STORIE

Mi darai una coperta

scritto da Ebbi K.

«Signora, suo figlio come dorme? Dorme con lei?»…Un momento di esitazione e poi do la risposta giusta. Che è una mezza verità. L’uomo sembra soddisfatto. No, non sono una bugiarda e nemmeno una codarda. Sono una mamma che ha imparato alcune mosse strategiche di sopravvivenza e benestare. Almeno per me, per noi. Io e il mio bambino. Le lunghe e snervanti discussioni con chi crede di avere verità assolute da imporre, ecco queste ora ce le risparmiamo. La calata di un pesante (pre)giudizio, messo anche nero su bianco, beh grazie, anche no. Lo dico da mamma che ha allattato fino ai tre anni, da mamma che condivide la pratica del co-beddig e co-sleeping. Da mamma single, da mamma in cerca d’aiuto, da mamma che è dovuta passare per studi di psicologi infantili, da mamma che per usufruire dei servizi sociali è osservata e scrutata, da mamma in cerca d’empatia, da mamma che osserva le altre famiglie, da mamma che non ha un redditto sufficiente, da mamma che lotta – a volte vince a volte perde, anche i pareggi valgono. Da mamma che spesso si vergogna.

La vergogna è un’emozione che accompagna l’auto-valutazione di un fallimento globale nel rispetto delle regole, scopi o modelli di condotta condivisi con gli altri; da una parte è un’emozione negativa che coinvolge l’intero individuo rispetto alla propria inadeguatezza, dall’altra è il rendersi conto di aver fatto qualcosa per cui possiamo essere considerati dagli altri in maniera totalmente opposta rispetto a quello che avremmo desiderato … ci si può vergognare da soli e per lungo tempo…

Il significato lo trovo su Wikipedia. Lo trovo nel mio essere mamma single e senza fisso impiego: fallimento, inadeguatezza. Per lungo tempo ancora? Io e D. dormiamo assieme. Anche per forza di cose: viviamo in un bilocale praticamente. Prima nello stesso letto. Ora con varie e stravaganti opzioni. Ci accoccoliamo assieme e poi me lo trovo steso sul comodino, sullo scendiletto, raramente nel suo lettino, sotto il suo lettino, sul tappetto della sala. Mio figlio dorme sul pavimento. Lo trovo li e lo riporto a letto, crollo, la mattina al risveglio è tornato lì. Il massimo poi è quando mamma dorme anche lei sul tappeto in sala. E quest’estate non ci restava altro fa fare, viste le temperature e l’abitazione senza aria condizionata. Spesso lo trovavo sulle piastrelle accanto al frigorifero o sotto al tavolo; con la tenerezza di un cagnolino e con tutta la sapienza ancestrale dell’istinto animale, va verso il fresco. Ho messo un materassino per terra, degno di poca attenzione a quanto pare, io in camera nel lettone, lui di là, cuscini ovunque…
-“Ma amore, non è troppo è troppo duro così, vieni nel lettino dai!”
-“Mamma vieni tu qui!”
-“Ma io voglio il materasso”
-”Mamma io voglio il fresco!”
-”Ma quando finisce l’estate e arriva il freddo e la pioggia?”
-”Mi darai una coperta!”
La mattina, quando si sveglia, è allegro. Mi sorride sempre.

 


Immagine di apertura di Yahav

autore

Ebbi K.

Ho una laurea in storia del cinema, un diploma da operatrice culturale, il tesserino da giornalista. Saltuariamente curo l'ufficio stampa per alcuni festival di cinema. Sono mamma single del piccolo Diego. Spesso provo a mettere tutto insieme. Per Smallfamilies collaboro alla sezione Diario d'autori.

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