CULTURE E SOCIETÀ STORIE

IL MUSEO DELLE RELAZIONI INTERROTTE

scritto da Laura Lombardi

Quando uno dei due tornava a casa, l’altro mandava a scorrazzare un coniglietto giocattolo per casa come benvenuto. E quando uno dei due si recava all’estero per un viaggio di lavoro, portava con sé il coniglio bianco per fotografarlo nei luoghi del soggiorno.

Poi, più di 20 anni fa, Olinka Vistica e Drazen Grubisic si sono separati. E, secondo Vistica, come ha raccontato circa un anno fa a un giornalista del New York Times, il coniglio era talmente simbolo del tempo trascorso insieme per cui non era pensabile che lo tenesse soltanto uno di loro.

Non sarebbe meraviglioso avere un posto dove tutti gli abitanti del pianeta possono inviare oggetti dopo la rottura di una loro relazione? Un archivio globale di storie d’amore finite per aiutare le coppie a superare il cuore spezzato e per permettere loro di dire al mondo: questo amore è esistito?”

Questo era stato il pensiero e così è nato il Museo delle relazioni interrotte, una delle attrazioni museali più frequentate della Croazia.

Il Museo è nato nel 2006 come progetto temporaneo presentato al Salone di Zagabria, una biennale d’arte. Le prime esposizioni sono state realizzate da amici, ma una volta terminata la mostra, la coppia ha raccontato di aver iniziato a ricevere e-mail e telefonate che chiedevano loro di presentare versioni dell’installazione in tutto il mondo. Ben presto i due hanno allestito altre mostre sollecitando in ogni luogo altre donazioni. Quando hanno presentato la loro mostra a Città del Messico, hanno ricevuto centinaia di oggetti e storie.

Nel 2010, Grubisic e Vistica hanno aperto la sede permanente. La collezione del Museo comprende oggi più di 4.000 oggetti, di cui circa 70 sono esposti a turno. E ogni settimana ci sono nuovi arrivi.

Il Museo è situato a Zagabria in un palazzo barocco nella Città Alta ed è, come scritto nella homepage del sito: «uno spazio pubblico fisico e virtuale creato con l’unico scopo di custodire e condividere le vostre storie di rottura e i vostri beni simbolici. È un museo su di voi, su di noi, sui modi in cui amiamo e perdiamo».

Ogni oggetto conservato rappresenta «un ricordo di una relazione passata, accompagnato dalla storia personale, ma anonima, di chi lo ha inviato. A differenza delle “distruttive” istruzioni di auto-aiuto per guarire dal lutto e dalla perdita, il Museo offre la possibilità di superare un crollo emotivo attraverso la creatività, contribuendo alla sua collezione universale.» (https://brokenships.com).

Nel 2010 il Museo ha vinto il premio EMYA Kenneth Hudson come progetto museale più innovativo e audace d’Europa.

All’interno ci sono il Caffè, il Bistrot, nonché lo shop Brokenships che propone articoli di abbigliamento, cartoleria, accessori quali la gomma per i brutti ricordi, la matita antistress, le federe etc realizzati «per aiutarvi ad affrontare i problemi legati all’amore/alla rottura/al trasloco, in modo divertente, ironico o confortante.»

Oltre agli oggetti, e ce ne sono di tutti i generi, da uno gnomo da giardino sbeccato, che una donna slovena ha scritto di aver lanciato contro l’auto del suo ex compagno il giorno del loro divorzio, o da un paio di scarpe da sera bianche accompagnate da un biglietto con la scritta: “ha cercato di impormi la sua sensibilità in fatto di moda” a un paracadute donato da una donna il cui amante è morto in un incidente di paracadutismo oppure a una protesi di gamba donata da un ex soldato che ha scritto di aver perso la gamba, ma di essersi innamorato. E che la gamba è poi durata più a lungo della relazione.

Molti oggetti riflettono il contesto politico o sociale di un paese. Quando il museo ha allestito una mostra temporanea nelle Filippine, per esempio, hanno ricevuto parecchi oggetti che parlavano di rotture a causa della migrazione.

Dal nostro punto di vista, l’aspetto più interessante è lo stimolo che viene dato alla condivisione. Condivisione della propria storia o anche semplicemente di un segno posto sulla mappa che si apre nella homepage, per dire: ci sono anch’io.

Nel sito è scritto: “Lasciatevi alle spalle le cose brutte. Prendetene di nuove; create nuovi ricordi più felici.”

C’è una sezione chiamata Rotture condivise che si apre con la proposta: «Condividete la storia di una rottura, chiudetela a chiave se avete bisogno di tempo, o semplicemente appuntate un pin sulla mappa globale dei cuori infranti. Non siete soli.»

Anche noi, in questi dieci anni di vita dell’associazione Smallfamilies, abbiamo capito che uno degli argomenti fondamentali è questo. Condividere la propria storia, condividere anche solo un pensiero, un ricordo, un gesto può essere importante tanto per chi lo fa quanto per chi riceve o legge o vede.

Per non sentirsi sole. Per non sentirsi soli.

https://brokenships.com

 

articolo citato di Alex Marshall del 14 febbraio 2023 sul New York Times: link

 

Foto di Richard Revel da Pixabay

 

autore

Laura Lombardi

Scrittrice, con un passato televisivo. Coordinatrice dell’area culturale ed eventi. Madre separata di una figlia, sono curatrice, insieme con Raethia Corsini, del progetto smALLbooks. Per il sito scrivo per la sezione “Magazine” e “Diario d’Autori”. Condivido con Giuseppe Sparnacci il progetto “Riletture in chiave smallfamily”.

Sono nata nel 1962, scrivo e ho un’unica adorata figlia nata nell’anno 2000. Con Susanna Francalanci ho scritto alcuni libri per ragazzi pubblicati dall’editore Vallardi e il giallo Titoli di coda, per Eclissi editrice. Per parecchi anni ho lavorato come autrice televisiva, soprattutto in Rai, soprattutto con la vecchia RaiTre. Prima ancora c’era stato il periodo russo, quello in cui ho frequentato Mosca, l’Unione Sovietica e la lingua russa.Il canto, la ricerca attraverso il suono e la voce, il tai chi, sono gli strumenti privilegiati con cui mi oriento. Amo camminare, soprattutto nel silenzio denso di suoni dei boschi dell’Alta Valmarecchia, dove ho la fortuna di avere una casa che saltuariamente apro per ospitare incontri, corsi e altre iniziative: Croceviapieve. Vivo il progetto Smallfamilies come parte fondamentale del mio percorso evolutivo.

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