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SmAllfamilies e anziani: un possibile aiuto da 40 mila volontari

scritto da Raethia Corsini

Nella nostra casella di posta arrivano diversi tipi di lettere, uno tra i più frequenti riguarda smallfamilies che si trovano a gestire anche anziani. Com’è il caso di Sonia. Mia madre ha 82 anni, soffre di disturbi maniaco depressivi, non può camminare e uscire da sola, è una paziente oncologica e psichiatrica, ha la pensione minima, vive con il marito cardiopatico, anche lui con pensione minima. […]

Abitano nelle case del Comune a Milano. Io abito in un’altra città distante 600 chilometri, sono un genitore solo con due figli a carico, anche il maggiorenne. Non posso permettermi di pagare una badante neppure part time e nel condominio dei miei non ci sono ancora badanti in condivisione. Vorrei affiancare loro qualcuno che di tanto in tanto li sollevi dal senso di “abbandono”. Ho sentito parlare di volontariato, ma fino a oggi non ho trovato aiuto. (Sonia)

Quello di Sonia è anche il ritratto di una buona parte di utenza Auser, associazione di volontariato e promozione sociale che dal 1989 è impegnata a favorire l’invecchiamento attivo e a far crescere il ruolo degli anziani nella società attraverso iniziative come le Università popolari, il turismo sociale e attività per il tempo libero, ma soprattutto con ilservizio di assistenza alla persona: punti di ascolto di telefonia sociale che non significa telefono amico, ma intervento di aiuto pratico che fa capo al progetto Filo d’Argento: «Con una telefonata si può richiedere la consegna a casa della spesa, dei pasti, dei farmaci; oppure compagnia a domicilio, accompagnamento per visite mediche, terapie, ma anche per recarsi ad attività ricreative o solo per una passeggiata» spiega a Smallfamilies Ersilia Brambilla, presidente Auser Lombardia, organizzazione di volontariato che grazie ad un finanziamento della Regione Lombardia ha inventato e gestisce da cinque anni il “Filo d’Argento” dedicato agli anziani fragili e a rischio, ma non abbastanza da rientrare nei parametri dell’assistenza pubblica; persone sole, nel 70 per cento dei casi over 65 e senza assistenza alcuna, la maggioranza donne.

Sovente, come ci ricorda la lettera di Sonia, se ne fanno carico i figli: «Sono proprio loro che sempre più spesso chiamano Auser per richiedere il servizio di accompagnamento», racconta Ersilia Brambilla. In tanti casi non c’è neppure la rete parentale e siccome questo genere di anziani è fragile, ma ancora relativamente autonoma, per evitare che vadano incontro a problemi gravi o finiscano in una casa di riposo abbandonati a se stessi, Auser mette a disposizioneun numero verde, 1500 sedi sparse in Italia e una forza di 40 mila volontari, per provare a colmare uno dei vuoti lasciati dal welfare. Ce la fanno? «I volontari sono spesso pensionat* o casalinghe e solo in Lombardia ci sono 22 punti di ascolto di telefonia sociale e 450 sedi, per ascoltare al telefono, ma soprattutto per affiancare gratuitamente (in convenzione con il Comune interessato) gli anziani più bisognosi». In un anno i volontari Auser- Filo d’Argento praticano più di un milione di interventi, ma non bastano, soprattutto nelle grandi città.

«Auser funziona bene nelle realtà piccole e medie, perché nel grande centro urbano il volontario non ha un ruolo sociale (o lo ha meno), non è sempre (ri)conosciuto e ed è più difficile trovare volontar* disponibili, soprattutto per l’accompagnamento». Non sono notizie confortanti per Sonia, ma vale comunque la pena tentare questa carta.

Il servizio di assistenza alla persona Filo d’Argento funziona su “prenotazione”. Questa la procedura:

1) Si chiama il numero verde 800 99 59 88 fornendo indicazioni sul luogo in cui si chiede assistenza e di quale tipo;

2) Viene fornito il telefono della sede adeguata e lì si formula la richiesta che può essere sui servizi presenti nel territorio di riferimento, oppure per l’accompagnamento. In questo caso si dovrà specificare la data e per che cosa, così da prendere un “appuntamento”;

3) Se ci sono volontari a disposizione la risposta sarà immediata, altrimenti si verrà ricontattati dopo 24 ore e comunque entro 48 ore;

4) L’intervento dei volontari Auser può arrivare anche grazie ad accordi fatti con l’Asl o il Comune – per esempio nel periodo estivo. A questo proposito segnaliamo il link Speciale emergenza estate per contrastare il caldo e sostenere gli anziani soli e in difficoltà.

Nonostante il grande impegno dei volontari Auser e l’organizzazione mirabile, sappiamo che il problema di Sonia (come di molte altre famiglie italiane) non può essere affrontato e risolto contando in modo esclusivo sul volontariato. Sappiamo bene che sono altre le strade da percorrere per realizzare veramente un welfare di comunità, che è un processo di integrazione tra pubblico, privato, terzo settore e mondo del volontariato. Un processo per molti versi ancora da inventare e ancor più se si pensa che in Italia ci sono più nonni che nipoti. Così da dare alla tante Sonia di questo nostro Paese la risposta più adeguata.

Sul tema segnaliamo anche questo articolo pubblicato su West.

 

Foto di Sabine van Erp da Pixabay

autore

Raethia Corsini

Giornalista, autrice, consulente di comunicazione. Figlia di smallfamily, sposata, childfree ma con un numero imprecisato di "figli che mi adottano" e zia di due bimbe bionde alle prese con due genitori separati, per Smallfamilies® sono responsabile di linea e contenuti editoriali del sito, referente per la stampa e sono curatrice, insieme con Laura Lombardi, del progetto editoriale smALLbooks.

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