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Il caso irlandese Mother and Baby Homes

scritto da Laura Lombardi

Una sottospecie inferiore è ciò che emerge nell’inchiesta sulle Case irlandesi Madre e Bambino. Già alcuni film, in particolare Philomena (2013), e Magdalene (2002) avevano rivelato al mondo una terribile realtà di violenze e soprusi perpetrati per decenni all’interno di Istituti religiosi cattolici irlandesi. Ma è stato solo grazie alle ricerche e alla fermezza di una storica non professionista che il governo irlandese ha deciso di istituire, nel 2014, una Commissione di indagine sulle Mother and Baby Homes, Case Madre e Bambino, o Case maternità, e dopo anni di inchiesta quel che è stato accertato dalla Commissione va al di là di ogni immaginazione.

Il rapporto finale della Commissione, pubblicato il 12 gennaio 2021 descrive luoghi, dove avrebbe dovuto imperare la carità cristiana, diretti come veri e propri lager, luoghi dell’orrore, definiti “di straziante perdite umane, di sofferenza e di inimmaginabili atti di crudeltà”.

Brutalità, morti, bambini strappati alle madri e ceduti in adozione a famiglie benestanti, bambini seppelliti in fosse comuni.

Sotto l’occhio condiscendente della comunità, della Chiesa e dello Stato, aggiungiamo noi.

Le Suore e lo Stato ora si scusano, ma rimane infatti pazzesco e incredibile che queste pratiche siano state tollerate per anni.

L’associazione dei Sopravvissuti delle Mother and Baby Homes

L’inchiesta della Commissione ha fatto finalmente luce sulla vicenda anche se, secondo molti, in modo ancora troppo parziale. L’associazione dei Sopravvissuti delle Mother and Baby Homes afferma infatti: “questo rapporto è fondamentalmente incompleto in quanto ignora che la questione più ampia della separazione forzata delle madri single e dei loro bambini, sin dalla fondazione della Repubblica, nel 1922, sia una questione di politica statale.”

Appunto. Lo Stato, dov’era?

Riferendoci a un servizio BBC che ne riassume la cronologia, vi proponiamo qui di seguito i passaggi cruciali della vicenda. L’inchiesta della Commissione riguarda le istituzioni che ospitavano principalmente donne che rimanevano incinte al di fuori del matrimonio, cosa che è stata considerata vergognosa e socialmente inaccettabile per gran parte del XX secolo in Irlanda. I dati sensibili dell’inchiesta, per ragioni di privacy, sono noti soltanto a superstiti ed eredi.

CRONOLOGIA

1925

Un ex ricovero a Tuam, nella contea di Galway, che ospitava adulti e bambini indigenti sin dall’epoca della carestia, viene trasformato in una Casa per Madre e Bambino.
È di proprietà del Galway County Council, ma è gestito da un ordine di suore cattoliche – le Bon Secours Sisters.
Per i successivi 36 anni, ospita madri non sposate e i loro figli in un periodo in cui le donne sono state ostracizzate dalla famiglie e dalla società irlandese in quanto incinte al di fuori del matrimonio.
Quella di Tuam era solo una delle tante istituzioni simili in cui circa 35.000 madri sole hanno partorito.
Le condizioni a Tuam erano particolarmente difficili e la ricerca avrebbe poi dimostrato che in media, tra il 1925 e il 1961, vi moriva un bambino ogni due settimane.

1961

Essendo decaduta e in condizioni fatiscenti, la Casa di Tuam viene chiusa e i suoi ospiti residenti vengono trasferiti in istituzioni simili in tutto il Paese.

1972

A seguito della demolizione della casa di Tuam, iniziano dei lavori di costruzione per creare un nuovo complesso residenziale di proprietà comunale.

1975

Due ragazzi scoprono resti scheletrici in una struttura di cemento vicino al sito della ex casa.
La gente del posto pensa che sia una tomba dell’era della carestia e un prete è chiamato a benedire il sito prima che la struttura venga risistemata. Viene inaugurato un giardino commemorativo con un santuario cattolico.

