Diritti e Doveri ESPERTI - consigli & convenzioni

Bigenitorialità: facilita le relazioni?

scritto da Maria Garofalo

La bigenitorialità facilita le relazioni? È un quesito che ci siamo poste dopo aver appreso, qualche tempo fa, che due consiglieri comunali di Milano, uno della lega e l’altro del PD, hanno avuto la brillante idea di sottoporre all’esame dei Consigli di Zona il “Registro della bigenitorialità”, e quindi la possibilità del genitore separato o divorziato di registrare il figlio minore , con l’intento – si dice – di permettergli di ricevere tutte le comunicazioni che lo riguardano. Si badi bene! È permesso ad entrambi i genitori di iscrivere il minore sul registro, ma la registrazione sarà di fatto utilizzata solo dal genitore che non vive con il figlio, con la conseguenza – tutt’altro che trascurabile – di un indebito controllo sul genitore collocatario.

La pratica si sta diffondendo in varie parti d’Italia. Ancora una volta la Lega (attualmente in accordo con il PD) fa passare una sua proposta come un diritto dei più deboli, quanto in realtà fa proprie le istanze della potente associazione dei Padri Separati.

Lo stesso è accaduto con La legge regionale approvata a giugno del 2014, che ha riconosciuto ai genitori con figli minori a carico interventi agevolati e finalizzati a supportare i genitori nella definizione del loro ruolo, tanto nella fase della separazione, quanto nella fase successiva e sostenerli economicamente, garantendo così i diritti del minore ad una crescita serena. Alle critiche sulla incostituzionalità della legge in quanto discriminatoria rispetto alle diverse realtà familiari presenti sul territorio, la Giunta si era appellata proprio alla costituzione e al riconoscimento della famiglia basata sul matrimonio.

Come associazione Smallfamilies avevamo anche allora evidenziato l’incongruenza di tali affermazioni , visto che nel caso di specie si interveniva su famiglie comunque disgregate.

Ora ci si nasconde dietro il paravento del diritto alla biogenitorialità del minore nel tentativo ancora una volta di raggiugere altri obiettivi ( ad esempio: a fini elettorali) e senza minimamente riflettere sull’inutilità della proposta e sui costi che graverebbero sulla comunità.

Il concetto di bigenitorialità è già disciplinato dalla nostra legge, che ha recepito le disposizioni delle convenzioni internazionali in materia di diritto dei minori. C’è dunque una Legge dello Stato a sancire la centralità dei diritti del minore e la necessità di entrambi i genitori di agire insieme per le decisioni di maggiore rilevanza, a che pro un registro con effetti esclusivamente amministrativi?

Spiega il consigliere Giungi del PD (in modo più diretto): «A sollecitarci in questo senso sono state soprattutto le associazioni di genitori separati, perché vedono questo registro come un modo per vivere meglio il rapporto con i loro figli e per rendere la fine di un matrimonio meno traumatica di quanto già non sia».

Non siamo d’accordo: se è vero che questo registro è voluto solo dall’associazione dei padri, sarà allora altrettanto vero che dall’altra parte verrà vissuto come uno strumento di controllo, con l’ inevitabile conseguenza di un aumento dei conflitti.

Se veramente si vuole fare qualcosa che renda più sereno il rapporto tra due genitori in via di separazione (o già separati e/o divorziati) ci vorrebbero più consultori gratuiti , dove potersi confrontare con l’aiuto di professionisti competenti, senza parteggiare per il genitore che si sente perseguitato “dai giudici”.

autore

Maria Garofalo

Avvocata del Foro di Milano e madre di un giovane uomo, mi occupo da tempo di diritto di famiglia e di minori. Ho seguito un corso di psicologia, che si è rilevato un ottimo strumento per sondare quel vissuto di maltrattamenti e violenze di solito taciuti dai soggetti più deboli. Faccio parte della rete dei servizi convenzionati con l’associazione Smallfamilies®.Già autrice del racconto “Un Natale particolare” per l’antologia smALLchristmas, per questo sito scrivo su questioni relative al diritto di famiglia.

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