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Yin e yang: armonia in casa

scritto da Valia Galdi

Yin e yang (nero e bianco) richiamano alla mente taoismo, confucianesimo, ma anche le linee guida della medicina tradizionale cinese. E un approccio per “pensare” allo spazio in cui abitare.

Che siate o meno affascinati come me dalle filosofie perenni, mi pare essere convinzione diffusa e consolidata che tra le persone e gli spazi vi sia una relazione stretta, di rappresentazione che diventa di corrispondenza intima quando parliamo di spazi domestici.

La casa non è intesa come contenitore neutro e avulso da ciò che siamo ed esprimiamo in una data fase della nostra vita, bensì è il luogo privilegiato in cui si coagulano in forma di spazi (liberi, chiusi, colmi, colorati) svariati indicatori interessanti per la comprensione di noi stessi e delle nostre relazioni. Ecco, gli spazi della casa possono essere osservati e interpretati come ingredienti per chi desidera migliorare la capacità di scegliere e indirizzare la propria vita, di costruirsi una cassetta degli attrezzi per migliorare la capacità di interpretare e dirigere le proprie azioni verso un progetto di vita che corrisponda ai nostri desideri più profondi, di felicità.

Non ci interessa a tal fine indagare quanto la casa sia grande, elegante o alla moda, ma osservare il modo spontaneo in cui prendono forma alcuni aspetti.

Hanno a che fare con la disposizione degli spazi, la distribuzione delle funzioni, con la disposizione di arredi e oggetti, la relazione tra pieni e vuoti, l’uso del colore, la luminosità, eccetera.

Le condizioni di benessere, del sentirsi bene, scaturiscono anche da un rapporto equilibrato tra differenti componenti, opposte e complementari.

Esse possono essere ricondotte a descrizioni che non vogliono essere di genere bensì illustrative di princìpi, qualità che per farci sentire bene debbono essere in equilibrio, come l’alternanza tra il giorno e la notte, tra la luce e il buio, tra il caldo e il freddo, tra l’attività e la quiete, tra vita pubblica e vita privata, liberandoci dalla tensione reattiva e automatica di vivere prevalentemente verso l’esterno o rintanarci all’interno della nostra casa conchiglia.

Attraverso una semplificazione possiamo dire che associamo a yin la morbidezza, l’accoglienza, la cura, la quiete, ciò che ci permette di coltivare la salute e le relazioni umane e associamo a yang il movimento, le attività, l’attivarsi volitivo e per questo associato alla prosperità, alla capacità di sostenerci economicamente. Trovare lo spazio per rappresentare entrambe le cose nella nostra casa diventa importante: è come richiamarle a noi stessi.

Una casa in cui tutto fluisce armoniosamente è anche un luogo in cui ciascuna di queste componenti è rappresentata in maniera opportuna per quantità e qualità e messa in relazione all’altra.

Ecco che anche quelle indicazioni basiche, che si trovano a volte nelle riviste o nei libri e divulgano il feng shui, assumono un senso per quanto siano talvolta rozze semplificazioni di arti ben più complesse.

  • Come è articolato lo spazio della nostra casa?
  • C’è equilibrio tra spazi yang come il soggiorno e spazi yin come le camere da letto?
  • Entriamo in casa in uno spazio filtrato o direttamente in uno spazio fruito, essenziale?
  • La cucina è uno spazio a sé, abitabile e vissuta, oppure è uno spazio ricavato in un ambiente aperto, come un angolo cottura o un cucinotto?
  • Gli spazi in cui viviamo sono molto aperti e trasparenti verso l’esterno (pareti finestrate, terrazzi) o più chiusi all’interno?

Naturalmente non è che una condizione sia migliore di un’altra, ma certamente determina caratteristiche specifiche che possono essere integrate nella casa attraverso diverse modalità di vivere gli spazi e di arredarli.

Proprio perché abbiamo bisogno di entrambe le componenti opposte abbiamo bisogno di spazi che siano utilizzati per contenere, riporre, conservare e spazi liberi in cui muoverci, abbiamo bisogno talvolta di filtrare la luce e in altri casi di lasciarla entrare o addizionarla con le luci artificiali.

La propensione a riempire le pareti di quadri, a saturare gli spazi di oggetti può essere indicativa di un atteggiamento di radicamento, rappresentazione, stabilizzazione, può essere più o meno accentuata in relazione all’ampiezza dello spazio interno vuoto, alla presenza di piante vive, alla presenza di pareti e arredi colorati. L’attenzione che poniamo a rendere accogliente una camera da letto, a renderla confortevole e ovattata, proprio come uno spazio intimo e interno, può essere indicativa della nostra disponibilità ad aprirci e a coltivare nuove relazioni amorose.

La presenza della luce naturale, di spazi vuoti fluidi in cui l’aria possa scorrere e non ristagni (come negli angoli bui), talvolta la presenza dell’acqua, sono tutte componenti che portano a sostenere la componente yang delle attività e del movimento, come un carburante, (come un carboidrato che ci sostiene nell’attività diurna e una proteina, in minori quantità, nella cura notturna). Quando stiamo in spazi piccoli non necessariamente sacrifichiamo qualcuna delle diverse componenti, ma poniamo attenzione a “zipparle” in modo che comunque trovino la loro rappresentazione nella nostra casa, creiamo una risonanza per dar loro spazio nella nostra vita.

Ecco che anche azioni semplici e spontanee come il ricambio dell’aria, il togliere la polvere, il fare ordine, l’evitare di accatastare e accumulare (i sacchetti della spesa, i giornali, i libri mai letti, le cose che non useremo più, ecc), non sono solo consigli sommari e scontati, ma innescano comportamenti efficaci a supporto del nostro sentirci bene.

Aiutandoci ad armonizzare gli opposti yin e yang anche in casa.

 

Foto di Jill Wellington da Pixabay

autore

Valia Galdi

Architetta, disabile, madre di una figlia, redigo progetti di architettura naturale e bioclimatica, di accessibilità degli spazi, di arte del Feng Shui, in sintesi di benessere ambientale. Impegnata su questi temi dal 1992, alterno attività professionale e attività di ricerca e didattica all’interno di Enti e Associazioni. Sono socia CERPA (Centro Europeo di Ricerca e Promozione dell’Accessibilità), partecipo a progetti europei sui temi del turismo inclusivo, faccio parte del progetto Plain Green di rete per l’architettura ecologica, ho collaborato con Anidra Università Popolare. Sono velista paralimpica della Classe Hansa 303 e referente dell’Associazione Italiana Classe Hansa per la Liguria. Sono nella rete dei servizi convenzionati con l’associazione Smallfamilies. Per il sito scrivo in merito a queste tematiche. Sono anche autrice di un racconto dell’antologia smALLholidays, secondo titolo della collana smALLbooks per Smallfamilies aps (Cinquesensi Editore).

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