2012

Dopo anni di ricerche sulla storia della Casa Madre e Bambino di Tuam, la storica non professionista Catherine Corless pubblica un articolo intitolato “The Home” in una rivista di storia locale in cui descrive dettagliatamente le cattive condizioni di vita all’interno dell’istituto e afferma che un “numero impressionante di bambini ha perso la vita nella casa” tra il 1925 e il 1961. La Corless rileva che le morti sono avvenute in un periodo in cui l’Irlanda aveva un “tasso di mortalità infantile molto elevato”, ma si chiede perché non ci sia traccia di dove siano stati sepolti i bambini di Tuam.

Settembre 2013

Catherine Corless porta avanti una missione personale per raccogliere i certificati di morte dei 798 bambini morti nella casa di Tuam. Tranne che per due casi, non riesce a rintracciare i loro documenti di sepoltura.

Febbraio 2014

Il giornale locale “Connacht Tribune” pubblica un’intervista alla signora Corless sulla sua campagna per realizzare un memoriale permanente per i bambini di Tuam, che prevede una targa con incisi i nomi dei 796 bambini.

Maggio 2014

Il giornale nazionale “Irish Mail on Sunday” pubblica un articolo in cui si afferma che si teme ci siano fino a 800 sepolture segrete di bambini in una “fossa comune” nella casa di Tuam. A questo punto la storia di Tuam diventa di dominio internazionale.

Giugno 2014

Dopo settimane di speculazioni sul destino dei bambini di Tuam, il governo irlandese istituisce una Commissione d’indagine nazionale sulle Case Madre e Bambino irlandesi. 
Annunciando la decisione, l’allora Primo Ministro Edna Kenny afferma che, nella Repubblica d’Irlanda, i bambini nati da genitori non sposati sono stati trattati per decenni come “una sottospecie inferiore”.

Gennaio 2015

In base al suo mandato, la Commissione ha il compito di indagare sulle pratiche nelle Case per la maternità irlandesi per il periodo dei 76 anni dalla nascita della Repubblica irlandese nel 1922 fino al 1998.
Il gruppo è invitato ad esaminare le condizioni di vita nelle case e i tassi di mortalità, le cause generali di morte tra i residenti, le modalità di sepoltura e la partecipazione ai test vaccinali.
Ha anche il compito di indagare sui processi di adozione nelle case nonché su quanto le madri naturali fossero o meno in grado di dare il consenso “pieno, libero e informato” per l’adozione dei loro figli.

Ottobre 2016 

La commissione di indagine ordina degli scavi di verifica presso il sito della ex Casa Madre e Bambino di Tuam.

4 Marzo 2017

La commissione conferma che “quantità significative di resti umani” sono state trovate durante gli scavi nel sito di Tuam e parla di scoperta “scioccante”.
I test su un piccolo numero di resti dimostrano che erano bambini dall’età prematura fino ai tre anni, tutti morti mentre la Casa era in attività.  I resti sono stati ritrovati in una grande “struttura” sotterranea divisa in 20 camere. La commissione afferma che la struttura “sembra essere correlata” al trattamento o allo stoccaggio delle acque reflue, ma aggiunge che non ha ancora stabilito se sia mai stata utilizzata a tale scopo.

7 Marzo 2017

Il Primo Ministro Enda Kenny descrive il luogo di sepoltura come una “camera degli orrori”. Dichiara che aspetterà ulteriori approfondimenti da parte della Commissione, del perito legale e della Polizia prima di decidere come procedere.

Febbraio 2018

La Commissione fa appello al pubblico per ottenere ulteriori informazioni sulle sepolture di un “gran numero di bambini che sono morti durante la residenza” nella Casa Madre e Bambino di Bessborough, a Cork.

Aprile 2018

A Catherine Corless viene conferito il premio Ireland’s People of the Year – solo una delle numerose onorificenze di alto profilo che riceve per il suo lavoro volto a scoprire la verità sulle sepolture di Tuam.

