STORIE

La solitudine di Laura

scritto da Smallfamilies

Sono Claudia e vi scrivo per condividere con voi di Smallfamilies la tristezza e la rabbia che ho provato nel leggere la notizia della morte per arresto cardiaco di Laura Fenaroli, un mamma single che, non volendo lasciare sola la figlia di otto anni, non si è recata tempestivamente al pronto soccorso per ulteriori accertamenti, come invece raccomandato dalla guardia medica che l’aveva visitata qualche ora prima del decesso. Di questa drammatica vicenda so solo quanto riportato dai giornali. E questo mi basta per non giudicare e mandare invece a Laura un pensiero affettuoso.

Ho quasi settant’anni, sono una nonna e anche io sono stata per molti anni una mamma single. Conosco quindi molto bene le fatiche di crescere da sola dei figli, la profonda solitudine che ti assale in tanti, troppi momenti, le difficoltà a chiedere aiuto ma anche a far capire agli altri che hai bisogno di aiuto. Conosco la paura che ti assale quando ti ammali e ti chiedi chi si occuperà dei tuoi figli se ti dovesse accadere qualcosa di grave. Ricordo le notti passate con i miei figli malati e non sapere come fare. Perché sei sola, la tua famiglia d’origine è lontana e i vicini neppure li conosci.

Che questa storia sia accaduta in Trentino, un pezzo d’Italia che da anni si fa vanto di avere avanzate politiche per la “famiglia”, mi colpisce ancor più. Non credo si possa parlare solo di una triste fatalità. C’è molto di più dietro a questa dolorosa vicenda. C’è un Paese che continua a ignorare i genitori soli, madri e padri che siano. Un Paese che parla di sostegno alla genitorialità e di welfare familiare e gira le spalle a chi è fragile o in difficoltà.

Un Paese che non sa ascoltare ma che è solo capace di pronunciare parole vuote. Parole al vento.

 

 

 

Foto di Johannes Plenio

autore

Smallfamilies

"La redazione" del gruppo Smallfamilies aps

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