STORIE

Sara e Enrico

scritto da SF storie

Sono di Milano, e vivo da dieci anni con mio figlio in questa condizione: mamma sola senza nessun aiuto da parte del nostro Paese, quindi nessun aiuto nel lavoro, né economico né pratico, nessuna facilitazione durante le vacanze negli alberghi; spesso vengo considerata alla stregua dei separati con figli ma non è assolutamente la stessa cosa; io, pur felicemente con mio figlio sempre al seguito, non ho mai un minuto per me e tutte le scelte le faccio in completa solitudine. Se tiro il fiato è solo grazie alla disponibilità dei miei genitori, peraltro anziani.

Io e il padre di mio figlio ci siamo lasciati al secondo mese di gravidanza, il bimbo porta il mio cognome e ha incontrato per la prima volta il padre all’età di cinque anni. Da allora più o meno lo vediamo ogni due/tre mesi, con grande fatica e a volte dolore da parte mia, associati all’incertezza che sia la cosa giusta per mio figlio.

Sono una professionista con rapporto di dipendenza a tempo pieno e faccio anche i turni.

La mia simpatica banca tre anni fa mi ha rifiutato il mutuo per comprare casa perché sono sola però mi ha proposto un’assicurazione sulla mia vita a favore di mio figlio (che rimarrebbe orfano ma con molti soldi?!?!). Vivo in una cooperativa ossia in una proprietà indivisa per cui i soci pagano un “godimento d’uso”, una sorta di affitto calmierato (ovviamente non detraibile dalle tasse). Nella cooperativa si cerca di dare agevolazioni ai soci con difficoltà, ma nel momento in cui ho chiesto di avere un locale in piu’ da utilizzare come stanza per mio figlio, mi è stato detto che per me non era previsto (però sono previste agevolazioni per padri separati).

In ogni caso il requisito è sempre e solo il reddito, non importa se con quel reddito devi pagare la casa, la tata a tempo pieno e tutto il resto.

L’organizzazione della mia vita divisa fra mio figlio e il lavoro è un vero casino, ma mi consolo: c’è chi sta peggio; l’unica cosa che non ho mai provato è la vergogna per la mia situazione (vergogna di cosa?), però un certo disagio di fronte alle coppie con figli, quello sì. Oppure durante le feste o le riunioni a scuola.

Quando si parla di famiglia in senso convenzionale sento esplodere una rabbia furiosa; e per cercare di “contenere” gli inevitabili errori, e per me stessa, ogni tanto vado da uno psicologo; avevo provato a rivolgermi ad un consultorio pubblico della mia zona dove sono sempre gentili e disponibili ma mi hanno un po’ depistato sul privato (d’altronde avranno anche tanti altri casi e gente che ha più bisogno); ho avuto per ora brutte esperienze con un consultorio privato convenzionato dove sono integralisti cattolici e li avrei voluti denunciare, ma non l’ho fatto.

Infine: ho un figlio maschio di dieci anni, Enrico, timidissimo, che esterna molto poco, ma con il quale ho deciso di essere sincera e chiara fin da subito; non provo vergogna, ma a volte provo sensi di colpa per non aver saputo far crescere mio figlio con due genitori al posto di uno e magari con un padre presente e amorevole come ad oggi ce ne sono; e nei momenti peggiori penso che se morissi io, lui resterebbe orfano (il mio lavoro non aiuta….); a volte invece sono molto orgogliosa di me (ma non lo dico a nessuno).

Ho tanti amici/amiche separati con figli ma la loro situazione è completamente diversa dalla mia: banalmente loro hanno un po’ di tempo per sé quando il figlio è con l’altro genitore o, in caso di necessità, hanno un appoggio. So che non è sempre così, a volte l’altro genitore esiste solo in teoria, ma penso che per i bimbi sia comunque molto diverso.

Non ho mai incontrato nessuna mamma nella mia stessa condizione.

Mi piacerebbe sapere che cosa raccontano le madri sole come me ai loro figli e se anche loro a volte si sentono in colpa…

autore

SF storie

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