Ottobre 2018 

Il Ministro per l’Infanzia Katherine Zappone annuncia che i resti di ogni bambino di Tuam saranno riesumati, identificati e avranno una sepoltura “rispettosa”.

Marzo 2019

Il rapporto afferma che un totale di 802 bambini sono morti all’interno della casa di Tuam durante i suoi 36 anni di attività. Inoltre, 12 madri sono morte durante la residenza nella Casa, la maggior parte a causa di complicazioni da parto. La Commissione afferma che i resti umani ritrovati nel 2016/2017 “non sono in una vasca di depurazione, ma in una seconda struttura con 20 camere che è stata costruita all’interno della grande vasca di depurazione dismessa”. Il rapporto afferma che lo scopo preciso della struttura della camera non è ancora stato stabilito, ma è “probabile che sia correlato al trattamento/contenimento delle acque reflue”.

La Commissione data questa seconda struttura circa al 1937 e scrive: “sembra chiaro che molti dei bambini che sono morti nella Tuam Home siano sepolti nelle camere descritte.”
Respinge anche le teorie secondo cui la struttura potrebbe essere stata costruita appositamente come camera sepolcrale o cripta, sostenendo che il luogo “non prevedeva avvenisse una degna sepoltura di resti umani”.
Il rapporto aggiunge che non è stato possibile stabilire chi seppellisse fisicamente i neonati, ma “sembra probabile che le sepolture siano state condotte su istruzione” delle suore di Bon Secours.
La portavoce delle suore, che aveva già dichiarato che l’ordine era rimasto “scioccato e devastato” dalle rivelazioni, si scusa “senza riserve” per la mancata fornitura di sepolture adeguate.
In un altro capitolo, il quinto rapporto afferma che più di 900 bambini sono morti mentre risiedevano nella Casa di Bessborough a Cork, ma non è ancora noto dove la stragrande maggioranza sia sepolta.
Nonostante indagini molto approfondite, la Commissione afferma di aver stabilito il luogo di sepoltura di soli 64 di questi bambini.

Ottobre 2020

Gli ex ospiti residenti delle Case sollevano preoccupazioni riguardo una nuova legge che temono possa bloccare l’accesso a gran parte delle informazioni raccolte dalla Commissione.
La loro campagna sostiene che molti documenti potrebbero essere sigillati negli archivi nazionali per 30 anni. Tuttavia, il governo insiste sul fatto che una “legislazione urgente” sia necessaria per proteggere le informazioni affinché non siano distrutte o censurate quando la Commissione sarà legalmente sciolta, dopo la sua relazione finale.
Il ministro per l’Infanzia Roderic O’Gorman spiega che la Commissione ha sviluppato banche dati che potrebbero aiutare i servizi di rintracciamento delle famiglie, ma poiché contengono dati personali sensibili, la Commissione si è sentita obbligata ad omettere dettagli identificativi prima di divulgarle.
Il Ministro dichiara che la nuova legge consentirà che una copia dei dati sia affidata alla Child and family Tusla Agency incaricata di coadiuvare le operazioni di rintracciamento delle famiglie, mentre l”archivio principale” verrà depositato, in linea con la legislazione del 2004 in base alla quale la Commissione è stata istituita.
Il disegno di legge ottiene una procedura accelerata dal Parlamento irlandese, facendo infuriare gli ex residenti.

25 Ottobre 2020

Il Presidente irlandese Michael D. Higgins firma il disegno di legge sui registri familiari delle Case Madre e Bambino.
Pur rilevando che il disegno di legge ha sollevato importanti preoccupazioni “che devono essere affrontate”, conclude che non richiede il rinvio alla Corte Suprema per un giudizio sulla sua costituzionalità.
Tuttavia, una dichiarazione dell’ufficio del Presidente riporta: “rimane comunque aperta a qualsiasi cittadino la possibilità di contestare le disposizioni del disegno di legge in futuro”.

