Il numero dei genitori soli a Roma è in forte aumento: sono 187.276 le famiglie composte solo da una mamma o da un papà, di cui 88mila con almeno un figlio minorenne a carico. Corrispondono al 13,8% dei nuclei familiari che abitano la Capitale e, in assenza di una rete familiare di sostegno, sono spesso i più vulnerabili.
È a partire da questi significativi dati che la giunta Capitolina ha deciso di pubblicare le «Linee guida per programmi di semiautonomia per nuclei monoparentali costituiti da madri o padri con figli minori» i cui obiettivi sono: rafforzare la rete comunale di sostegno sociale, garantire il diritto dei minori a non essere separati dai propri genitori, favorire l’inclusione sociale attraverso l’attivazione di progetti che vedono coinvolte le agenzie educative, del lavoro e dell’abitare con risposte di accoglienza in emergenza e percorsi più stabili che prevedano case alloggio e case famiglia.
Progetti come Mamhabitat nato per contrastare la povertà relazionale ed economica che coinvolge molte famiglie monogenitoriali, soprattutto quelle più fragili; offrire un supporto educativo al minore e sostenere la genitorialità; dare un tetto a chi non può permetterselo.
“Abbiamo voluto – afferma l’assessora alle Politiche Sociali e alla Salute Barbara Funari – affrontare il tema dei nuclei monogenitoriali, creando un sistema strutturato che faccia tesoro delle esperienze già attive e sperimentate. L’obiettivo è sostenere le famiglie monoparentali nel quotidiano, per arrivare poi ad accompagnare verso la piena autonomia e l’inserimento sociale. Ogni situazione ha la sua storia e, in collaborazione con i Municipi e le reti cittadine, proveremo ad individuare le risposte più adatte per evitare la separazione dei bambini dal genitore e combattere così le disuguaglianze sociali”.
I programmi di semi autonomia hanno una durata di 18 mesi.
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