Scattai questa foto prima di partire per il mio lungo viaggio dalla Sardegna verso la Francia: mia figlia era già nata e la nostra famiglia monogenitoriale già formata e salda cercava un luogo sicuro in cui fare il suo nido. Davanti al mio mare che non avrei rivisto per due anni successivi cercavo inquieta risposte, conforto, un segno che la direzione fosse giusta per noi due. Quell’alba piena di speranza è la stessa che appare davanti a tanti migranti come me. E quando si diventa prima adulti e poi genitori, non ci si può nascondere dietro ad un cocktail. Perché se il futuro è incerto, si va con le unghie e con i denti a trovarne uno possibile.
No il mondo non è brutto e cattivo, il destino non è infausto, e il caso.. ma quale caso?! Le persone scelgono: causa ed effetto. Amico fermati, questo post non brilla come il ghiaccio nel tuo bicchiere al calar del sole su una sera estiva. Ora parliamo di bambini e del loro futuro. Quello che gli viene negato nonostante il loro coraggio. Su una tavola in mezzo al nostro mare cristallino, c’è una bambina di 11 anni, ma tranquillo amico mio non arriverà nel nostro palmato porto di Cagliari con gli altri 456 migranti, già contestati da Casa Pound. No non ha avuto la stessa fortuna delle sue sorelle e di quel padre a cui ha tenuto la mano per 5 lunghi giorni senza insulina, con l’unica forza di sussurrare papà.. Era malata di diabete una forma che minava il pancreas. I suoi genitori avevano preparato 2 zaini per sicurezza pieni d’insulina nel caso in cui fossero stati separati, loro che per tutta la vita avevano distribuito farmaci erano stati previdenti. 100 metri d’acqua salata per raggiungere l’imbarcazione che da Aleppo li avrebbe condotti in Sicilia. Lo zaino del padre s’impregnò subito, ma sua madre aveva teso alte le braccia cercando di tenersi a galla, aveva portato lo zaino sul capo nonostante la fatica.. immagino quante volte aveva fatto la stessa fatica per far volare in alto le sue bambine, o portarsele sulle spalle.. i bambini adorano cambiare prospettiva, poter guardar lontano.. l’insulina e i macchinari per calcolare le dosi non potevano bagnarsi.. Poi un trafficante, una di quelle mal anime imbruttite Dio solo sa da cosa e l’ordine di gettarlo a mare: spiegazioni, preghiere, suppliche e poi lo strappo. L’unico zaino integro fu strappato dalle mani di quella madre e con esso una delle sue bambine, dopo 5 giorni di agonia in mare, dopo 11 anni di vita insieme. Gettata in mare l’insulina, quanto coraggio ci vuole ad accompagnare tua figlia che ti si spegne tra le braccia e quanta cura a lasciarla su quella tavola in mezzo al mare. I malati di diabete, specie i bambini prima d’imparare a leggere e scrivere, imparano a farsi le iniezioni, a dosarle e controllarsi i valori del sangue. Son lucidi e Raghad lo era, sapeva di essere più fragile delle altre sorelle, ma ancor più coraggiosamente aveva chiesto di esser lasciata indietro se qualcosa fosse andato storto nel lungo viaggio che li separava dalla Germania. 11 anni, 3 in meno di Reem Sahwil che prima di scoppiare in lacrime durante una diretta tv in Germania ha chiesto con un perfetto tedesco alla cancelliera Merkel, perche lei profuga palestinese dovesse separarsi dalla sua famiglia che non aveva il diritto d’asilo e stava per esser rinviata in libano. “Non possiamo accogliervi tutti. La politica a volte è dura.” secca la Merkel strappando le lacrime alla bambina.
Una settimana è stata sufficiente ad una famiglia per spezzarsi e ad un altra per riunirsi in un futuro prossimo. Il ministro Aydan Oezoguz per le politiche migratorie ha affermato che è appena stata modificata la legge secondo la quale i giovani stranieri che si son integrati e risiedono da più di 4 anni continuativi in Germania potranno ottenere l’asilo e che Reem e la sua famiglia non verranno rinviati indietro. C’è una responsabilità umanitaria, ha aggiunto, di cui il legislatore si deve fare carico. La Germania, resta il Paese che nel 2014 ha accolto il maggior numero di profughi in Europa: oltre 200mila. E quest’anno sono attese oltre 450mila richieste d’asilo. Non riceveranno quella di Raghad, quella bimba diabetica che riposa in pace su una tavola nel nostro mare.