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Ristrutturare casa in tempo di crisi: caso pratico e progetto

scritto da Smallfamilies

Ristrutturare casa in tempo di crisi è un bel problema, ma prima di illustrare un caso pratico sollecitato dalla lettera di una nostra amica lettrice, partiamo da una premessa. Le incertezze sul futuro che pervadono il nostro presente hanno permeato tutti gli ambiti dell’esperienza del nostro quotidiano, spingendoci ad affinare, spesso nostro malgrado, la capacità di mantenerci in equilibrio in questo tempo così instabile.

Ciò crea anche le condizioni per generare nuovi modelli per stare al mondo, nuovi tipi di progetto del futuro. Questo “stato liquido” dell’esistenza non permette forme assolute e stabili, ma consente di potersi modellare e con il tempo anche modellare i suoi contenitori. L’immagine è quella dell’acqua che scolpisce le pietre. Per dirla, quindi, con un’allegoria spicciola e fin troppo abusata, anche in momenti di crisi è possibile focalizzare l’attenzione sul bicchiere mezzo pieno, invece che su quello mezzo vuoto.

Ma cosa c’entra la ristrutturazione di una casa con tutto questo? Quello che vi sto per raccontare può essere uno dei tanti esempi possibili di come reagire a questa instabilità, poiché anche la costruzione di una casa può generare scenari diversi, una risposta liquida sì, ma con un progetto di futuro solido. Ed è esattamente ciò che la mia amica Lorella ha fatto nel chiedermi di aiutarla a progettare la risistemazione degli interni di un nuovo appartamento che si accingeva ad acquistare.

Lorella è una donna di 45 anni, con un figlio di 17 anni, che si è trovata fin da subito a far nascere e crescere suo figlio Marcello, da sola. Quella di Lorella è quindi a pieno titolo una smallfamily.

Finalmente, grazie ad intensi sacrifici e all’aiuto della sua famiglia d’origine, riesce ad acquistare un appartamento di 90 metri quadrati a Milano, dopo aver vissuto in un appartamento di quasi due terzi più piccolo.

Suo figlio, prossimo alla maturità, cominciava infatti a manifestare la necessità di una maggiore autonomia, restituendone anche un po’ alla mamma, e la piccola casa dove vivevano non poteva più soddisfare queste vitali esigenze.

La minacciosa ombra lunga della liquidità del nostro tempo, viene vista da Lorella come uno stimolo a progettare un futuro dal carattere più resiliente. Lo sforzo di pagarsi una casa più grande diventa non tanto un’esigenza di lusso (e lo dico scevro da ogni tipo giudizio o moralismo), ma un chiaro progetto di futuro: avere una stanza-in-più con piccolo angolo cottura ed un piccolo bagno indipendente all’interno del proprio appartamento può, infatti, rappresentare una opportunità e non semplicemente un costo in più.

Quella stanza-in-più può essere destinata ad un ospite occasionale che vuole restare anche per lunghi periodi in piena autonomia o per il viaggiatore che chiede temporaneo soggiorno in un ambiente più caldo e intimo di un albergo, come sempre più accade nelle nostre città; quella stanza-in-più può ospitare studenti o lavoratori in attesa di soluzioni meno provvisorie, consentendo così a Lorella di integrare le entrate e alleggerire la rata di mutuo che pesa sul bilancio familiare; quella stanza-in-più può servire quando un giorno Marcello deciderà di prendere una casa propria, e Lorella, restando sola e in là con l’età potrà aver bisogno di una persona che la assista più da vicino o le faccia semplicemente compagnia.

In questo disegno di futuri orizzonti, tutti possibili, la tipologia distributiva dell’appartamento da progettare diventa, ovviamente, determinante. La casa nuova dovrà rispondere a questo futuro mutevole e multidimensionale: se il futuro è liquido, il suo recipiente (la casa) dovrà saper accoglierlo in ogni sua possibilità.

Alla fine, la soluzione è stata molto più facile del previsto ed in questo siamo stati aiutati dalla originaria tipologia distributiva della casa che Lorella ha trovato, una tipologia che oggi paradossalmente potremmo definire “superata”, una casa, cioè, con un lungo corridoio di distribuzione verso le stanze dispiegate in successione secondo il vetusto modello della casa borghese ottocentesca.

La geometria di base su cui era impostata e la disponibilità economica non ha permesso un radicale ridisegno degli interni, tutto l’assetto funzionale è infatti rimasto invariato: la funzione distributiva del vecchio corridoio, che dall’ingresso porta ai diversi ambienti fino all’ultimo in fondo, il posizionamento dei bagni, ma anche del soggiorno e delle camere. Sono bastati solo piccoli gesti per ricavare una casa che, pur nella somiglianza con quella di origine, oggi combina rispetto, discrezione e accoglienza, e quella stanza-in-più da cui si accede da un vestibolo comune.

In questo nuovo spazio separato dal resto della casa è stato posizionato un angolo cottura “essenziale” ed annesso un piccolo bagno privato. Si presenta dunque come un piccolo monolocale attrezzato che ha anche un angolo notte separato, seppur aperto sulla stanza e sotto al quale si trova un piccolo ripostiglio ove riporre oggetti, valige, grucce per abiti. Il materasso/futon da una piazza e mezzo è collocato su questo mezzanino situato a un metro e cinquanta da terra che si configura proprio come un nido per il riposo. Questo angolo è un’appendice che garantisce inoltre il pieno uso della stanza, infatti non rende obbligatorio il ricorso ad un divano letto che avrebbe ridotto drasticamente la comodità dei movimenti durante la necessità del riposo.

Tra la stanza-in-più ed il resto della casa è stata posizionata un’altra porta di ingresso, in modo da conservare la massima privatezza ed autonomia ad entrambi i nuclei di occupanti.

Chissà cosa diventerà nel tempo questa stanza jolly, quali vite ospiterà e come si combineranno con quella di Lorella. Certo è che la nostra vita liquida non ha più bisogno di rigidi argini, ma di morbide sponde, per accoglierne il respiro, il movimento, le correnti, e favorire gli incontri, le interferenze, l’incrocio delle parole e degli sguardi, sconfiggere la solitudine e gli egoismi. Un privato condiviso pur nel rispetto delle particolarità delle esistenze che lo abiteranno. Con buona pace del signor Bauman.

Maurizio Splendore, architetto, è presente nei Servizi amici convenzionati per soc* Smallfamilies, sezione abitare

Disegni del progetto per Lorella

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autore

Smallfamilies

"La redazione" del gruppo Smallfamilies aps

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