Yin e yang (nero e bianco) richiamano alla mente taoismo, confucianesimo, ma anche le linee guida della medicina tradizionale cinese. E un approccio per “pensare” allo spazio in cui abitare.
Che siate o meno affascinati come me dalle filosofie perenni, mi pare essere convinzione diffusa e consolidata che tra le persone e gli spazi vi sia una relazione stretta, di rappresentazione che diventa di corrispondenza intima quando parliamo di spazi domestici.
La casa non è intesa come contenitore neutro e avulso da ciò che siamo ed esprimiamo in una data fase della nostra vita, bensì è il luogo privilegiato in cui si coagulano in forma di spazi (liberi, chiusi, colmi, colorati) svariati indicatori interessanti per la comprensione di noi stessi e delle nostre relazioni. Ecco, gli spazi della casa possono essere osservati e interpretati come ingredienti per chi desidera migliorare la capacità di scegliere e indirizzare la propria vita, di costruirsi una cassetta degli attrezzi per migliorare la capacità di interpretare e dirigere le proprie azioni verso un progetto di vita che corrisponda ai nostri desideri più profondi, di felicità.
Non ci interessa a tal fine indagare quanto la casa sia grande, elegante o alla moda, ma osservare il modo spontaneo in cui prendono forma alcuni aspetti.
Hanno a che fare con la disposizione degli spazi, la distribuzione delle funzioni, con la disposizione di arredi e oggetti, la relazione tra pieni e vuoti, l’uso del colore, la luminosità, eccetera.
Le condizioni di benessere, del sentirsi bene, scaturiscono anche da un rapporto equilibrato tra differenti componenti, opposte e complementari.
Esse possono essere ricondotte a descrizioni che non vogliono essere di genere bensì illustrative di princìpi, qualità che per farci sentire bene debbono essere in equilibrio, come l’alternanza tra il giorno e la notte, tra la luce e il buio, tra il caldo e il freddo, tra l’attività e la quiete, tra vita pubblica e vita privata, liberandoci dalla tensione reattiva e automatica di vivere prevalentemente verso l’esterno o rintanarci all’interno della nostra casa conchiglia.
Attraverso una semplificazione possiamo dire che associamo a yin la morbidezza, l’accoglienza, la cura, la quiete, ciò che ci permette di coltivare la salute e le relazioni umane e associamo a yang il movimento, le attività, l’attivarsi volitivo e per questo associato alla prosperità, alla capacità di sostenerci economicamente. Trovare lo spazio per rappresentare entrambe le cose nella nostra casa diventa importante: è come richiamarle a noi stessi.
Una casa in cui tutto fluisce armoniosamente è anche un luogo in cui ciascuna di queste componenti è rappresentata in maniera opportuna per quantità e qualità e messa in relazione all’altra.
Ecco che anche quelle indicazioni basiche, che si trovano a volte nelle riviste o nei libri e divulgano il feng shui, assumono un senso per quanto siano talvolta rozze semplificazioni di arti ben più complesse.
- Come è articolato lo spazio della nostra casa?
- C’è equilibrio tra spazi yang come il soggiorno e spazi yin come le camere da letto?
- Entriamo in casa in uno spazio filtrato o direttamente in uno spazio fruito, essenziale?
- La cucina è uno spazio a sé, abitabile e vissuta, oppure è uno spazio ricavato in un ambiente aperto, come un angolo cottura o un cucinotto?
- Gli spazi in cui viviamo sono molto aperti e trasparenti verso l’esterno (pareti finestrate, terrazzi) o più chiusi all’interno?
Naturalmente non è che una condizione sia migliore di un’altra, ma certamente determina caratteristiche specifiche che possono essere integrate nella casa attraverso diverse modalità di vivere gli spazi e di arredarli.
Proprio perché abbiamo bisogno di entrambe le componenti opposte abbiamo bisogno di spazi che siano utilizzati per contenere, riporre, conservare e spazi liberi in cui muoverci, abbiamo bisogno talvolta di filtrare la luce e in altri casi di lasciarla entrare o addizionarla con le luci artificiali.
La propensione a riempire le pareti di quadri, a saturare gli spazi di oggetti può essere indicativa di un atteggiamento di radicamento, rappresentazione, stabilizzazione, può essere più o meno accentuata in relazione all’ampiezza dello spazio interno vuoto, alla presenza di piante vive, alla presenza di pareti e arredi colorati. L’attenzione che poniamo a rendere accogliente una camera da letto, a renderla confortevole e ovattata, proprio come uno spazio intimo e interno, può essere indicativa della nostra disponibilità ad aprirci e a coltivare nuove relazioni amorose.
La presenza della luce naturale, di spazi vuoti fluidi in cui l’aria possa scorrere e non ristagni (come negli angoli bui), talvolta la presenza dell’acqua, sono tutte componenti che portano a sostenere la componente yang delle attività e del movimento, come un carburante, (come un carboidrato che ci sostiene nell’attività diurna e una proteina, in minori quantità, nella cura notturna). Quando stiamo in spazi piccoli non necessariamente sacrifichiamo qualcuna delle diverse componenti, ma poniamo attenzione a “zipparle” in modo che comunque trovino la loro rappresentazione nella nostra casa, creiamo una risonanza per dar loro spazio nella nostra vita.
Ecco che anche azioni semplici e spontanee come il ricambio dell’aria, il togliere la polvere, il fare ordine, l’evitare di accatastare e accumulare (i sacchetti della spesa, i giornali, i libri mai letti, le cose che non useremo più, ecc), non sono solo consigli sommari e scontati, ma innescano comportamenti efficaci a supporto del nostro sentirci bene.
Aiutandoci ad armonizzare gli opposti yin e yang anche in casa.
Foto di Jill Wellington da Pixabay