Il tema della ricostruzione sollecita numerose e diverse riflessioni sul costruito e sul costruibile a partire dall’abitazione. Dimora, casa, nido, focolare, residenza, per alcuni solo domicilio per altri habitat che ospita l’intera esistenza, inclusa l’attività lavorativa. Case sognate, costruite, acquistate, tramandate. Ognuna con la sua storia e con dentro tante storie, quelle delle persone*.
Così gli organizzatori presentano l’incontro promosso dall’Ordine degli Architetti di Ascoli Piceno in collaborazione con Cerpa Italia onlus e con il coordinamento “FermiRestando in EpiCentro”, costituito dagli architetti delle zone del centro Italia colpite dagli eventi sismici a partire dall’agosto 2016. Si terrà il giorno 16 maggio 2017 dalle ore 14.30 alle 19.00 ad Ascoli Piceno (c/o Casa della Gioventù, via Abruzzo, zona Pennile di Sotto) e vi parteciperà anche l’associazione Smallfamilies.
L’evento è aperto a tutti ed è accessibile alle persone sorde grazie alla sottotitolazione a cura di CulturAbile. Quattro sono i crediti formativi professionali riconosciuti con iscrizione sul portale iM@teria.
Il problema della ricostruzione a seguito del terremoto che ha profondamente e dolorosamente ferito l’Italia Centrale nei mesi scorsi apre numerosi interrogativi che questo Convegno intende affrontare.
Nel restituire l’identità perduta insieme alle mura – scrivono gli organizzatori – è il caso di interrogarsi su cosa pensiamo di offrire con la ricostruzione e se ri-costruire vuol dire ri-proporre anche gli errori o invece significa una seconda opportunità, quella di costruire meglio. Ad esempio indagando le reali necessità dell’abitare, necessità delle persone, individuali e collettive, diverse e mutevoli, che si modificano con l’età e con le trasformazioni dei nuclei familiari.
Ed è proprio sulla necessità di comprendere le forme e i ritmi quotidiani e concreti dell’abitare a partire dalle trasformazioni sociali, dalle nuove geometrie familiari – che si sono andate delineando a seguito del drammatico sisma- che il nostro intervento insisterà.
La riflessione che porteremo a questo incontro riprende un tema molto caro alla nostra associazione. Riguarda il cambiamento delle famiglie italiane: sempre più piccole, isolate, flessibili, “a geometria variabile” come amiamo dire. E ciò è ancor più vero se consideriamo i territori coinvolti dal sisma. Su quali reti di relazioni possono contare oggi gli abitanti di questa parte dell’Italia? Come è cambiato il loro modo essere famiglia, vicinato, quartiere, comunità?
Nella corsa contro il tempo tipica di quando si deve fronteggiare un’emergenza le priorità sono chiare: mettere in sicurezza quanto è rimasto in piedi, fornire un tetto a chi non lo ha più, assistenza e cure a chi ne ha bisogno, etc. . Fermarsi a riflettere sul futuro che si vorrebbe è forse un lusso che non ci si può permettere, almeno in una prima fase. Ma questo tempo prima o poi arriva. E i conti con il futuro bisogna farli. Quale idea di comunità voglio perseguire? Quale tessuto economico e sociale voglio rigenerare? Chi sono – oggi- gli abitanti di cui mi devo-e-voglio occupare? Cosa ha portato via il sisma e cosa ha lasciato immutato? Quali case costruire, come e per chi?
Il fenomeno dell’invecchiamento della popolazione insieme con le specifiche necessità delle persone con disabilità richiede una maggiore consapevolezza riguardo alle esigenze e alle soluzioni progettuali, spaziali e tecnologiche, tali da garantire una risposta adeguata ai committenti e maggiori opportunità ai progettisti nell’elaborare proposte congruenti con il tessuto urbano, la tipologia edilizia, le tecniche costruttive e le aspettative degli abitanti.
La flessibilità, spaziale e tecnologica, è la risposta al bisogno di un alloggio capace di trasformarsi al mutare delle condizioni individuali e delle relazioni, scenario descritto attraverso il tema delle famiglie a geometria variabile. La coabitazione è un ulteriore modello in grado di offrire una risposta sociale oltre che individuale.
Sono queste alcune delle domande che mi arrivano alla mente pensando a questi territori e alla sfida che hanno dinnanzi a sé.
Non ci sono facili e preconfezionate risposte a tali quesiti e nessuno purtroppo possiede la soluzione ideale. Dipende da molte circostanze. La risposta è il risultato di un complesso e articolato dialogo tra settori, competenze, sensibilità, culture e approcci differenti. E questo workshop rappresenta certamente un buon inizio.
Consapevoli della diversità che caratterizza i tessuti urbani, le realtà rurali e i borghi dei territori colpiti la sfida sarà quella di declinare le diverse suggestioni e soluzioni in altrettante realtà dove coesistono approcci differenti, incluso il dov’era com’era …ma meglio.
PROGRAMMA
14:30 registrazioni
15:00 Saluti
arch. Valeriano Vallesi
Presidente Ordine degli Architetti di Ascoli Piceno
15:30 Introduzione
Voce del verbo abitare: la ricostruzione con le persone al centro
arch. Ph.D. Elisabetta Schiavone
OAPPC AP, CERPA Italia Onlus
Adeguamento, Adattabilità, Active and Assisted Living: considerare le specifiche necessità nel progetto e nella riqualificazione dell’ambiente domestico
Ing. Carlo Montanari
CAAD Reggio Emilia, Network CERPA
Soluzioni domotiche per l’accessibilità e la sicurezza dell’ambiente domestico
arch. Consuelo Agnesi
Architettura STUDIOINMOVIMENTO, CERPA Italia Onlus
L’abitare delle famiglie a geometria variabile
arch. Ph.D. Gisella Bassanini
Associazione Smallfamilies
Habitat contemporaneo. Flessibilità tecnologica e spaziale
arch. Ph.D. Cristiana Cellucci
Dipartimento di Architettura Università “G.d’Annunzio” Pescara
Cohousing, abitare condiviso
arch.tti Carlo Verona e Denis Parise
Studio PA.VE., CERPA Italia Onlus
18:30 dibattito
19:00 chiusura lavori
MODERA arch. Laura Cennini CERPA Italia Onlus