Ci si abitua a tutto. Al silenzio, al disordine, all’amore e alla solitudine.
Per una volta non parlo di numeri ma di libri. Anzi di un libro, che ho letto tutto d’un fiato in questi giorni troppo lunghi passati a casa: Teresa degli oracoli di Arianna Cecconi, edizioni Narratori Feltrinelli, 2020.
È una storia tutta al femminile dove si sottolinea come Famiglia, Casa e Pena, “sono femmina perché finiscono con la A”.
È la storia di 5 donne: una nonna, due figlie, una cugina, una colf peruviana – che ormai è parte della famiglia, una mamma e una figlia, due sorelle, una nipote. Le donne sono 5 ma le relazioni in una geometria variabile molte di più. E lo sono ancora di più se si declinano nel tempo, dove “la Teresa degli oracoli”, prima di essere nonna è stata bambina, ragazza, giovane, ed ha ricoperto vari ruoli: figlia, moglie, mamma, “amante”, nel senso di donna che ama, vedova.
La più giovane, figlia cresciuta solo dalla mamma, senza un padre “che finisce con E perché è maschio e plurale femminile”, racconta di come queste donne si ritrovano in un gineceo al capezzale della capostipite Teresa degli oracoli. Donna che non parla da 10 anni ma che vive attraverso le storie di tutte le altre che le sono passate accanto e le hanno voluto bene, e le raccontano della loro vita, e della stessa Teresa: le difficoltà di decidere, di scegliere, di amare, di crescere e di morire.
È la storia di una famiglia.
“Ci portiamo dietro il passato come le balene che nel grasso della pancia conservano le ossa di quando camminavano. Mentre nuotano, enormi balene, i pesci le guardano e non sospetterebbero mai che quei grandi animali al loro fianco prima respiravano aria e camminavano sulla terra. Forse neanche le balene lo ricordano, ma lo sanno dentro. Lo sa il loro corpo e quel segreto lo custodiscono nella pancia, sedimentato nel grasso di quella nuova vita. Anche Teresa si portava addosso i suoi segreti come le balene”.