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Una casa per tutti, oltre la temporaneità e l’emergenza

scritto da Gisella Bassanini

Riproponiamo nel nostro sito questo testo che è stato recentemente scritto per Arcipelago Milano, settimanale milanese di politica e cultura ArcipelagoMilano, perché riteniamo rappresenti una sintesi utile per capire come la nostra associazione si sta occupando del tema (e problema) della casa, con uno sguardo alla famiglia che cambia e al fenomeno dei genitori single, in particolare.

“Case per famiglie a geometria variabile. Cercasi” è questo l’appello lanciato dall’associazione Smallfamilies® tempo fa attraverso il sito (www.smallfamilies.it) con l’obiettivo di dare risposta alle necessità abitative di tutte quelle configurazioni familiari che oggi esistono nel nostro Paese accanto alla cosiddetta “famiglia tradizionale”.

Osservando i dati e le nostre vite, appare oramai evidente come i nuclei familiari stiano profondamente cambiando forma e relazioni anche nel nostro Paese. Basta osservare i dati che riguardano la città di Milano per avere conferma di quanto significativa sia tale trasformazione: più del 50% delle famiglie residenti sono costituite da una sola persone (Milano è la capitale italiana dei single) e oltre il 12% sono famiglie monogenitoriali (un genitore separato, divorziato, vedovo o genitore unico, che vive con almeno un figlio minore o maggiorenne non autonomo economicamente; per l’85% dei casi il capofamiglia è donna). Un fenomeno, quella della monogenitorialità, in continuo aumento anche se drammaticamente ignorato.

La famiglia sta cambiando, la famiglia è cambiata, ed è per questo necessario – urgente – ripensare gli spazi, i tempi e i servizi della nostre variegate quotidianità.

Nonostante ciò, si continua ad assistere nel nostro paese, a un modo di progettare e realizzare case il cui impianto tipologico e la rete dei servizi a sostegno dell’abitare sembrano non volersi sganciare dall’idea novecentesca di famiglia: quella per intenderci costituita da un padre, una madre e magari due figli.

La questione non riguarda solo i progettisti. Quello che a nostro avviso deve essere fatto è un radicale lavoro di rinnovamento, prima di tutto socio-culturale e conoscitivo, che coinvolga tutto il mondo che gira attorno all’housing: da chi progetta a chi costruisce, da chi finanzia a chi promuove interventi e politiche abitative, fino a chi queste case un giorno le abiterà.

La nostra associazione è un impegnata su questo tema seguendo tre linee di riflessione e di azione. La prima, riguarda la necessità di indagare i modi di abitare e gli stili di vita. Cosa succede, per esempio, quando una coppia con figli si separa? Sappiamo bene che quando una coppia scoppia tutto di divide: le case diventano due, gli affitti o i mutui (per chi se lo può permettere) raddoppiano. I figli diventano nomadi in trasferta da una casa all’altra. Le cronache ci raccontano sovente la situazioni di disagio in cui molti genitori single vivono, soprattutto se monoreddito. Stando al recente “Rapporto Italia 2017” dell’Eurispes, si sprofonda nella povertà a causa della perdita del lavoro (76,7%), a seguito di una separazione o un divorzio (50,6%), a causa di una malattia propria o di un familiare (39,4%) o della perdita di un componente della famiglia (38%). Sono tutte condizioni spesso intrecciare fra loro che raccontano di una fetta della popolazione italiana in grande sofferenza e che considera la casa un bene molto spesso irraggiungibile.

È quanto emerge anche dal nostro ultimo libro smALLhome. Abitare nelle famiglie a geometria variabile, terzo titolo della collana smALLbooks, curata da Raethia Corsini e Laura Lombardi, Cinquesensi editore, con un’opera del maestro Dario Fo in copertina. Antologia di racconti scritti da autori noti e non noti che attraverso la loro testimonianza personale confidano il loro rapporto con il sentirsi “a casa”. Un ricco mosaico in cui la famiglia mono, scomposta, ricomposta, italiana, straniera, o mista, offre uno sguardo curioso e profondo sulle opportunità e sulle difficoltà connesse alla propria trasformazione e, di conseguenza, dei propri spazi e modi di abitare. Anche quando una casa non c’è più. Storie di famiglie a geometria variabile vissute da genitori, da figli, o da attenti osservatori coinvolti affettivamente. Storie attuali e storie passate.

