La presenza o assenza di leggi, la classe sociale di appartenenza e il sistema del welfare, l’organizzazione lavorativa e il clima culturale: sostengono o penalizzano la qualità della vita delle smallfamilies.
Senza dover richiamare la statistica e gli studi internazionali (pur importanti) sappiamo che una parte delle famiglie monogenitoriali vivono in condizioni di povertà, non solo percepita ma reale. Sappiamo anche che questo stato di privazione è in continuo aumento. Molte storie lo raccontano, molti dati lo documentano. Al nostro sito sono arrivate in questi mesi numerose e-mail che sono un vero e proprio urlo di dolore. Sono soprattutto madri sole che raccontano dei loro salari bassi, di lavori precari, dell’isolamento in cui vivono, dell’assenza di servizi. Affaticate perché da loro dipende totalmente o quasi la cura e crescita dei figli. Preoccupate perché non sanno come fare né a chi rivolgersi.
Quando esistono adeguate condizioni – materiali e non – anche una madre sola o un padre solo ce la può fare. Lo dimostrano le esperienze di altri Paesi europei e del nord America. Ma tali condizioni in Italia sono pressoché assenti. Facendo accurate ricerche si trovano anche nel nostro Paese interventi promossi dalle amministrazioni locali o dalle Regioni a sostegno dei genitori soli.
Di recente la regione Lombardia ha, per esempio, stanziato nel giro di pochi mesi ben due milioni di euro per sostenere quei genitori con figli minori che, “in fase di separazione oppure già separati legalmente ed effettivamente da non più di tre anni e residenti in Lombardia da almeno cinque anni”, si trovano in una situazione di grave difficoltà economica e sociale a causa della separazione. Molte domande sono arrivate, più del previsto.
Intervento apprezzabile questo, non vi è dubbio, ma che esclude purtroppo molti genitori. E non solo perché la domanda sta superando notevolmente le risorse messe a disposizione (a testimoniare la gravità della situazione) ma anche perché il bando non contempla chi è rimasto vedovo/a, chi ha fatto un figlio senza sposarsi (ex coppie di fatto), chi si è trovato per vari motivi solo/a nel ruolo di genitore. Alcune e-mail che abbiamo ricevuto di recente parlano proprio di questo. Una madre sola, per esempio, ci scrive dalla provincia di Milano e ci chiede perché lei e i suoi figli non possono accedere a questa opportunità fornita dalla Regione Lombardia. Perché lei, ma soprattutto i suoi figli, sono diversi nei diritti dai figli degli altri genitori, che invece possono beneficiare di questo aiuto?
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