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Settimana corta per i genitori separati: la proposta francese

scritto da Smallfamilies

Secondo l’analisi di Save the Children relativi ai nuovi dati Inps, diffusi in occasione della festa del papà lo scorso 19 marzo, la percentuale di padri che ha usufruito del congedo di paternità negli anni dal 2013 al 2022 è più che triplicata. Infatti, se nel 2013 poco meno di 1 padre su 5 aveva utilizzato questo strumento (pari al 19,25%), nel 2022, sono stati più di 3 su 5 (pari al 64,02%), con poche differenze a seconda che si tratti di genitori del primo (65,88%), secondo o successivo figlio (62,08%).

Nonostante vi sia questo cambiamento in atto, resta ancora forte nel nostro Paese lo squilibro di genere. Squilibrio che si può colmare solo se vi è una reale condivisione genitoriale e un altrettanto reale sviluppo di servizi territoriali e di politiche per la conciliazione, in primis per tutti i genitori soli, come noi di Smalfamilies aps andiamo sostenendo da anni.

In Italia, la strada in tal senso è ancora lunga ed è forse per questo che ha fatto un certo scalpore la dichiarazione  del primo ministro francese Gabriel Attal  che alla Tribune Dimanche ha dichiarato di voler ridurre il numero di giorni lavorativi a quattro, o a quattro e mezzo alla settimana, oppure introdurre settimane “differenziate” che comprendano quattro giorni lavorativi per i genitori separati o divorziati  quando è il loro turno di occuparsi dei figli.

In Francia, circa il 45% dei matrimoni si concludono con un divorzio, e oltre 1,6 milioni di minori vivono in famiglie ricomposte, che rappresentano circa l’8 per cento delle famiglie francesi. Qualche settimana fa il premier Attal ha dichiarato di volersi dedicare anche alla tutela della madri single, e ha portato a esempio la sua storia personale e famigliare nel corso di un’intervista alla rivista Elle: “Mia madre era molto giovane quando ha conosciuto mio padre, aveva 17-18 anni; quindi, non è andata a scuola per occuparsi di noi. Mi ha avuto a 25 anni, ma i miei genitori ci stavano provando da quattro o cinque anni, sono nato grazie alla fecondazione assistita. Quando i miei genitori hanno divorziato, mia madre si è ritrovata sola, senza lavoro e con tre figli. Da bambino, ricordo il suo primo lavoro come assistente al montaggio nel cinema, aveva orari assurdi, ha salito i gradini uno a uno”.

 

Foto generata con AI

autore

Smallfamilies

"La redazione" del gruppo Smallfamilies aps

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