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Noi ci siamo. E i media?

scritto da Laura Lombardi

Il 9 aprile 2021 Freeda (progetto editoriale al femminile, interamente social, nato pochi fa e divenuto in breve un fenomeno mediatico) ha pubblicato un post dal titolo “Come la crisi sta impattando sulle famiglie monoparentali.”

È la stessa domanda che si pone Smallfamilies aps da oltre un anno. E, considerata la clamorosa assenza di risposte istituzionali, Smallfamilies, per dare una risposta, ha lanciato nel dicembre 2020 il suo questionario nazionale sulle “smallfamilies e la pandemia” da poco chiuso, di cui siamo orgogliosi di potervi dare a breve i primi risultati.

È da anni che Smallfamilies aps svolge un ruolo cardine nell’informazione, consulenza, orientamento, aggiornamenti, riguardo il pianeta delle famiglie monoparentali, o “a geometria variabile”, come preferiamo chiamarle noi. È da anni che ciclicamente, costantemente, riferiamo di quanto poco si faccia per tutelare e sostenere le famiglie che, più di tutte le altre, si ritrovano spesso sull’orlo del precipizio. Precipizio nella precarietà, nella disoccupazione, nella povertà, nella depressione, nella solitudine.

È da anni che cerchiamo di sensibilizzare e richiamare l’attenzione su un fenomeno complesso e purtroppo in costante aumento. È da anni che chiediamo a gran voce.

La pandemia ha acuito i sintomi, la pandemia ha aggravato una situazione già grave, che riguarda una porzione molto larga della società, corrispondente all’incirca al 10% delle famiglie, secondo una stima approssimativa perché, appunto, mancano dati aggiornati, mancano ricerche, manca una legge nazionale, manca in buona sostanza un impegno serio da parte dello Stato. O meglio, degli Stati, perché la questione non è solo italiana, la questione è internazionale, riguarda la maggioranza degli Stati.

Le famiglie a geometria variabile nel mondo sono spesso monoreddito e il confinamento, la didattica a distanza, lo smartworking (quando possibile) o la necessità di stare a casa perdendo il lavoro, hanno messo a dura prova intere famiglie, in prevalenza gestite da donne. Anche piccoli gesti quotidiani sono diventati un problema, anche soltanto allontanarsi di casa per fare la spesa, stare al computer a lavorare mentre tuo figlio piange o comunque richiede la tua attenzione. Attenzione che non può mancare considerato che non ci sono nonni, babysitter, zie o amici. Considerato che ognuno deve stare a casa propria.

L’articolo di Freeda fa riferimento a un’intervista del New York Times a una madre divorziata, a un report elaborato dalla Federación de Asociaciones de Madres Solteras – una ONG spagnola che ha monitorato e stimato l’impatto della crisi sanitaria del Covid19 sulle famiglie monoparentali – e ad altri articoli e dati americani e britannici, i quali convergono nel dire sostanzialmente che queste famiglie sono a rischio di esclusione o povertà più di qualsiasi altra categoria, e che il peso causato dalla crisi sanitaria è troppo spesso letteralmente insostenibile. L’articolo si conclude con la frase: “se vogliamo evitare situazioni critiche, di grande svantaggio e vulnerabilità, abbiamo bisogno che i governi anticipino le risposte e gli impegni rispetto a questa situazione, riconoscendo e tutelando tutte le forme di diversità familiare.”

Esatto. Così noi di Smallfamilies chiediamo e rivendichiamo da anni.

Non è quindi esattamente per questo motivo che stiamo riportando qui la notizia del post di Freeda quanto piuttosto perché ci appare come un fanalino nella notte buia. Quanto piuttosto perché è una (bellissima) eccezione.

La domanda è: dove sono gli altri media?

Perché ancora oggi questo argomento è ampiamente sorvolato se non ignorato?

Perché non se ne parla e non se ne scrive? E quando lo si fa è soltanto per riferire storie strappalacrime che inteneriscono per i due minuti della lettura e poi via, si passa ad altro?

Perché manca serietà nell’informazione, perché mancano le inchieste vere?

Noi invece facciamo.
Noi da anni ci siamo presi questo impegno molto seriamente
autofinanziandoci con un lavoro volontario competente. Tant’è che siamo i primi in Italia ad aver creato e promosso un questionario articolato, approfondito, che dà una visione molto dettagliata della situazione.

Di cui peraltro (ma di questo vi racconteremo più in là) ci fanno anche molti complimenti (dall’estero).

A breve i risultati. Quindi: stay tuned!

E avanti tutta!

 

 

autore

Laura Lombardi

Scrittrice, con un passato televisivo. Coordinatrice dell’area culturale ed eventi. Madre separata di una figlia, sono curatrice, insieme con Raethia Corsini, del progetto smALLbooks. Per il sito scrivo per la sezione “Magazine” e “Diario d’Autori”. Condivido con Giuseppe Sparnacci il progetto “Riletture in chiave smallfamily”.

Sono nata nel 1962, scrivo e ho un’unica adorata figlia nata nell’anno 2000. Con Susanna Francalanci ho scritto alcuni libri per ragazzi pubblicati dall’editore Vallardi e il giallo Titoli di coda, per Eclissi editrice. Per parecchi anni ho lavorato come autrice televisiva, soprattutto in Rai, soprattutto con la vecchia RaiTre. Prima ancora c’era stato il periodo russo, quello in cui ho frequentato Mosca, l’Unione Sovietica e la lingua russa.Il canto, la ricerca attraverso il suono e la voce, il tai chi, sono gli strumenti privilegiati con cui mi oriento. Amo camminare, soprattutto nel silenzio denso di suoni dei boschi dell’Alta Valmarecchia, dove ho la fortuna di avere una casa che saltuariamente apro per ospitare incontri, corsi e altre iniziative: Croceviapieve. Vivo il progetto Smallfamilies come parte fondamentale del mio percorso evolutivo.

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