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Conciliare e condividere

scritto da Roberta Ribero

Nel nuovo rapporto ISTAT il tema della “conciliazione tra tempi di vita e tempi di lavoro” viene citato laddove si parla di “Qualità del lavoro”. Si spiega che l’incremento del part time è per lo più legato ad un part time involontario, ovvero scelto dalle imprese per far fronte alla crisi (una scelta organizzativa) e non dalle famiglie per gestire i carichi extra-lavorativi e di cura, tanto che spesso il part-time diventa tutt’altro che funzionale alla conciliazione, visto che interessa spesso orari di lavoro poco concilianti (la sera, la notte, il fine settimana). Il tema si trova poi nelle pagine dedicate alla “Pratiche di welfare aziendale e Corporate Social Responsibility” dove scopriamo che tra i benefit che le imprese offrono ai dipendenti rientrano le iniziative di welfare aziendale (tra cui servizi come asili nido, servizi di assistenza e di sostegno) e la flessibilità dell’orario.

Se si incrociano i dati relativi al welfare aziendale con i dati relativi all’occupazione femminile si nota, ancora una volta, come un maggior investimento di risorse pubbliche e private in “servizi di conciliazione” favorirebbero una maggiore partecipazione al mercato del lavoro soprattutto, ma non solo, delle donne più libere da oneri di cura (delle persone, della casa, del contesto sociale) e consentirebbe la creazione di opportunità di lavoro in molti settori, tra cui quelli delle professioni definite “elementari” in cui è prevalente l’occupazione femminile. Ma non si tratterebbe soltanto di questo. Si tratterebbe anche di favorire un approccio innovativo alla gestione d’impresa, promuovere l’ideazione e la messa a regime di servizi di gestione dei tempi e dei servizi che utilizzino in modo smart tecnologie e comunicazione, di favorire l’attivazione di reti che nascono anche da un modo diverso di pensare il lavoro ed i suoi tempi, e di portare nei territori, e soprattutto al sud, un contributo femminile e innovativo a quella spinta creativa che caratterizza le aree del paese in cui nascono ‘germogli’.

Nel contempo la commissione europea ha pubblicato una tabella di marcia per attivare politiche capaci di affrontare le sfide del work-life balance per le famiglie che lavorano.

La tabella di marcia esce dopo il ritiro della bozza della direttiva sui congedi di maternità del 2008, data la mancanza di accordi con i co-legislatori europei: il documento mantiene alta l’attenzione verso il miglioramento della partecipazione al mercato del lavoro di entrambi i genitori, ma stempera alcune proposte come quella delle 18 settimane di congedo familiare presentate nella precedente bozza.

L’intenzione della Commissione è consentire ai genitori con bambini e ai lavoratori con familiari a carico, un migliore equilibrio tra cura e responsabilità professionali, modernizzando il quadro giuridico e politico dell’Unione europea e adattandolo al mercato del lavoro attuale.

Qualcosa si muove nella direzione di rafforzare il ruolo di entrambi i genitori nei ruoli di cura, purtroppo però ancora una volta nessuna specifica attenzione viene rivolta alle famiglie monoparentali impossibilitate a condividere la partecipazione della cura.

Vi vogliamo infine segnalare una nuova fonte di informazione sul tema della conciliazione. All’interno del progetto “Conciliazione In Pratica (C.I.P.) – La piccola impresa si innova” si è aperto uno sportello online per fornire informazioni puntuali sul tema della conciliazione. Attraverso lo sportello, dopo essersi registrati, è possibile ricevere risposte puntuali ai quesiti su maternità e paternità, congedi parentali, normative e prassi prevista dai contratti.

Obiettivo generale del progetto “Conciliazione in Pratica” è favorire la sperimentazione di azioni innovative tese allo sviluppo di politiche di conciliazione famiglia/lavoro e di welfare aziendale in circa 30 Micro e PMI del territorio dell’Asl Milano.

Per informazioni:

email: conciliazionecip@cittametropolitana.milano.it

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autore

Roberta Ribero

Project manager in ambito sociale. Attraverso Sociopratiche, un laboratorio di pratiche sociali e culturali di cui sono co-fondatrice, ho avuto modo di conoscere l’associazione Smallfamilies®. Non sono una famiglia monogenitoriale ma condivido la valenza pubblica e collettiva del progetto Smallfamilies®. Collaboro alla stesura di post e articoli. Sostenitrice progetto Smallfamilies®

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