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Quando la mamma mantiene tutti

scritto da Gisella Bassanini

Sempre più mamme capofamiglia. In questo tempo di recessione, che lascia ogni giorno senza lavoro giovani e meno giovani, l’occupazione femminile aumenta. A dar conto della paradossale controtendenza è l’ultimo rapporto Istat: che parla di 117 mila unità in più rispetto al 2008. Il quotidiano la Repubblica, il 10 giugno scorso, ha dedicato all’argomento alcune pagine dal titolo emblematico (a firma di Maria Novella De Luca e di Chiara Saraceno): “La capofamiglia”. Ovvero quando la mamma mantiene tutti. Ebbene, per chi è un genitore single (magari senza alcun aiuto economico da parte dell’altro genitore) il tema non è certo nuovo. Ciò che colpisce è che questo fenomeno stia coinvolgendo sempre più anche le coppie con figli. Sono infatti in aumento anche in Italia le donne che mantengono con il proprio lavoro l’intero nucleo familiare, marito compreso. Le famiglie con due redditi nel nostro Paese erano il 58% nel 2007 e sono diventate il 53,76% nel 2009.

Negli Stati Uniti le famiglie in cui soltanto la donna lavora rappresentavano nel 2012 l’8,5% delle coppie con figli, mentre solo quattro anni prima erano il 5%.

La tendenza è ovunque in aumento per effetto di una recessione che ha prodotto “un’economia da tempo di guerra”, come si annota nell’articolo ricordando quando gli uomini erano al fronte e le donne cercavano di sopravvivere. Perché è un po’ così che ci si sente, e si vive, anche oggi.

Tornano al lavoro retribuito donne che avevano smesso di lavorare per la nascita di un figlio o per curare i genitori anziani, cominciano a lavorare donne che per anni si sono dedicate a tempo pieno alla famiglia, restano a lavorare donne alle quali la pensione è sfuggita per un soffio dalle mani. Tutte hanno in comune l’essere le uniche breadwinner(procacciatrici di cibo): un appellativo che si è quasi sempre visto coniugato al maschile negli anni passati.

Per tornare all’esempio degli Stati Uniti, qui 1 donna su 4 è oggi breadwinner e in gran parte si tratta di donne sole con figli a carico.

Tra le tabelle riportate nell’articolo, una ricorda che in Italia sono circa 2 milioni le famiglie monogenitoriali e che l’84% di queste è costituito da madri sole con figli. Quante di queste donne si fanno carico del mantenimento dell’intero nucleo familiare? Quante si trovano a fronteggiare da sole la crisi perché l’altro genitore è disoccupato o in cassa integrazione? O semplicemente non è più presente? Non lo sappiamo. Per questo servono dati e riflessioni su questo tema: per capire cosa stia succedendo veramente all’interno delle nostre famiglie. E per non lasciarle sole.

Foto di Gerd Altmann da Pixabay

autore

Gisella Bassanini

Docente e ricercatrice, ho una figlia, Matilde Sofia. Coordino le attività di  Smallfamilies aps di cui sono fondatrice e presidente.  Seguo in particolare  l’area  welfare e policy, le questioni legate all’abitare e per il nostro Osservatorio mi occupo dello sviluppo  di  progetti di ricerca sulle famiglie monogenitoriali e più in generale sulle “famiglie a geometria variabile”.

Abito a Milano (città che amo) e, dopo la laurea in architettura al Politecnico di Milano,  ho trascorso molti anni  impegnata  in università (dottorato di ricerca, docenza, scrittura di libri) e nella libera professione (sviluppo di processi partecipativi,  piani dei tempi e degli orari della città, approccio di genere nella progettazione architettonica e nella pianificazione urbana). Ora insegno materie artistiche nella scuola pubblica e continuo nella mia attività di studio e ricerca in modo indipendente. La nascita di mia figlia nel 2001 ha trasformato profondamente (e in meglio) la mia vita, nonostante la fatica di crescerla da sola. Da allora, il desiderio di fare qualcosa per-e-con chi si trova a vivere una condizione analoga è diventato ogni giorno più forte. Da questa voglia di fare e di condividere, e dall’incontro con Michele Giulini ed Erika Freschi, è nata Smallfamilies aps, sintesi ideale della mia storia personale e del mio percorso professionale.

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