Estate. Tempo per il riposo e spesso tempo per la lettura.
Vi consigliamo un testo che ci pare molto interessante, un saggio sulla natura della parentela, concepita come frutto della “reciprocità”: i parenti sono tali non tanto perché sono consanguinei, ma perché condividono affettivamente e simbolicamente le vite (e le morti) gli uni degli altri.
E’ una prospettiva che sentiamo di condividere in gran parte e che per molti versi corrisponde all’ottica in cui noi di Smallfamilies pensiamo sia sensato orientarsi.
La parentela. Cos’è e cosa non è
di Marshall Sahlins, P. Moreno (Traduttore)
Eleuthera ed, 2014
In questo saggio viene esplorata la parentela secondo un’ottica del tutto inusuale che poggia su un concetto basico: la “reciprocità”: i parenti sono tali non tanto perché sono consanguinei, ma perché condividono affettivamente e simbolicamente gli uni le vite (e le morti) degli altri.
Siamo quindi molti lontani dall’idea comunemente e istituzionalmente condivisa che lo stato di parentela sia stabilito solo attraverso la procreazione; al contrario, qui si insiste sull’idea che la parentela derivi da un’esperienza comune, dalla condivisione effettiva di luoghi e affetti, in modo analogo a come si intendeva la famiglia nel mondo dell’antica Roma, dove la “familia” includeva tutti coloro che condividevano la “domus”, compresi gli schiavi.
Sangue, latte, seme, carne, sono soltanto fenomeni fisiologici e il principio di appartenenza a una famiglia si può rilevare all’interno di una costruzione simbolica dalla valenza molto più ampia e complessa della semplice consanguineità.
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Per chi si trova invece ad affrontare il delicato momento che gravita intorno ad una separazione ed ha bambini ancora piccoli, vi indichiamo cinque albi illustrati di recente pubblicazione che riteniamo possano dare buoni spunti per aiutare i genitori a proporre i risvolti anche positivi relativi al cambiamento che si sta affrontando.
Due di tutto di Arianna Papini
- Fatatrac
Età di lettura: dai 6-7 anni.
Papà e mamma si separano e tutto cambia. Il come cambia è raccontato in prima persona dalla bambina protagonista che continuamente rileva che l’attuale è sempre di segno negativo rispetto al passato ideale, felice. Anche nel caso in cui i genitori si comportino nel modo più responsabile possibile, i bambini soffrono e il loro equilibrio è minato. Il tentativo dell’autrice è consegnare ai bambini l’idea che pur soffrendo dentro una situazione dolorosa, pur covando una rabbia giustificata, che pare inesauribile, si può comunque sempre ricordare che le cose sono sempre destinate a cambiare e ad evolversi, che non rimangono sempre uguali, né quelle belle, né quelle brutte, e che il cambiamento, magari inizialmente portatore solo di malessere e dolore, può anche essere la via verso una nuova felicità. E questo nuovo corso felice si delinea nel finale del libro in cui si assiste alla composizione di due famiglie allargate in cui gli affetti trovano una nuova significativa ricollocazione. È un libro crudo, schietto, Una lettura istruttiva e importante, ma a mio avviso è bene che i genitori valutino con attenzione quando e come leggere il libro insieme ai loro figli. Perché, in un momento sbagliato, il messaggio positivo potrebbe facilmente trasformarsi in un boomerang negativo oppure potrebbe alimentare delle aspettative riguardo future composizioni familiari che non necessariamente si realizzeranno.
Se letto al momento giusto e con l’adeguato accompagnamento “affettivo”, il libro può essere invece uno strumento davvero valido per affrontare la realtà della separazione.
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di M. Adele Garavaglia
san Paolo ed.
