STORIE

Claudio • Uno e trino

Per quanto mi ostini ad osservare lo specchio del bagno, l’immagine riflessa non rivela quale delle mie duplici identità, quest’oggi, soccomberà nell’esercizio del vivere quotidiano. Sarà il figlio di anziani genitori, sordi, acciaccati, brontoloni e intolleranti, oppure il padre di due giovani ragazzi, definiti bravi, bacchettoni e un poco insofferenti pure loro?

Meglio chiarire.

Luglio è il mese che la mia ex compagna mi concede per stare con i miei figli, poiché in agosto é con lei che andranno in vacanza, e, se voglio che loro frequentino anche i nonni paterni, devo concedere qualcosa alla circostanza, portandoli tutti insieme al mare.

Detto così potrebbe sembrare facile, ma far convivere nella stessa abitazione estiva ben tre generazioni differenti non é proprio una passeggiata.

Come figlio ho un debito di riconoscenza nei confronti degli anziani genitori; in passato mi hanno aiutato non poco quando mi sono trovato in difficoltà di ogni genere, e pure adesso non lesinano accoglienza, e quant’altro, ogni qualvolta le avversità del vivere quotidiano, da “separato”, mi costringono.

Come padre, ho una responsabilità non da poco nei confronti dei ragazzi, non vivendo più con loro, desidero che ogni momento trascorso insieme sia unico e memorabile, senza, però, dimenticare che entrambi hanno dei doveri: i famosi compiti delle vacanze o esami universitari da preparare.

Così, con questi stati d’animo differenti, mi prodigo, quotidianamente, sia con gli anziani sia con i giovani, riguardo alla pazienza e alla sopportazione, che auspico sia apprezzata da tutti.

Le abitudini, però, sono dure a morire e, spesso, prendono il sopravvento, soprattutto quando si è sordi, ci si sveglia presto e si ha il telecomando del televisore in mano.

A causa del volume che i miei genitori si ostinano a tenere alto, ritengo già una fortuna che non solo gli altri vicini di casa non abbiamo iniziato una raccolta firme per allontanarci, ma che la stessa Repubblica di San Marino non abbia dichiarato guerra alla città di Rimini che ci accoglie.

Per pudore evito di riferire i commenti che i nonni replicano a ciascun’edizione del telegiornale di Rainews: cioè ogni trenta minuti.

La giaculatoria è sempre la stessa: “Quando eravamo giovani noi, certe cose non succedevano…”.

Balle, nel secolo scorso del millennio appena passato, succedeva di peggio, ma farlo notare non porterebbe da nessuna parte, cosa che io voglio accada quanto prima per recuperare un po’ di silenzio in casa.

E così, con la complicità di un orologio che, puntiglioso, insiste a scandire le ore pur rimanendo attaccato a un chiodo nel soggiorno, tutte le mattine li sollecito a non perdere ulteriore tempo e a recarsi in spiaggia prima che la temperatura esterna divenga troppo afosa.

Udire le loro voci affievolirsi lentamente sulle scale del condominio, mentre polemizzano sul cappellino da sole del nonno che non si trova da nessuna parte, acquieta la mia apprensione.

Appena l’appartamento ripiomba nel silenzio, come da mia abitudine, mi preparo all’amato rituale: il tè della colazione, che mi dispongo a sorseggiare in santa pace nel terrazzino, contemplando il lento tramestio nel porto canale.

Adoro osservare i marinai impegnati sui pescherecci e immaginarmi di essere uno di loro.

In pochi istanti mi ritrovo a fantasticare di navigare per mari perigliosi, di combattere contro mostri marini, temibilissimi, e di essere omaggiato, per il mio coraggio, nei peggior bar di Caracas da avvenenti sconosciute disposte ad offrirmi dell’ottimo rum.

Le facce stranite dei miei figli, in debito di sonno, che vengono a disporsi accanto a me, mi riportano alla dura realtà.

Non é vero che gli zombie escono solo di notte, loro sono la prova vivente che agiscono pure durante il giorno.

Se me l’ero cavata bene prima con gli anziani, ora tutto diviene più difficile con i giovani.

Vogliono punirmi per la mia inettitudine riguardo ai nonni e al volume del televisore che li ha svegliati troppo presto.

