STORIE

Chiara e Lavinia

scritto da SF storie

Mi chiamo Chiara, ho 42 anni e vivo a Roma con mia figlia Lavinia di 2 anni e mezzo.
Il padre è il tipico padre assente che si occupa della figlia quando fa comodo a lui.
La nostra non è stata una relazione lunga, ahimè ho fatto la sciocchezza di rimanere incinta dopo soli 2 mesi che lo frequentavo e di sposarlo dopo 6 mesi. Da subito è stato un completo disastro. Mi sono ritrovata con un bambinone di 45 anni, figlio unico viziatissimo, incapace di fare qualsiasi cosa pratica, con la convinzione che ai figli debba pensarci la madre e che la moglie debba servire e riverire il marito. Con una mentalità retrograda per non dire fascista, pretendeva di imporre le sue scelte per la bambina senza occuparsene mai, voleva che io stessi sempre a casa con la bambina – mentre lui andava sempre in palestra – e se io volevo uscire (cinema, piscina) lui entrava nel panico all’idea di restare solo con la piccola.

Morale della favola, visto che io non sono una persona che intende sottostare ai soprusi e soprattutto non condivido l’idea che la cura del figlio sia esclusivo dovere della madre, dopo 1 anno ho deciso di separarmi, grazie anche alla mia condizione (ho un lavoro stabile, guadagno anche poco più di mio marito e ho una casa di proprietà).

Così ad 1 anno di vita di Lavinia il mio ex marito è uscito di casa, con mia grande gioia e serenità. il primo inverno è però trascorso con grandi difficoltà. La bambina ancora non andava al nido e, mentre io ero al lavoro, stava con una babysitter, che ho pagato con il solo aiuto dei miei genitori. Quando rientravo dall’ufficio ero sola e dopo svariati mesi ho cominciato a sentire la stanchezza di avere la gestione della bambina tutta sulle mie spalle. Inoltre la mia vita sociale si era azzerata completamente. Gli amici spariti, io sempre nervosa e stanca, discussioni infinite con l’ex marito, rinchiusa dentro casa senza poter mai uscire la sera o dedicarmi ai miei interessi. Dopo 6 mesi di “reclusione” ho capito che non potevo farcela da sola. Mi sono organizzata e da un anno vive con noi una giovane studentessa spagnola, una ragazza alla pari. Ora va molto meglio, ho un aiuto concreto dentro casa (senza prosciugare il conto in banca grazie alla formula “alla pari”), e ho ricominciato le mie attività e le uscite serali. Ma con il mio ex marito (con il quale nel frattempo abbiamo avviato una separazione giudiziale) continuiamo a discutere pesantemente, e anche se lui pian piano si sta “educando” (ora prende la bambina senza fiatare anche se ha la febbre), continua a farmi pressioni psicologiche con affermazioni del tipo: “non sei una buona madre”, “non sei all’altezza del compito”, insulti (scritti perché lui vuole comunicare solo via mail), diffamazioni e, nonostante sia stato ripreso per i suoi toni per ben 2 volte dal giudice, persiste nel suo obiettivo di annientarmi psicologicamente.

Ero molto felice di come fosse cambiata la mia vita, ma ultimamente, a causa di tutte queste pressioni e, diciamolo, anche la mancanza di un compagno ormai da tempo incide sul mio stato d’animo, sono di nuovo molto nervosa e stressata, urlo e mi arrabbio spesso anche con la bambina (che non ha colpe). Ho provato con medicine prescritte da un neurologo ed ora ho finalmente deciso di affidarmi ad una consulenza psicologica perché il mio umore è di nuovo definitivamente a pezzi (rabbia, pianto improvviso, depressione…).

Non vedo una via d’uscita, non riesco ad intravedere una soluzione per superare quella sensazione di insoddisfazione cronica che nuoce alla qualità del rapporto con Lavinia. I miei desideri e le mie aspettative restano pura fantasia, sogni che non riesco a realizzare, il mio futuro mi appare difficile e buio, il burrascoso rapporto con l’ex marito mi condiziona la vita e le relazioni sociali e, ovviamente, anche le scelte che riguardano la crescita e l’educazione della bambina che non riusciamo assolutamente a coordinare.

autore

SF storie

È il team che si occupa di raccogliere e pubblicare le storie scritte direttamente dai protagonisti, che non sempre desiderano svelare la loro identità. Se vuoi mandarci la tua storia scrivi a associazione@smallfamilies.it, allega una fotografia e una liberatoria in caso di foto di minori oppure specifica che desideri l'anonimato.

lascia un commento