Un secondo aspetto, coinvolge le politiche e gli interventi a sostegno dell’abitare. La nostra diretta esperienza, e quanto apprendiamo ogni giorno attraverso il nostro Osservatorio, ci hanno aiutato a redigere alcune proposte, in seguito raccolte nel nostro Manifesto. “Una casa per tutt*, oltre la temporaneità e l’emergenza” è il titolo che abbiamo scelto per introdurre questo tema, tra gli altri. Innanzi tutto, sappiamo come la monogenitorialità per molti genitori single – e per diversi motivi – non sia una condizione provvisoria e per tale motivo riteniamo che anche la casa debba essere considerata un servizio per progetti di vita di medio-lungo periodo. Ci sono, poi, degli interventi specifici che possono essere messi in campo: dalle misure di sostegno economico per l’acquisto della prima casa all’istituzione di un Fondo per la locazione di immobili (contributo totale o parziale per affitto). Una ricerca condotta due anni fa da un importante operatore immobiliare in 16 paesi europei attesta come, in Italia, le coppie che cercano una casa da acquistare sono il 35,4% contro il 18,2% di single e solo il 2,5% di genitori single con figli.

Un terzo filone di interesse per Smallfamilies® riguarda lo sviluppo di indagini sulle condizioni di vita e i bisogni abitativi dei nuclei monogenitoriali e l’individuazione di progetti innovativi anche di natura tipologica. Di questo se ne è parlato lo scorso 8 febbraio nel corso del convegno-seminario “Cohousing, housing sociale e pari opportunità, le nuove frontiere dell’abitare: esperienze e proposte” organizzato dalle Commissioni Casa, LLPP, ERP e Pari Opportunità e Diritti del Comune di Milano. Una discussione poi ripresa durante l’incontro del 24 febbraio realizzato alla Casa dei Diritti, promosso dalla nostra associazione e inserito nel programma del 6° Forum delle politiche sociali, Comune di Milano. Riteniamo che la nostra città possa essere un laboratorio di innovazione anche in questo ambito. Ci sono tutte le condizioni per farlo. E noi ci siamo.

 

 

Foto di Pandanna Imagen da Pixabay

autore

Gisella Bassanini

Docente e ricercatrice, ho una figlia, Matilde Sofia. Coordino le attività di  Smallfamilies aps di cui sono fondatrice e presidente.  Seguo in particolare  l’area  welfare e policy, le questioni legate all’abitare e per il nostro Osservatorio mi occupo dello sviluppo  di  progetti di ricerca sulle famiglie monogenitoriali e più in generale sulle “famiglie a geometria variabile”.

Abito a Milano (città che amo) e, dopo la laurea in architettura al Politecnico di Milano,  ho trascorso molti anni  impegnata  in università (dottorato di ricerca, docenza, scrittura di libri) e nella libera professione (sviluppo di processi partecipativi,  piani dei tempi e degli orari della città, approccio di genere nella progettazione architettonica e nella pianificazione urbana). Ora insegno materie artistiche nella scuola pubblica e continuo nella mia attività di studio e ricerca in modo indipendente. La nascita di mia figlia nel 2001 ha trasformato profondamente (e in meglio) la mia vita, nonostante la fatica di crescerla da sola. Da allora, il desiderio di fare qualcosa per-e-con chi si trova a vivere una condizione analoga è diventato ogni giorno più forte. Da questa voglia di fare e di condividere, e dall’incontro con Michele Giulini ed Erika Freschi, è nata Smallfamilies aps, sintesi ideale della mia storia personale e del mio percorso professionale.

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