10 Gennaio 2021 

I dettagli del rapporto finale dell’inchiesta sono trapelati e resi noti su un giornale alcuni giorni prima della pubblicazione ufficiale, suscitando rabbia di attivisti e ministri del governo.

12 Gennaio 2021 

Pubblicazione ufficiale del rapporto finale dell’inchiesta sulle Case Madre e Bambino. Viene definita come una pietra miliare per lo stato irlandese.
Il governo dice che porgerà delle scuse per lo “spaventoso livello di mortalità infantile” identificato nel rapporto.

L’inchiesta conclude che circa 9.000 bambini sono morti nelle 18 istituzioni sotto inchiesta – circa il 15% di tutti i bambini che vivevano nelle case.
La commissione formula 53 proposte, tra cui quelle di indennizzi e commemorazioni.
Un gruppo di coordinamento che rappresenta i sopravvissuti delle Mother and Baby Homes dice di avere “sentimenti contrastanti sul rapporto a lungo atteso”.
La Coalizione di Madre e Bambino Home Survivors dice: “Questo rapporto è fondamentalmente incompleto in quanto ignora che la questione più ampia della separazione forzata delle madri single e dei loro bambini, sin dalla fondazione della Repubblica, sia una questione di politica statale.”

13 Gennaio 2021 

In risposta al rapporto finale, le Suore di Bon Secours offrono le loro “profonde scuse” a tutte le donne e ai bambini che hanno vissuto nella Casa di Tuam, alle loro famiglie e al popolo irlandese.
L’ordine ha ammesso che le sue suore “non vivevano secondo il nostro Cristianesimo quando gestivano la Casa”.
“Riconosciamo in particolare che i neonati e i bambini morti nella casa siano stati sepolti in modo irrispettoso e inaccettabile. Per tutto questo, siamo profondamente dispiaciute”, hanno aggiunto le sorelle.
La loro portavoce conferma che l’ordine parteciperà a un progetto di risarcimento.

In seguito, anche il Primo Ministro Mícheál Martin rilascia scuse formali agli ex residenti delle Case per la maternità, a nome dello Stato. In una dichiarazione al Parlamento irlandese, egli afferma che un “profondo errore generazionale” è stato compiuto ai danni di donne e bambini che sono stati inviati alle Istituzioni.
E dichiara: “Avevamo un atteggiamento completamente distorto verso la sessualità e l’intimità, e le giovani madri e i loro figli e figlie sono stati costretti a pagare un prezzo terribile per questa disfunzione”.

 

Nota: Immagini d’archivio che documentano questa triste storia si possono trovare nel web

autore

Laura Lombardi

Scrittrice, con un passato televisivo. Coordinatrice dell’area culturale ed eventi. Madre separata di una figlia, sono curatrice, insieme con Raethia Corsini, del progetto smALLbooks. Per il sito scrivo per la sezione “Magazine” e “Diario d’Autori”. Condivido con Giuseppe Sparnacci il progetto “Riletture in chiave smallfamily”.

Sono nata nel 1962, scrivo e ho un’unica adorata figlia nata nell’anno 2000. Con Susanna Francalanci ho scritto alcuni libri per ragazzi pubblicati dall’editore Vallardi e il giallo Titoli di coda, per Eclissi editrice. Per parecchi anni ho lavorato come autrice televisiva, soprattutto in Rai, soprattutto con la vecchia RaiTre. Prima ancora c’era stato il periodo russo, quello in cui ho frequentato Mosca, l’Unione Sovietica e la lingua russa.Il canto, la ricerca attraverso il suono e la voce, il tai chi, sono gli strumenti privilegiati con cui mi oriento. Amo camminare, soprattutto nel silenzio denso di suoni dei boschi dell’Alta Valmarecchia, dove ho la fortuna di avere una casa che saltuariamente apro per ospitare incontri, corsi e altre iniziative: Croceviapieve. Vivo il progetto Smallfamilies come parte fondamentale del mio percorso evolutivo.

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