STORIE

Michela e Giancarlo

scritto da SF storie

La mia storia “smallfamily” è cominciata da un anno appena. Io e il mio bimbo di quasi quattro anni ce la stiamo cavando alla grande, NONOSTANTE TUTTO.

Una separazione difficile da un padre che, a mio modo di vedere, è irragionevole e pensa solo ai propri interessi. Incapace di pensare ad altri che a se stesso, pone difficoltà alle difficoltà già esistenti per il gusto di esercitare il suo potere.

Quando sono diventata una mamma single ero piena di paure per me e per il mio bambino. Ora queste paure si sono lentamente liquefatte.

Avevo paura di non farcela economicamente. Cerco lavoro senza successo da diverso tempo, ma il tempo mi ha aiutato a ridimensionare la paura di rimanere senza reddito. Ho affittato una stanza a casa e con quello tiro avanti a campare.

Avevo paura degli effetti che avrebbe causato una separazione conflittuale sul mio bambino. Mi dispiace vederlo tagliato in due tra i suoi amori più grandi. Mi dispiace vedere che si sposta al mio fianco mentre saluta il papà con il groppo in gola. Ho imparato a sopportare e a capire che questa è la storia di mio figlio e io sono solo uno dei due genitori.

Avevo paura di rimanere sola a occuparmi di lui, paura di non farcela. La fatica è tanta, non potendomi appoggiare su reti famigliari di supporto, e quando non basta il giorno c’è sempre la notte per stare alzata a pensare a una soluzione. E quando non basta nemmeno quella… amen! Si rimanda!

Avevo paura che l’immagine della madre per mio figlio diventasse troppo ingombrante e di fatto è andata così. Capita che mi dica cose del tipo: “Tu sei l’unica che mi dice no, che mi sgridi” o quando mi dice che vuole andare a vivere con il padre perché gli regala le macchinine. Accolgo e mi rassicuro pensando che qualsiasi scelta la sto facendo per il suo bene.

Perché essere mamma single è difficile, ma avere un bulldog attaccato ai calcagni lo è ancora di più. Pazienza. Questo è diventato il mio mantra: “Mantieni la calma e tutto andrà a posto”.

E qui è nato il risvolto positivo, le code in posta o al supermercato sono diventate amene attese in mezzo all’umanità, le persone sgarbate che mi aggrediscono per strada si stupiscono per la mia totale assenza di reazioni, gli imprevisti che ti fanno rigirare le giornate sono eccitanti, mi sfidano a trovare nuove soluzioni e a fine giornata mi sento WonderWoman.

E per il resto? Per tutto quello che non accomodo? A cui non trovo una soluzione? Aspetto, osservo e così ho imparato a “stare nelle cose”, a non cercare di avere totale controllo delle situazioni, ad accogliere il punto di vista dell’altro. Tutti i soldi spesi in inutili corsi di coaching, comunicazione e gestione del tempo, psicoterapie e psicoanalisi non hanno dato nulla in confronto alla pratica quotidiana. Ora sto bene con me stessa.

E come dico sempre a mio figlio: “Tu ogni giorno mi doni i super poteri, corro velocissima, mi hai donato la pazienza, la resistenza, la resilienza, la calma, la pace interiore” e per questo ogni giorno lo ringrazio.

autore

SF storie

È il team che si occupa di raccogliere e pubblicare le storie scritte direttamente dai protagonisti, che non sempre desiderano svelare la loro identità. Se vuoi mandarci la tua storia scrivi a associazione@smallfamilies.it, allega una fotografia e una liberatoria in caso di foto di minori oppure specifica che desideri l'anonimato.

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