CULTURE E SOCIETÀ Policy

L’aumento dei divorzi tra gli over 50

scritto da Smallfamilies

Susan Brown, esperta di famiglia e matrimonio alla Bowling Green State University dell’Ohio, ha coniato il termine «gray divorce», divorzio grigio, quando ha scoperto l’aumento di persone sopra i 50 anni che decidevano di rompere con una relazione. In Italia e da poco tempo che ci si interroga su questo fenomeno sociale e familiare che vede sempre più coinvolte le generazioni del baby-boom.

La dimensione dei cosiddetti “divorzi grigi” varia ovviamente a seconda dei paesi europei considerati: più diffusi nei paesi dell’Europa settentrionale (Danimarca e Svezia in testa), lo sono decisamente meno in quelli dell’Europa centrale e meridionale (Portogallo e Italia, per esempio). Nel contesto europeo si registra il più basso tasso di divorzi ma chi studia questi comportamenti, che stanno diventando sempre più strutturale, parla di numeri sottostimati perché non sono poche le coppie mature che si lasciano senza arrivare al divorzio e per questo i dati sfuggono.

Dal 1974 al 2015 il numero di separazioni tra gli over sessanta è passato dal 3,2 al 14,6% e anche in questo caso le statistiche non fotografano il reale.  Secondo i dati Istat tra il 2015 e il 2021 i divorzi tra persone con più di 60 anni sono aumentati del 40%, passando, in numeri assoluti, dai 6.131 del 2015 agli 8.715 del 2021.

Diversi sono i fattori che stanno alla base di queste scelte che coinvolgono donne e uomini: la situazione lavorativa (chi è in pensione sembra si separi di più di chi sta ancora lavorando), l’infedeltà, problemi economici e di salute, l’aver sciolto in precedenza un’altra unione, la sindrome del nido vuoto che si vive quando i figli escono di casa, il desiderio di iniziare una nuova vita non sentendosi troppo vecchi/e per farlo, l’aumento della longevità.

Pensiamo alle molte donne che oggi hanno raggiunto maggiore libertà e indipendenza finanziaria rispetto alle generazioni passate e non si sentono più costrette a restare nel nido familiare se infelici di esserlo. E non è quindi un caso che la maggior parte dei divorzi, infatti, sono avviati da donne, e questo vale anche per il divorzio grigio.

Sembra essere meno incline alla separazione, invece, chi è proprietario della propria casa in cui vive e quelle coppie che stanno insieme da lunga data o che sono circondati da nipoti di cui magari si occupano con una certa continuità.

In un articolo apparso il 30 giugno scorso, firmato da Maria Novella De Luca (link a fine post), Laura Arosio, professoressa associata di Sociologia all’università Bicocca di Milano che ai divorzi tardivi ha dedicato diversi studi pubblicati su Neodemos, afferma:

«Dietro i grey divorce ci sono due fattori: l’allungamento dell’aspettativa di vita e una diversa percezione culturale del matrimonio che ha raggiunto le fasce di età più avanzata. E cioè il diritto al sentimento, esattamente come nelle coppie giovani: se l’amore finisce, si scioglie anche il patto coniugale, complice la consapevolezza che superati i sessant’anni ci può essere ancora un bel pezzo di vita davanti. Per l’Italia così familista è una rivoluzione culturale, un fenomeno trasversale ai ceti sociali e anche alle aree geografiche. A sorpresa, infatti, i divorzi grigi sono diffusi in prevalenza al Sud».

Ci sono però almeno due importanti criticità all’orizzonte che non possono essere ignorate:
1) quando si rompe una coppia anziana viene meno l’accudimento reciproco e questo è un problema in Italia dove il welfare è basato essenzialmente sulla famiglia;
2) quando si giunge alla terza età le asimmetrie e le disuguaglianze tra sessi accumulate per tutta una vita si acuiscono e così le donne percepiscono in media una pensione  del 30% più bassa di quella dei maschi e sono pertanto più povere.

È indispensabile – urgente – allora sviluppare reti territoriali di welfare, progetti e azioni ad hoc in grado di sostenere questi profondi cambiamenti sociali e familiari che, ci piaccia o meno, sono inarrestabili.

 

Per saperne di più
la Repubblica
Io Donna
Neodemos

 

Immagine generata con AI.

autore

Smallfamilies

"La redazione" del gruppo Smallfamilies aps

lascia un commento