CULTURE E SOCIETÀ

1° Maggio “in genere”

scritto da Smallfamilies

Secondo quanto pubblicato sul sito della Comunità europea, nel vecchio continente “le donne continuano a lavorare 59 giorni a salario zero. Il divario retributivo di genere, cioè la differenza media tra la retribuzione oraria di uomini e donne sull’intera economia, è rimasto quasi immutato negli ultimi anni ed è ancora del 16 per cento circa. In Italia, però, è tra i più bassi d’Europa”.

Avete letto bene: in Italia quel divario è tra i più bassi d’Europa. Noi di fronte a questa affermazione, stupite, abbiamo pensato: ma guarda un po’ e poi ci lamentiamo sempre. E un moto di orgoglio nazionale ci ha riempito il cuore. Vanagloria. Fermandoci un momento a riflettere, anche con gli strumenti utili all’analisi di una ricerca, e leggendo attentamente l’articolo pubblicato sul sito della Comunità europea, abbiamo capito meglio le ragioni di questa stima e una viene dichiarata proprio nel pezzo:

“con l’aumento della precarietà si è abbassato in generale il livello retributivo anche per gli uomini”.

L’altra possibile ragione è una nostra plausibile supposizione: se in Italia davvero c’è minore disparità nelle retribuzioni tra donna e uomo, forse è perché ci sono così poche donne ai vertici che è difficile fare una statistica. Forse.

In ogni caso oggi, 1° maggio, conti alla mano, è soprattutto la festa delle lavoratrici, quelle dei 59 giorni a salario zero.*

* Lavoro a salario zero sarebbe di fatto un ossimòro perché tra le definizioni di lavoro presenti nel dizionario di lingua italiana, quella scelta dai costituenti nello scrivere l’articolo 1 della Carta Costituzionale, è la seguente: Occupazione retribuita e considerata come mezzo di sostentamento, e quindi esercizio di un mestiere, di un’arte, di una professione.

autore

Smallfamilies

"La redazione" del gruppo Smallfamilies aps

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