STORIE

Diventare matura nel 2020

Nella Storia, noi diplomati nel 2020 saremo i “maturandi ai tempi del coronavirus”, un appellativo altisonante che porta con sé tutta la tragicità  dei mesi che hanno preceduto l’esame ma mi sento di dire che siamo molto di più. Siamo sopravvissuti ad una grande prova: più di tre mesi in casa, amiche intrappolate nello schermo delle videochiamate e una quantità incommensurabile di ore di video lezioni. Non fatemi mai più sentire la musichetta della chiamata in entrata di Skype, colonna sonora di incubi costanti. Abbiamo messo la nostra vita in pausa per settimane e settimane, abbiamo cambiato la nostra routine che da movimentata ed euforica si è trasformata in una montagna di minuti tutti uguali da passare in quattro mura sempre più strette, con tanti impegni ma poca voglia di portarli a termine. Il mondo fuori, da universo da esplorare è diventato il posto più ostile alla serenità che avessimo mai conosciuto. Alla fine però  il tempo è passato, a volte lento e a volte più veloce, ma è passato e il tanto temuto esame di maturità si è avvicinato.

L’ansia come da tradizione non è mancata, ma all’agitazione che ha accompagnato i maturandi di tutti gli anni per generazioni questa volta si è sommata un’ansia generale accumulata per mesi, le direttive ministeriali poco chiare circa l’esame e l’emozione per l’incontro coi professori in carne
ed ossa dopo lunghe conversazioni con webcam poco centrate e microfoni gracchianti.

Quando il giorno tanto atteso arriva, davanti a me vedo la cattedra vuota rivolta verso le professoresse che aspetta solo me e penso che tutte le volte che ho immaginato il mio esame non ho mai previsto una situazione del genere: i banchi sono distanziati, con me c’è solo una delle mie migliori amiche e mentre mi sto per sedere vengo fermata perché prima bisogna disinfettare tutto.

Nonostante ciò le prof mi sorridono, dalle mascherine non si vede ma dagli occhi sì e in un momento come per magia mi sento tranquilla e dopo poco più di un’ora mi alzo, ringrazio e accelero il passo verso l’uscita.

Adesso, a distanza di quasi un mese, se guardo indietro penso che non potrei essere più contenta di come è andato il mio esame di maturità: ho parlato di diritti,  libertà,  famiglie e donne, e anche se in alcuni momenti le mie parole mi sono sembrate un fiume in piena, un intreccio di frasi indomabile, quello che mi stupisce è che ho liberato una parte di me davanti a chi mi stava ascoltando. La mia storia personale mi ha accompagnato nel discorso, nella scelta dei temi da trattare, nei sorrisi un po’ impacciati e negli sguardi timidi.

Essere cresciuta in una Smallfamily tutta al femminile e avere conosciuto sin da piccola tante persone che nel mio cuore sono un arcobaleno di sorrisi, valori e diversità mi ha permesso di sentirmi per la prima volta davvero leggera, indipendente e partecipe del mondo che mi circonda.

La maturità sta nelle piccole cose di ogni giorno e sono convinta che quest’anno più delle altre volte, la nostra prova l’abbiamo superata alla grande.

 

autore

Matilde Sofia Bassanini

Sono nata nel 2001, sono del Sagittario e per questo amo viaggiare e sognare. Ho frequentato il liceo linguistico, ora frequento Scienze Politiche e delle Relazioni Internazionali all'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. E ho finalmente deciso di scrivere per il sito dell’associazione Smallfamilies, che ho visto nascere da vicino.

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