A quel punto, inizia una trattativa serrata sulle nostre prerogative e le obiezioni del tipo: “Ma è vacanza!” oppure “ Oggifa troppo caldo qui per studiare!”, sono asserzioni che trovano solo me d’accordo nell’assioma “prima il dovere e poi il piacere”.

Così, per evadere dalle solite quattro mura, che molto ricordano le nostre stanze milanesi, ci trasferiamo, con l’armamentario, libri e giornale, ai tavolini del bar “la Darsena”, luogo glamoor di sera, che ha il vantaggio, durante la mattina, di essere in ombra e ventilato.

Non siamo gli unici a cercare refrigerio e motivazione davanti a un caffè freddo o un bombolone.

La “fauna” che transita nel locale, m’induce a far scivolare lo sguardo sull’esposizione di tatuaggi raffiguranti divinità antropomorfe, posizionati in punti del corpo non propriamente eleganti, tartarughe addominali, occhiali da sole anni ‘50, corpi maschili inspiegabilmente glabri, fisici magri, bianchi, bassi e incremati, ma tutti possessori di un’unica espressione: “ Semo belli, dannati, spettinati e appena svegliati”.

A parte queste note di colore, l’occhio vigile si muove nervosamente tra l’ingresso della spiaggia e il nostro portone.

Gli anziani nonni, infatti, vanno intercettati prima che rientrino a casa da soli, poiché se accadesse da quel momento in poi le nostre vite sarebbero appese ad un filo.

L’ora di pranzo e cena sono, infatti, i momenti più pericolosi della giornata.

La nonna si ostina a voler cucinare per tutti nonostante confonda il sale per lo zucchero, ma, peggio ancora, lasci fuoriuscire il gas dai fuochi della vecchissima cucina, convinta di averli accesi.

Presumo già i titoloni ad effetto dei giornali locali: “Lei cucina quattro salti in padella, ma sono in cinque a saltare in aria!”.

Il pomeriggio scorre, invece, a parti invertite.

Il caldo torrido, di quest’estate anomale, costringe la discesa in spiaggia solo sul tardi e così ora sono gli anziani che vorrebbero silenzio in casa per poter fare la pennichella.

Ma la dura legge del contrappasso non ammette deroghe.

I ragazzi, giustamente, dopo aver studiato la mattina neppure vogliono sentir parlare di limitazioni o di abbassare il volume della musica che ascoltano, indifferenti, quindi, al brontolio senile di sottofondo.

Sarà scontro tra generazioni, lo so, e mi preparo indossando il giubbino di osservatore neutrale dell’ONU.

La sera diviene tutto più facile.

I nonni si rilassano davanti all’ennesima replica televisiva, i cui conduttori sono deceduti da almeno un decennio, mentre i ragazzi si dileguano tra le varie offerte notturne della città che fino all’alba non dormirà di certo.

Quello è il mio momento, e già mi prefiguro a sorseggiare un drink da “Jole”, il barettino sulla riva destra del porto canale, tanto per carburare un po’, e poi girovagare tra le bancarelle di chincaglierie e, forse, oggetti d’antiquariato; e così abbandono la mia immagine riflessa nello specchio del bagno ed esco da casa alla ricerca più di me stesso che di qualche avventura.

Non tengo, però, conto del figlio che mi telefona perché si è accorto, una volta arrivato a Santarcangelo di non aver benzina a sufficienza per tornare e non aver con sé soldi e documenti, della figlia che mi telefona perché si è dimenticata le chiavi di casa e non sa come rientrare, essendo sordi i miei genitori non sentono il campanello, dei nonni che mi telefonano perché si sono ricordati, prima di addormentarsi, di essere sprovvisti della medicina che devono prendere la mattina successiva, e, infine, dell’attuale compagna milanese che, sempre al telefono, m’interroga, sospettosa, immaginandomi chissà dove e con chi a far chissà cosa.

Ma il padre, il figlio e lo spiritoso santo, che albergano in me, si ribellano a tutti gli obblighi e, come gesto provocatorio d’inusitata efferatezza, spengono il cellulare e s’infilano al cinema a vedere il nuovo “Terminator”.

Che sia la volta buona!

autore

Claudio Barbagallo-barbecoq

Autore, creativo, padre separato di due figli, fondatore del gruppo Gli ammaccati (sentimentali). Autore di uno dei racconti di smALLholidays, il secondo titolo della collana smALLbooks, edita da Cinquesensi Editore in Lucca. Per il sito collaboro alla sezione “Diario d’autori”.

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