Sono stata invitata, come Presidente di Smallfamilies aps, a partecipare alla trasmissione Timeline, andata in onda mercoledì 3 gennaio 2024, ore 16.00. L’approfondimento di Sky tg24 ha posto come tema di confronto il dossier recentemente elaborato dall’Ufficio Studi della Camera dei Deputati sulla occupazione delle donne. L’intera puntata è visibile al link riportato a fine del testo.
Riprendo qui in sintesi alcuni dati significativi emersi dal Dossier che tracciano un quadro desolante:
- Siamo gli ultimi in Europa per occupazione femminile: 55 per cento contro il 69,3 per cento della media Ue. Il divario con gli altri Paesi sta aumentando, visto che si attestava a 12,7 punti nel 2019, prima della pandemia;
- Il divario tra l’occupazione maschile e femminile in Italia non accenna a diminuire e resta bloccato a circa 18 punti percentuali;
- Il 20% delle lavoratrici lascia il posto di lavoro quando ha un figlio. Parliamo soprattutto di donne con stipendi medi e medio-bassi che non riescono a conciliare le esigenze di vita con l’attività lavorativa o lasciano (il 19%) per motivi economici;
- Le donne che riescono a restare nel mercato del lavoro incontrano due tipi di penalizzazioni: sul piano della carriera e degli stipendi. Fanno dunque meno carriera e sono meno pagate rispetto ai colleghi uomini. Hanno spesso lavori precari e in settori poco strategici;
- Oltre a lavorare fuori casa le italiane si caricano del 70% del lavoro domestico;
- Le donne dirigenti guadagnano il 13% in meno della media delle retribuzioni dirigenziali, le operaie il 10% in meno;
- Le imprese guidate da donne sono nel nostro Paese il 22% del totale. L’unico settore in cui le donne superano di poco il 50% è quello degli “altri servizi”: in gran parte si tratta di parrucchiere, estetiste, titolari di lavanderie. Nei pubblici esercizi sfiorano il 30%. Le aziende femminili hanno forme societarie più fragili: nel 62% sono ditte individuali contro il 48% di quelle maschili. Su 214 società quotate solo in 5 la partecipazione di controllo è in mano a donne (il 2,33%);
- Evidenti criticità ci sono anche sul fronte dei servizi che potrebbero aiutare le donne a conciliare i tempi di vita con quelli del lavoro, come l’assistenza all’infanzia: l’offerta dei nidi risulta in ripresa dopo la pandemia (+1.780 posti), ma le richieste di iscrizione sono in gran parte insoddisfatte, soprattutto nel Mezzogiorno. Con una penalizzazione maggiore per le famiglie più povere, sia per i costi delle rette, sia per la carenza di nidi in diverse aree del Paese
Se accanto a questi dati preoccupanti aggiungiamo altri elementi di criticità che provengono dalle specifiche condizioni di vita dei genitori soli, in primis le madri sole con figli a carico, risulta evidente che siamo dinanzi ad una situazione di emergenza che non può essere ulteriormente ignorata. Il sostegno alla genitorialità, il supporto al lavoro delle donne non possono più essere solo frasi fatte: servono risposte concrete.
Le famiglie monogenitoriali rappresentano quasi il 12% delle famiglie italiane. Si tratta di due milioni e mezzo di madri con figli conviventi e di circa cinquecento mila padri. Un totale di tre milioni di nuclei familiari che continuano ad essere praticamente invisibili agli occhi della politica e del sistema del welfare.
Da più di dieci anni Smallfamilies aps evidenzia come sia necessario creare servizi di conciliazione per le madri e i padri soli anche perché molto spesso questi genitori non possono affidarsi al principio della condivisione del carico domestico e familiare perché la coppia non c’è più o non c’è mai stata e la famiglia d’origine non è detto che ci sia. I servizi di prossimità, le strutture territoriali rappresentano per questo l’unica via percorribile, come sappiamo bene.
Oltre ad un reale sostegno al lavoro femminile e alla genitorialità (una priorità per le donne, le famiglie, anche le aziende) un’altra azione concreta da perseguire è rappresentata dalla reintroduzione della maggiorazione dell’Assegno Unico anche per i genitori soli che lavorano (maggiorazione all’inizio riconosciuta e poi negata). Di questo misura iniqua ne abbiamo ampliamente parlato nei mesi scorsi arrivando anche a scrivere alla premier Meloni e alla Ministra Roccella. Senza alcun risultato. Purtroppo.
Dare seguito a queste richieste sarebbe un bel modo di cominciare l’anno nuovo.
Per rivedere la trasmissione Timeline, l’approfondimento di Sky tg24, che inizia dopo il TG, cliccare qui