Età di lettura: da 5 a 8 anni
Marco è convinto che suo papà se n’è andato di casa per colpa sua. Come spesso accade ai bambini, che inevitabilmente si vivono come centro del mondo, pensa di essere lui la causa, quindi non sa come, ma crede di avere commesso degli sbagli nonché di meritarsi questa punizione. Per convincersi del contrario non bastano le rassicurazioni degli stessi genitori e della maestra. Marco gioca a calcio con grande passione, quindi, per convincersi, ha bisogno soprattutto delle parole del suo allenatore. Così come ha bisogno che entrambi i genitori siano presenti alla partita a fare il tifo per lui.
Osservare i bambini e comprendere quali sono le cose importanti per loro. Troppo spesso noi adulti non lo facciamo, dedicando attenzione più alla proiezione ideale astratta dei loro bisogni piuttosto che all’osservazione e all’ascolto di quelli reali.
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di Beatrice Masini con illustrazioni di Monica Zani
Carthusia ed.
Età di lettura: da 3 a 4 anni.
Giulio ha cambiato vita. Viveva con mamma, papà e il cane, ma da un certo punto in poi tutto è cambiato, qualcosa si è rotto. I genitori si sono separati e il papà è andato a vivere in un’altra casa. Giulio non è contento e lo racconta, in prima persona, cercando di descrivere la sua somma di sentimenti contrastanti, dove rabbia e tristezza prevalgono, mescolate a senso di colpa e di impotenza. Nonostante i genitori siano presenti e responsabili. Fino al momento in cui Giulio capisce e si dice: «io non mi separo. Resto un bambino intero. Anche il papà e la mamma restano interi. Separati ma interi. Cambiano tante cose, però certe no. Il bene che gli voglio. Il bene che mi vogliono. Io sono sempre il loro bambino. Di tutti e due. E loro sono miei, ciascuno per conto suo.»
I bambini procedono per percezioni, folgorazioni, accostamenti, immagini, diverse da quelle degli adulti. E danno peso e valore a espressioni, parole, eventi che a volte per noi sono poco significative. Terminata la lettura di questo libro mi viene da dire questo: la proposta è intelligente, interessante, sicuramente utile, ma con un limite. Il testo attribuisce al bambino una percezione a mio avviso un po’ troppo da adulto, un po’ troppo “strutturata” e lineare.
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Sotto il Temporale. Fiabe-Ombrello Per Famiglie in trasformazione
Di Manuela Mareso e E. Tammaro
ed Gruppo Abele
Età di lettura: da 5-6 anni
Dieci fiabe, di stampo tradizionale, che iniziano con “c’era una volta” e che animano personaggi fantastici, secondo la tradizione fiabesca, scritte dall’autrice idealmente per la figlia, per raccontarle di come si possano superare le situazioni più critiche che la separazione comporta e di come i cambiamenti e le trasformazioni possano comportare nuovi scenari non necessariamente negativi. Il merito del libro sta proprio nella scelta del registro di fantasia che vuole sostenere l’obiettivo di stimolare l’inconscio del bambino perché emerga, si esprima, dia sfogo al disagio, senza alimentare speranze di scorciatoie risolutive o di impossibili finali di riconciliazione.
Il finale che l’autrice prospetta a sua figlia e idealmente a tutti i lettori, bambini o adulti che siano è: “Lo so che ti senti male, ma vedrai che le cose andranno meglio”.
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di Laurence Anholt e James Coplestone
Età di lettura: 3-4 anni
E’ un racconto breve, scritto in rima. L’uccellino assiste e condivide le tensioni che stanno nascendo nel nido. Assiste anche alle liti, a seguito delle quali vede però anche i due genitori decidere di costruire un altro nido. Li vede comunque agire insieme nel costruire la nuova proposta per il futuro, due nidi, sullo stesso albero, non molto lontani uno dall’altro, tra i quali sarà poi libero di svolazzare. Un’iniezione di ottimismo: la separazione può avere anche un segno positivo perché può portare con sé come conseguenza una futura possibilità di scelta, un raddoppio che può offrire anche risvolti positivi, un’occasione di crescita più consapevole.
Buona estate! Il gruppo Sf