L’esperienza trentina rappresenta indubbiamente un fiore all’occhiello delle politiche familiari in Italia, basta ricordare due esempi: il marchio “Family in Trentino” e la nuova legge provinciale trentina sul benessere familiare “Sistema integrato delle politiche strutturali per la promozione del benessere e della natalità” (L. n°1 del 2 marzo 2011) nella quale la famiglia viene posta al centro dell’azione di governo attraverso nuove politiche e strumenti.
Alcuni significativi passaggi caratterizzano questa legge: il primo, che riprende il titolo del Libro Bianco redatto nel 2009, è quello che considera la famiglia “una risorsa del territorio e non un problema”. Nei fatti, ciò comporta un ragionamento più in generale sulla dimensione della normalità, del benessere sociale in una logica di medio-lungo periodo, e non solo l’impegno a far fronte alle emergenze e ai bisogni di chi vive in condizioni di fragilità e vulnerabilità.
In Trentino, ed è questa un’altra innovazione, le politiche familiari non stanno all’interno delle politiche sociali (a differenza di quanto avviene abitualmente in Italia) ma dipendono direttamente dalla Giunta e sono concepite come un’azione combinata di tutte le policies: un sistema integrato di politiche strutturali (dalle politiche urbanistiche a quelle del lavoro, dalle politiche turistiche a quelle del reddito, e così via).
Luciano Malfer, dirigente generale dell’Agenzia per la famiglia, la natalità e le politiche giovanili (APF) della Provincia Autonoma di Trento (un’autority nata nel luglio 2011 con l’obiettivo di raccordare le politiche provinciali di settore) durante il nostro incontro racconta di quanto si sta facendo e si farà per dare attuazione alla legge: “Salvaguardando tutti i principi costituzionali -aggiunge- le nostre politiche vanno in sostanza dove ci sono i bambini: sono loro i titolari della politica. Questo è il ragionamento importante che stiamo sviluppando”.
Compito non facile perché anche in questo territorio le famiglie stanno vivendo profonde trasformazioni, con risvolti del tutto inediti. Anche qui, come altrove, ci si chiede come intervenire efficacemente e, ancor prima, come interpretare i mutamenti in atto nell’ambito familiare e relazionale (il Trentino per esempio ha un tasso di separazione tra i più alti d’Italia).
Di questo parla l’articolo 5 della nuova legge, alla voce “sostegni economici”, quando afferma che “per favorire l’assolvimento delle responsabilità familiari, sostenere la genitorialità, la nascita e la formazione delle nuove famiglie, nel rispetto dei singoli progetti di vita” specifiche attenzioni vengono date alle famiglie monogenitoriali e alle famiglie numerose (che in Trentino è quella costituita da una famiglia con almeno tre figli a carico mentre a livello nazionale si considerano quattro o più figli).
L’attenzione alle famiglie monogenitoriali è un altro elemento di novità. Una bella sfida, questa, lanciata su un tema che per quanto non nuovo raramente trova spazio e legittimità nelle politiche per la famiglia. Molte cose restano da fare in questa direzione, non ultima porre freno a un fenomeno che lo stesso Malfer evidenzia come un’anomalia: è il caso delle “separazioni fittizie” fatte unicamente per interesse, magari per accedere a contributi e/o sostegni. Dati non ce ne sono, ma urge cominciare a parlarne e trovare gli strumenti idonei per contrastare questo comportamento. Per rispetto di chi veramente si trova a vivere la condizione di genitore single, per senso di giustizia e di equità.
Per maggiori info: www.trentinofamiglia.it
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