STORIE

Gisella e Sofia

scritto da SF storie

Oggi è il mio 52esimo compleanno e scrivo da Milano, dove vivo con Sofia, la mia bambina di 10 anni. Ho scelto di avere un figlio a 41 anni. Una scelta fatta con responsabile coscienza mentre vivevo il più grande innamoramento della mia vita. Già dal nostro primo incontro ho percepito forte la sensazione che quell’uomo bellissimo e dalla cultura completamente diversa dalla mia sarebbe stato molto più di un amore. Che sarebbe stato lui un giorno a rendermi madre. “Se Dio vuole”, è stata d’istinto la sua risposta quando gliel’ho detto. Io provenivo da una vita fatta di ideali, uguaglianza, fratellanza e pace, senza barriere nei confronti delle altre culture. In quel periodo stavo organizzando la manifestazione “Donna Africa”. Ci siamo incontrati e innamorati. Ma a volte la cultura e le tradizioni sono più forti di un amore. Lui non è riuscito ad accettare il rapporto paritario che gli proponevo. Nonostante fosse il più grande amore della mia vita non sono mai stata disposta a regredire nel mio ruolo di donna e a rinunciare alla mia sensibilità femminile. Questo per il rispetto che nutro per tutte le donne che prima di me hanno lottato con fatica per raggiungere la libertà, anche a costo della propria vita. Non potevo tradirle e non potevo tradire me stessa. L’unico e possibile rapporto che può offrire alla coppia un percorso di evoluzione è quello che consente il dialogo tra mondi, anche i più diversi, senza dover rinunciare alla propria cultura d’origine. Questa è la ragione profonda per la quale la nostra storia si è interrotta. L’ho lasciato libero di scegliere. E lui ha scelto la via della fuga, anche se non era l’unica soluzione possibile. Dimenticandosi delle promesse d’amore fatte e del progetto di vita che insieme avevamo iniziato a costruire.

Dopo la nascita di Sofia, per non lasciare un vuoto incolmabile in lei, ho scelto di procedere per vie legali al riconoscimento della paternità. Ci ho messo sei anni per ottenerlo. Nel tempo Sofia ha incontrato suo padre solo alcune volte ma questi incontri sono stati importanti perché ha potuto così dare forma a quel vuoto che prima c’era ed era infinito. E poi, se un giorno Sofia volesse recuperare il rapporto col padre lo potrà fare, deciderà lei, avendo tra le mani anche questo documento di paternità. Mia figlia ha il diritto di avere un padre come tutti.

Passiamo le nostre giornate serenamente e semplicemente, fra casa, scuola e lavoro e organizziamo il nostro tempo libero fra impegni vari, suoi e miei. La libertà di poterci gestire la vita in serenità e pace non ha eguali. Ci sosteniamo a vicenda e amichevolmente. Io la seguo nei suoi impegni di studio e lei nei miei di lavoro. Questo accade da sempre. Non abbiamo quasi mai avuto aiuti materiali se non sporadicamente, in particolare da parte di familiari o amici generosi mossi da un sentimento di solidarietà. Io non so chiedere aiuto ma ciò nonostante le cose e le situazioni ci sono sempre arrivate: al momento giusto, quando ne avevamo bisogno. Un giorno, quando ero in gravidanza e già sola, una signora mi disse: “ non ti preoccupare, ogni anima si incarna con il suo pacchettino di eredità e di fortuna. Tu avrai per tua figlia tutto quello che servirà ”. Mai è stata detta cosa più vera. Da allora e fino ad oggi è andata proprio così.

A volte non so neppure io come abbia fatto a fare tutto. Ho fatto tutto quello che potevo fare e continuerò a farlo dando sempre il mio 100% perché questo mi rende felice ogni giorno di più. Il dover rinunciare a cose o a situazioni che un tempo erano fondamentali per me non mi pesa. So bene che il tempo che passo con Sofia è unico e raro. Questo lo verifico pensando come nell’arco dei miei 41 anni (la mia età alla sua nascita) non abbia mai vissuto con un essere umano momenti cosi intensi come quelli vissuti con lei.

L’unico vero problema è quello economico perché far quadrare i conti è impossibile. Nella mia vita ho avuto la fortuna incredibile di avere esperienze e maestri che mi hanno mostrato come costruire un’autentica ricchezza. Da sempre lavoro per costruire il futuro della mia famiglia.

Credo fermamente che affrontare le scelte della vita con i nostri figli e renderli partecipi delle nostre vittorie e delle nostre difficoltà di genitori sia l’unica possibilità per diventare grandi insieme. Tutti noi nasciamo figli e non genitori e Sofia è la mia guida.

Essere “smallfamilies” è un percorso di crescita ricco di esperienze umane speciali. L’unico limite è che spesso ti trovi a condividere questo percorso solo con famiglie simili alla tua perché l’immagine di famiglia che ancora resiste nella nostra società è quella del “Mulino Bianco”. E per noi non c’è posto. In parte anche perché facciamo paura: agli altri genitori che vivono in coppia e a una parte alla società.

Vorrei che tutte le offerte che ora ci sono solo per le famiglie costituite da coppie con figli (dai ristoranti, agli alberghi, al cinema) tenessero conto del nostro essere genitori soli. Voglio esagerare: persino per l’affitto di casa, per l’acquisto di un’automobile o per l’apertura di un conto in banca mi piacerebbe poter trovare delle particolari condizioni per noi “smallfamilies”.

Un’ultima cosa. Quando dico di aspirare a una “autentica ricchezza” non parlo solo del denaro, è una parte di essa ma non tutto. Parlo della necessità di mantenere la qualità della propria vita e del fatto che, nonostante il momento sia difficile sia personalmente sia socialmente, non si debba mai rinunciare ad essere delle persone felici e grate: per il posto che si occupa nel mondo, per le libertà che a fatica si sono conquistate e che richiedono ogni giorno cura e dedizione. Come una meravigliosa figlia…

autore

SF storie

È il team che si occupa di raccogliere e pubblicare le storie scritte direttamente dai protagonisti, che non sempre desiderano svelare la loro identità. Se vuoi mandarci la tua storia scrivi a associazione@smallfamilies.it, allega una fotografia e una liberatoria in caso di foto di minori oppure specifica che desideri l'anonimato.

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