 100 giovani ci sono 157,7 anziani secondo l’indice di vecchiaia per l’Italia Istat 2015) e in cui anche la pubblicità mette le mani circoscrivendo il fenomeno prevalentemente alle donne: le dentiere sono per le donne, le perdite e quindi i pannoloni sono per le donne… Oppure le donne sono plastificate, rese lisce o nuovamente formose dagli interventi compulsivi del chirurgo plastico. Luoghi comuni vedono gli anziani come relitti oppure come vispi, allegri, dinamici, instancabili.

In questo libro-resoconto c’è la bellezza di essere quello che si è, c’è la voglia di capire come si vive davvero questa fase della vita, c’è la curiosità, ci sono le sfide nuove a cui aprirsi.

In entrambi c’è l’accogliere l’incertezza, c’è il disimparare ciò che si è state accettando nuove “forme di vita”, c’è il gustare le sensazioni quotidiane che ci fanno bene (come ci ha insegnato l’altro libro-gioiello prezioso Il sale della terra di Françoise Héritier ), c’è un farsi forza della propria scoperta debolezza.

C’è, come dice Marina Piazza, il senso politico dell’invecchiare e dell’ammalarsi.

Io che mi occupo di abitare sento che tutto questo c’entra molto. Abitare diversamente il mondo, i luoghi, la nostra casa, il nostro corpo. Doverosamente imparare a farlo. Come cita fin dall’inizio James Hillman nel suo irrinunciabile La forza del carattere, T.S. Eliot diceva “I vecchi dovrebbero essere esploratori.”

casadelledonne

Casa delle donne di Milano, con Marina Piazza sociologa e ricercatrice


Nell’immagine di apertura un ritratto della scrittirce Pia Pera

autore

Lilli Bacci

Lilli Bacci dopo un passato come socioeducatrice, mi sono laureata in Antropologia Sociale con una ricerca sugli spazi abitati, che sono da sempre centro del mio lavoro e del mio interesse. Libera professionista, lavoro da anni come art director e stylist per servizi fotografici, stand, negozi e allestisco mostre ed eventi, portando attenzione e uno sguardo antropologico sull’interno del mondo della “casa”. Collaboro come giornalista freelance con alcune riviste di arredamento e lifestyle. Per il sito Smallfamilies® scrivo intorno all’abitare nelle famiglie a geometria variabile.

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