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La pratica collaborativa

scritto da Chiara Masera

La Pratica Collaborativa è un metodo non contenzioso di risoluzione dei conflitti, in particolare in ambito familiare.

E’ una pratica relativamente ‘nuova’ in Italia e per questo è importante che entri nella ‘cultura’ del nostro Paese, in modo da poter essere valutata tra le varie possibilità efficaci per prevenire e risolvere conflitti in fase di separazione, divorzio e scioglimento di convivenze.

Per comprendere appieno la peculiarità e le enormi potenzialità di questo nuovo strumento, invito chi fosse interessato ad approfondire e capire, a consultare questo sito.

Qui di seguito, propongo un estratto dei contenuti presenti nel sito, in modo da fornire un primo approccio.

La pratica collaborativa è un metodo che mette al centro le persone e i loro interessi, consentendo di individuare soluzioni aderenti ai bisogni particolari di ogni famiglia o di ogni coppia.

È un percorso che permette di affrontare tutti gli aspetti legati alla crisi familiare – quelli legali, ma anche quelli economici e quelli relazionali – in un clima di fiducia e trasparenza, con il supporto di professionisti altamente qualificati.

La Pratica Collaborativa è un metodo nato negli Stati Uniti negli anni 90 e ormai praticato in molti Paesi europei, dal 2010 anche in Italia.
Quando si parla di pratica collaborativa si fa riferimento ad un processo di negoziazione stragiudiziale che coinvolge nelle trattative, in modo diretto, le parti, i rispettivi avvocati e gli eventuali altri professionisti che li assistono, in uno spirito di collaborazione, buona fede e trasparenza, nell’intento di raggiungere soluzioni concordate.

Questa pratica si pone in alternativa sia al procedimento giudiziale contenzioso, sia alla negoziazione stragiudiziale tradizionale volta al raggiungimento di un accordo.

La diffusione delle procedure fondate su metodi di negoziazione, mediazione e conciliazione in sede stragiudiziale – tra le quali si colloca la pratica collaborativa – non è solo una risposta alle carenze del sistema giudiziario, ma rappresenta soprattutto una soluzione del conflitto fondata sulla valorizzazione del potere di autodeterminazione delle parti e sulla continuità dei loro rapporti in futuro.

La novità risiede nell’assistenza che i vari professionisti – avvocati, commercialisti ed esperti di relazioni familiari – prestano all’interno del medesimo contesto, nell’ambito di un lavoro di squadra, dove tutti i professionisti hanno ricevuto una comune formazione e rispettano regole condivise di comportamento; i primi e più importanti protagonisti restano comunque sempre le parti, ciascuna assistita nel percorso dal proprio avvocato.

La procedura è improntata a tecniche di comunicazione, ascolto attivo, negoziazione basata sugli interessi che favoriscono il mantenimento e la trasformazione delle relazioni e promuovono la fiducia ed il rispetto reciproco.

Immagine tratta dal sito dell’Associazione Italiana Professionisti Collaborativi

autore

Chiara Masera

Avvocata civilista in Milano con formazione in diritto di famiglia e minorile. Propongo, ove possibile, un approccio improntato ad un controllo della conflittualità, ad una ricerca di collaborazione tra parti e legali che permetta di valutare tutte le strade possibili al fine di trovare un accordo, in particolare nell’interesse dei figli. Formata alla negoziazione assistita e alla pratica collaborativa, sono iscritta all’elenco degli Amministratori di Sostegno presso il Tribunale di Milano. Faccio parte della rete dei servizi convenzionati con l’associazione. Per questo sito scrivo su questioni relative al diritto di famiglia.

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