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Vivere e rappresentare la famiglia oggi. Una mostra a Firenze

Fino al 20 luglio 2014 al Centro di Cultura Contemporanea Strozzina
 Palazzo Strozzi di Firenze si potrà vedere la mostra Questioni di famiglia. 
Vivere e rappresentare la famiglia oggi aperta dallo scorso 14 marzo.

Undici artisti (Guy Ben-Ner, Sophie Calle, Jim Campbell, John Clang, Nan Goldin, Courtney Kessel, Ottonella Mocellin e Nicola Pellegrini, Trish Morrissey, Hans Op de Beeck, Chrischa Oswald, Thomas Struth) per una mostra che cerca di investigare immagini, dinamiche e strutture della nuova concezione di famiglia alla ricerca di un possibile significato collettivo.

Undici diverse riflessioni sui legami culturali, morali, etici, biologici che definiscono e individuano una famiglia. Sono presenti ritratti fotografici, performativi, installazioni, videoinstallazioni.

Abbiamo visitato la mostra nella cui presentazione i curatori scrivono che: «Parlare di questo tema significa riflettere sulla contraddizione tra l’individualismo dell’uomo contemporaneo e la persistenza di modelli sociali ed esigenze relazionali che trovano nella famiglia il nucleo fondamentale. Allo stesso tempo, la disputa su “cosa è famiglia” si accompagna alla vasta riflessione sociologica che ha individuato la famiglia come luogo primario di socializzazione ed educazione, ma anche come luogo di disuguaglianza.
 Ogni individuo ha una propria personale esperienza di famiglia, ma quando andiamo a cercare una definizione condivisa che cosa intendiamo con questo termine? La sua apparente naturalezza trova un proprio fondamento nell’articolo 29 della Costituzione italiana, dove si afferma che “la famiglia è una società naturale fondata sul matrimonio”. Tuttavia, come provocatoriamente afferma la sociologa Chiara Saraceno, “non vi è nulla di meno naturale della famiglia”.»

La proposta ci è ovviamente sembrata interessante, ma il nostro giudizio è che l’intento dichiarato non sia stato ottenuto.

A nostro avviso questo sguardo collettivo ha comunque colto solo elementi parziali del composito mondo contemporaneo della famiglia e, per quanto riguarda le uniche due videoinstallazioni che toccano il tema del rapporto genitore solo-figlio (in entrambi i casi madre e figlia) non è chiaro se queste cerchino di indagare il rapporto madre-figlio in senso generico oppure se lo indaghino nella sua chiave ‘smallfamily’.

Si tratta della videoinstallazione di Chrischa Oswald, Mother tongue, che propone un’azione tipica del mondo animale (leccarsi) interpretata da umani, e di quella, a nostro avviso la più interessante fra le due, di Courtney Kessel, In balance with, in cui l’artista visualizza il concetto della necessità di una costante e vigile ricerca del punto di equilibrio nella relazione madre-figlio. Visivamente la proposta si concreta in un asse che da una parte sostiene la figlia e dall’altra la madre. Il “peso” della madre va continuamente controbilanciato aggiungendo peso alla figlia. E’ la madre che si incarica di mettere dalla parte della figlia libri e oggetti di uso quotidiano e che controlla se i due pesi possono stare in equilibrio. Il tema proposto è quindi quello dell’equilibrio relazionale e il suggerimento veicolato è che, nella relazione, l’equilibrio è sempre instabile e sempre da cercare. Ma l’autrice pone la figlia in una passività totale. La bambina non partecipa alla ricerca dell’equilibrio. Come se questa fosse solo e sempre compito esclusivo della madre. Sappiamo che così non è. Ogni relazione che tenti di raggiungere una omeostasi tra due o più partecipanti alla relazione stessa è sempre frutto di un confronto. Fin dalla nascita l’equilibrio è cercato e dato continuamente dalle parti.

Artisti: Guy Ben-Ner, Sophie Calle, Jim Campbell, John Clang, Nan Goldin, Courtney Kessel, Ottonella Mocellin+Nicola Pellegrini, Trish Morrissey, Hans Op de Beeck, Chrischa Oswald, Thomas Struth

autore

Laura Lombardi e Giuseppe Sparnacci

Insieme, per Smallfamilies aps, siamo curatori e autori del progetto “Riletture in chiave Sf”.

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