Il nome Insettopia prende spunto dal romanzo Una notte ho sognato che parlavi, del giornalista Gianluca Nicoletti, padre di Tommy, autistico. «Insettopia è un universo contenuto in altri universi infinitamente più grandi e quindi incommensurabili per delle povere formichine», così ha definito questo luogo della speranza per ogni autistico Gianluca Nicoletti, nel racconto della sua vita con il figlio Tommy.
Come smallfamilis siamo particolarmente sensibili al tema: per un monogenitore convivere, amare e occuparsi di un figlio autistico è questione – se possibile – ancora più complicata, dove l’isolamento si raddoppia.
Sul sito della neonata associazione Insettopia si legge: “Nella testa di ogni genitore di autistico c’è l’dea fissa della città ideale per suo figlio. Dove riesca a vivere felice e sicuro, in contatto con chiunque, ma protetto”. E dove può essere “costruita” questa città? “Ovunque si possa individuare un’oasi dove la cultura dell’autismo sia diffusa in percentuale superiore rispetto al resto del Paese: Noi vorremmo dare un marchio di riconoscimento “Insettopia” a tutti quei luoghi dove una famiglia con un figlio artistico possa poter contare su un’accoglienza “informata” sulle sue esigenze”, si legge ancora sul sito.
E nel manifesto dell’associazione (che ti suggeriamo di leggere con attenzione) è ben specificata la sua missione: “Con il supporto di un comitato scientifico riconosciuto e qualificato cerchiamo di creare una “Cultura” dell’ autismo, ci batteremo con media partner qualificati per fare chiarezza riguardo ogni luogo comune sulla disabilità psichica, ogni informazione superficiale, ogni leggenda e superstizione. Cerchiamo di creare le premesse per una fotografia realistica dell’autismo su tutto il territorio nazionale”.
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