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Giorni senza scuola, lavoro, svaghi all’aperto. Vite da smallfamilies

scritto da Gisella Bassanini

Con l’emergenza che stiamo vivendo molti nodi vengono al pettine, per usare una espressione nota. Non si tratta di malefatte ma di tutte quelle questioni irrisolte che riguardano le famiglie monogenitoriali e che da molto tempo ignoriamo, o vogliamo ignorare, in particolare in Italia.

Su alcune di queste, noi di  Smallfamilies, insistiamo da anni nei nostri post, con l’ausilio dei dati che raccogliamo e condividiamo nel sito e nella pagina facebook. Le riprendo brevemente qui.

Una prima questione, riguarda la difficile conciliazione tra famiglia e lavoro poiché in numerosi casi (più di quanto si pensi) non è possibile condividere il lavoro di cura e domestico con l’altro genitore che non è più convivente, magari vive altrove, oppure è solo parzialmente presente o non c’è mai stato. Riuscire ad occuparsi della casa e gestire i figli, e al contempo lavorare, si traduce per molti, soprattutto madri, nel dover accettare lavori precari, flessibili  e sovente  poco remunerati. Famiglia e carriera, come sappiamo, rappresentano nel nostro paese un binomio “inconciliabile”, appunto, e ancor più se sei un genitore single.

Vi è poi, il problema dell’impoverimento progressivo che avviene a seguito di una separazione o di un lutto  e che fa sì che sia una vera impresa il riuscire ad arrivare anche solo a metà del mese; questo, per le spese raddoppiate (due case, vestiti in duplice copia e via dicendo) ed anche perché molti genitori single sono sovente  monoreddito, e  magari pure lavoratori e lavoratrici a partite iva.

Un altro tema, è quello della solitudine e dell’isolamento in cui molte smallfamilies sono costrette a vivere.  Quando le coppie scoppiano a rompersi, infatti, sono anche le relazioni familiari e amicali; relazioni affettive e di aiuto che vengono a mancare, con  situazioni spesso accompagnate da rabbia, tristezza, delusione, conflitti.

Infine, va ricordata la scarsità o mancanza di una rete di servizi dedicati, di contributi e agevolazioni ad hoc: in una parola di policy.

Con le scuole chiuse e con l’obbligo, ovviamente necessario e doveroso, di starsene a casa – spesso accompagnato dell’interruzione dell’attività lavorativa-  tutti questi nodi non solo sono venuti al pettine ma hanno mostrato con un’evidenza indiscutibile il loro drammatico impatto sulle vite di molte famiglie monogenitoriali.

Due mamme single attraverso le   loro testimonianze mi hanno sollecitata a scrivere queste righe, per esprimere la mia sincera solidarietà, ed anche per ribadire che, quando tutto sarà finito, di tali temi ce ne dobbiamo seriamente occupare. Senza altre scuse. Stiamo infatti parlando di più di due milioni e mezzo di famiglie italiane.

La prima, è l’intervista che Cristina Sebastiani ha rilasciato, accettando di rappresentarci, al giornalista Alvise Losi del tg nazionale di RAI3, ed   andata in onda il 14 marzo scorso  (qui potete ascoltarla). Cristina pone l’accento sull’aspetto materiale della vita quotidiana in questo tempo di isolamento, e dei problemi che ne conseguono: come faccio a fare la spesa o andare dal medico, visto che vivo sola con mio figlio? Come, e a chi, posso eventualmente lasciarlo senza mettere a rischio la sua vita e quella di chi se ne prende cura? Come vivremo nel prossimo futuro   visto che dipendiamo unicamente dal mio lavoro a partita iva? Cristina poi, ci ricorda anche la dimensione emotiva e psicologica che prepotentemente si fanno sentire in questo tempo di incertezze, fragilità, preoccupazioni, individuali e collettive.

La seconda storia, ci è invece giunta in questi giorni tramite facebook e l’abbiamo subito condivisa. È scritta da Claudia Giordano,   utilizzando  la forma della lettera,  per raccontare delle difficoltà dei ragazzi portatori di disabilità cui sono venuti a mancare improvvisamente quei supporti e rapporti  necessari per vivere perché hanno “dovuto interrompere le loro terapie, le loro abitudini, in alcuni casi indispensabili al superamento delle loro difficoltà, e alla sopravvivenza delle loro famiglie (…).  Ricordatevi – scrive Claudia – che alcuni genitori non hanno nemmeno studiato (si riferisce in particolare all’aiuto dei nostri figli ora impegnati nella didattica a distanza), molti sono separati, pertanto soli a gestirsi due o tre pargoli di diverse età, con la spada di Damocle della cassa integrazione, del licenziamento, del futuro che non si vede, della mancanza di abbracci e rapporti…. Ieri una mamma l’ho dovuta calmare. Lei è sola come me e non ha esperienza di computer; era in iperventilazione, le ho detto: “cara, respira e calmati”. (…)  Alcune vivono realtà inenarrabili. (…) È un momento tremendo. Siate comprensivi e in questo tempo, che io trascorro a districarmi tra i compiti che piovono come cavallette dal cielo, leggete qualcosa sui ragazzi con disabilità, sui fragili, sui figli di separati, sui separati, sull’umanità. L’umanità tutta”.

 

 

NOTA:

L’immagine è stata scattata durante l’attività di counseling interculturale di Cristina Sebastiani.

autore

Gisella Bassanini

Docente e ricercatrice, ho una figlia, Matilde Sofia. Coordino le attività di  Smallfamilies aps di cui sono fondatrice e presidente.  Seguo in particolare  l’area  welfare e policy, le questioni legate all’abitare e per il nostro Osservatorio mi occupo dello sviluppo  di  progetti di ricerca sulle famiglie monogenitoriali e più in generale sulle “famiglie a geometria variabile”.

Abito a Milano (città che amo) e, dopo la laurea in architettura al Politecnico di Milano,  ho trascorso molti anni  impegnata  in università (dottorato di ricerca, docenza, scrittura di libri) e nella libera professione (sviluppo di processi partecipativi,  piani dei tempi e degli orari della città, approccio di genere nella progettazione architettonica e nella pianificazione urbana). Ora insegno materie artistiche nella scuola pubblica e continuo nella mia attività di studio e ricerca in modo indipendente. La nascita di mia figlia nel 2001 ha trasformato profondamente (e in meglio) la mia vita, nonostante la fatica di crescerla da sola. Da allora, il desiderio di fare qualcosa per-e-con chi si trova a vivere una condizione analoga è diventato ogni giorno più forte. Da questa voglia di fare e di condividere, e dall’incontro con Michele Giulini ed Erika Freschi, è nata Smallfamilies aps, sintesi ideale della mia storia personale e del mio percorso professionale.

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