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Assegno unico, una presa in giro il bonus per genitori vedovi

scritto da Cristina Mordiglia

Con il messaggio n. 724 del 17 febbraio 2023 l’INPS prova a rimediare ad una grave discriminazione nei confronti dei genitori vedovi (i genitori unici  non vengono neppure tenuti in considerazione), a cui non ha finora riconosciuto la maggiorazione di 30 euro all’assegno unico per ogni figlio a carico, spettante viceversa quando entrambi i genitori lavorano e il nucleo famigliare ha un ISEE pari o inferiore ai 15 mila euro (riducendosi via via, fino ad azzerarsi nei casi di ISEE superiore ai 40 mila euro).

Pur premettendo e riconoscendo la maggiore “fragilità” dei nuclei vedovili, ora assegna il bonus d’ufficio, ma precisa che il decesso del genitore deve essersi verificato nell’anno “di competenza” in cui è riconosciuto l’assegno, e che cesserà entro l’anno successivo.

In sostanza, quindi, a parere dell’ente si tratterebbe di un beneficio da garantire per un tempo molto limitato e da erogarsi solo nell’immediatezza del decesso dell’altro genitore.

Sinceramente, pare evidente che il rimedio individuato non offra alcuna soluzione alla carenza legislativa che non riconosceva, e ancora non riconosce, la maggiorazione dell’assegno unico a chi ne ha veramente bisogno, vale a dire ai genitori che da soli (unici o vedovi) e con il loro unico stipendio, mantengono uno o più figli.

Oltre a ciò, il messaggio non fa alcuna chiarezza riguardo alle compensazioni, che parrebbero effettuate o in via di realizzazione, per i bonus già corrisposti.

Insomma si tratta di un’evidente ingiustizia che, in mancanza di un nuovo ed auspicato intervento legislativo chiarificatore e migliorativo, non potrà che essere risolto attraverso un tortuoso percorso in sede giurisdizionale.

 

 

Foto di svklimkin da Pixabay

autore

Cristina Mordiglia

Curatrice del libro “Pratica collaborativa, approfondiamo il dialogo” di J. Nancy Cameron (Bruno Mondadori 2016), sono avvocato milanese con esperienza trentennale in ambito del diritto di famiglia e civile in generale. Pur utilizzandoanche i metodi tradizionali per affrontare il conflitto familiare, mi sono formata alla Pratica Collaborativa e sono impegnata per la diffusione in Italia di questo metodo innovativo, finalizzato a valorizzare le persone come risorse attive nell'ambito del loro conflitto. Sono mamma di due figli in una famiglia allargata, direi ben riuscita, ed ora nonna di quattro nipoti. Per Smallfamilies@ scrivo nella sezione Diritti e Doveri.

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