Ho 55 anni e due figli universitari di 24 e 22 anni. Sono da sempre sola a crescerli, da un punto di vista educazionale, anche quando ero sposata. Mi sono separata nel 2000, dopo un percorso di mediazione familiare lungo due, faticosissimi e dolorosissimi, anni.
Mi ha aiutato per la gestione pratica dei figli mia madre, unico parente che abbiamo, ma sempre caricandomi della responsabilità di aver causato tutto ciò che non solo stava accadendo a me, ma che era accaduto a lei…
Dal 2006 sono vedova, con enormi traversie, sia economiche che psicologiche. Ora ho raggiunto una certa stabilità, ma con tanta fatica e con tantissime paure e cose irrisolte che stipo in fondo all’anima.
Sono fortunata perché ho un lavoro ed economicamente sono sufficiente a mantenere i miei figli all’università e riesco a gestire mia madre ormai invalida al 100%, che ha una pensione minima.
Ho chiesto il part time al 75% per avere la possibilità di assistenza a mia madre al pomeriggio, dato che una badante a tempo pieno non riuscivo a permettermela, e dal 2009 mi è stato concesso, ma da questo novembre la nostra azienda ospedaliera ha fatto una riorganizzazione del servizio facendoci diventare turnisti e modificando unilateralmente anche i contratti part time e organizzando il servizio mensilmente.
Ironia della sorte i mesi lavorativi, per la mia l’azienda, partono dal giorno 15 e non dall’1, per cui io alterno un mese in cui lavoro al mattino e un mese in cui lavoro il pomeriggio.
Non riuscendo più a gestire nulla!!!!
Siamo in mano ad un avvocato… Speriamo nel lento corso dei giudici del lavoro e nella loro “giustizia”.
Comunque sono fortunatissima perché ho un’amica del cuore, come si diceva da piccole, che mi è sempre stata vicina e mi ha aiutato in tutti i sensi.
Però… le paure per il futuro, soprattutto per i miei figli, il tempo per me che non è mai esistito perché utilizzato x organizzare, risolvere problemi anche solo di vita quotidiana…
Convivo con un enorme bagaglio di sensi di colpa che ogni tanto mi schiaccia un po’, anche se la mia amica sostiene che è colpa del mio delirio di onnipotenza. Allora ho tentato di sedarlo confrontandomi, in diversi momenti, con due psicologhe, una troppo onerosa economicamente – e che non ho più potuto sostenere – e l’altra che stava muta per tutta la seduta… – ovvero, per avere uno spazio ”sfogatoio” potevo farlo con meno fatica davanti allo specchio di casa! –
Avrei avuto, e spesso questa necessità la sento ancora, bisogno di un confronto con altre realtà simili alla mia per provare quel senso di condivisione e il confronto con estranee che è utile perché il distacco emotivo nel confronto alle volte ti fa dire o esprimere cose che con chi ti è emotivamente molto vicino non riesci ad esprimere totalmente, per innumerevoli motivi.
Vi ringrazio per avermi dato questo spazio e per aver avuto il coraggio e le capacità di aver costruito tutto ciò e sono contenta che oggi lavoravo al pomeriggio e sono riuscita a conoscervi attraverso radio pop.
Grazie ancora
Anna