Consideravo l’equlibrista francese che aveva passeggiato su una corda tesa nel vuoto tra le Torri Gemelle, prima che accedesse ciò che tutti sappiamo, un dilettante in confronto alle acrobazie cui era costretta la madre di una compagna di classe di mia figlia, quando doveva fissare l’appuntamento per il colloquio con i docenti. Ciò che per altri era semplice, scegliere la data di ricevimento sul registro on-line e premere un pulsante di conferma, per lei diveniva un vero incubo.
Si era separata dal marito da pochi mesi; e l’uomo, ostile a quella decisione che aveva subito, macerava nella fase del rancore.
Lui pure aveva accesso al registro on-line della scuola della figlia, e appena notava che la moglie prenotava l’incontro con un professore, immediatamente faceva altrettanto per lo stesso giorno.
Sapeva, infatti, che la sola sua presenza fisica avrebbe creato ansia alla donna, e non perdeva, quindi, l’occasione per recarle fastidio.
La signora, appunto, quando se lo ritrovava lì davanti, nel corridoio, iniziava ad agitarsi fino al momento in cui sarebbe uscita dall’istituto scolastico.
Il coordinatore di classe, intanto, avvertito dall’allieva del nuovo contesto familiare, sollecitava i colleghi alla comprensione, poiché i genitori avevano, comunque, il diritto ad essere ricevuti separatamente.
Talvolta, però, la genitrice non ascoltava quasi la valutazione relativa alla propria figlia, che le comunicavano i docenti, tanto era inquieta per quella “presenza ingombrante” che attendeva, dopo di lei, fuori dell’aula ricevimento.
Lo scopo del marito era proprio di esasperare senza essere accusato di molestie.
Lei, sospettando quelle intenzioni, aveva provato a giocare d’anticipo, presentandosi presto ai colloqui, confidava in un ritardo del coniuge; ma niente da fare, lui era già lì.
Se, volutamente, temporeggiava in casa prima di recarsi a scuola, lui, apposta, cedeva il proprio turno ad altri genitori, per scalare fino a quando lei non si sarebbe presentata.
Era una guerra psicologica, combattuta senza esclusione di colpi, e l’obiettivo dell’uomo era di logorare la madre di sua figlia.
A volte, infatti, la donna non riusciva a reggere la tensione, soprattutto se rimanevano solo loro due, e abbandonava il corridoio andandosene senza aver incontrato i professori.
Proprio ciò che il marito voleva.
Quell’impegno, per lei, era divenuto un vero e proprio tormento che l’angustiava, ma non voleva abdicare alle proprie responsabilità.
Andava trovata una soluzione.
La difficoltà aguzza l’ingegno, ma la solidarietà tra le donne fa la sua bella differenza.
La signora, per evitare il ripetersi di quell’insostenibile frangente, monitorava costantemente il registro on-line, e appena si accorgeva che il marito posizionava due volte il cognome nella data da lei scelta, subito si metteva in contatto telefonico con altre due o tre mamme di compagni di classe della figlia, cui aveva concordato lo scambio del posto, in giorni differenti, senza però modificare la prenotazione.
Così facendo, nel tempo, era riuscita a confonderlo e a fargli perdere le proprie tracce.
Sentendo questa storia, non potei fare a meno di considerarmi fortunato in merito al tipo di relazione che avevo con la mia ex compagna, madre dei miei figli.
Vero era che, pure noi, non avevamo alcun rapporto diretto; anzi, nei saggi musicali di fine anno, per un tacito accordo, mai sancito ufficialmente, facevamo di tutto per disporci ai due lati opposti della sala concerto.
In questo modo eravamo quasi sicuri di evitare un incrociarsi anche solo accidentale.
Io stavo sempre molto avanti sul lato destro, e lei sul fondo tutto a sinistra; spesso vicino all’uscita.
In fin dei conti; erano piccoli “escamotage” che garantivano il quieto vivere.
A parte questo dispiegamento fisico delle nostre persone durante gli eventi pubblici, a differenza dei due genitori di cui sopra, noi eravamo leggermente più avanti nella definizione post separazione.
Il parlarsi, anche solo per telefono, era ancora un ostacolo che superavamo solo per delle emergenze, quindi, ogni comunicazione riguardante i nostri figli avveniva unicamente per sms.
Due persone si uniscono, spesso per un colpo di fulmine, per amore o per sbaglio, ma quello che è certo che si separano per rancore.
Un astio duraturo che nemmeno il tempo, a volte, riesce a smaltire; soprattutto se ci sono dei minori di mezzo.
Quindi, per quell’istinto di sopravvivenza che sviluppano i diretti interessati nei rapporti con gli ex coniugi, spesso si affinano capacità di equilibrismo relazionale assai invidiate dai funamboli di professione.